Sfida

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Informazioni utili: Come nel primo libro ho deciso di usare questo espdiente per chiarie lo scorrere del tempo per questo viaggio. Il motivo è identico: evitare un effetto distorsivo e dilatante sullo scorrere del tempo nella storia.

Giorno 1

Notte

Il bagno bollente riesce a donarmi serenità, non perché abbia trovato soluzione ai miei problemi ma semplicemente perché ho elaborato il mio piano d'azione. Sono rimasta immersa sul fondo della conca per un tempo impreciso, l'acqua ha ovattato tutti i suoni della partenza da Lisbona e anche le poche mosse di Aro al piano inferiore.

Manterrò il dono di Aro silente ad oltranza sulla mia persona così che lui non possa sbirciare nulla dalla mia mente. Terrò private le mie conoscenze del piano di Sulpicia e i dettagli delle nostre conversazioni, tutto ciò nella speranza di avere una futura leva sul leader o di poter provare la mia lealtà alla moglie.

Rimarrò il più queta e calma possibile adottando un atteggiamento passivo-aggressivo nelle conversazioni così che Aro non abbia mai una valida scusa per annullare il nostro accordo e, cosa più importante di tutte, cercherò di minimizzare le interazioni sfuggendogli da una stanza all'altra.

Mi sento una schifosa doppiogiochista, una meschina bifronte ma la verità è che sono coinvolto in qualcosa di ben più grosso di me e io non voglio ritrovarmi dal lato sbagliato. Rimpianti e ripensamento ne ho già a sufficienza per doverne aggiungere alla collezione.

Sospiro rassegnata all'idea che minimizzare le interazioni sia il punto più difficile da rispettare perché io e il leader siamo rinchiusi in una cabina con tre stanze e due livelli. Mi isso fuori dalla vasca afferrando il morbido asciugamano, mi avvolgo nella spugna tiepida e lascio svuotare la conca mentre studio lo spazio angusto con servizi dalle linee semplici, moderne e minimali sul grigio. Il pavimento in piastrelle nere opaco è smorzato da un tappeto circolare color panna molto morbido.

Passando davanti all'ampio e luminoso specchio realizzo che le lenti a contatto sono oramai svanite, annientate dal mio corpo velenoso, e che non ho la minima idea di che ore siano. Senza ulteriori indugi faccio capolino nella camera per recuperare nuovi indumenti dal bagaglio, questa volta mi concedo di studiare adeguatamente la stanza.

Un grande e morbido materasso color panna è adornato da cuscini quadrati, una piccola TV e collocata davanti e ai lati sono presenti i comodini sgombri. In un angolo è posizionata una cassettiera che riprende le linee della testiera del letto, poco distante è abbinata una poltroncina.

Un dettaglio singolare è l'inclinazione delle pareti della stanza quadrata che si vanno a stringere come se fosse in un'equivalente della mansarda per una nave. Il soffitto conferma la mia ipotesi con una punta centrale collocata perfettamente sopra al materasso, vetrate limpide e una serie di tapparelle abbassate che bloccano la visuale verso l'esterno. Automaticamente ricerco il telecomando per alzarle e un secondo dopo queste iniziano a muoversi in un sussurro elettromeccanico, stupita mi volto verso l'ingresso certa che Aro abbia tra le dita ciò che cercavo.

Il vampiro è approdato al piano superiore ed è poggiato allo stipite di una porta inesistente. Non avevo udito i passi e questo dimostra che Aro era già fermo all'ingresso della stanza prima che uscissi dal bagno, la sua presenza silenziosa non mi fa trasalire e non mi mette a disagio perché leader non mi degna di uno sguardo, i suoi occhi sono rivolti al cielo stellato e buio che si muove lentamente sopra la nostra testa. Lo osserva come se pensasse di poter trovare qualcosa di nuovo questa sera nel firmamento, o come se desiderasse tenere le iridi piantate al cielo piuttosto che farle vagare liberamente nella stanza.

La Corona del ReDove le storie prendono vita. Scoprilo ora