Draco pov.
Il gufo della mia famiglia picchietta con il becco sulla finestra di camera mia.
Emily è a lezione e io ho deciso di venire in camera mia.
Il mio sesto senso non si sbaglia mai.
Perché mi hanno mandato l'ennesima lettera?
Il marchio l'ho avuto.
L'armadio devo aggiustarlo domani.
Cosa vorranno di nuovo da me?
Il gufo mi fa maledicendo mentre continua a picchiettare.
Io sono seduto sul letto mentre lo guardo e mi mantengo la testa con le mani, ma devi affrontare il mio futuro ormai il peggio è passato.
No non è vero.
Apro la finestra e il gufo mi lascia la lettera tra le mani lasciandomi un morso sull'indice.
Vedo il sangue scendere e fermo il sangue con la bocca, bastardo di un uccello.
"Bastardo" impreco prendendo la lettera
Mi metto il dito in bocca e apro la stupida lettera che mi ha mandato mio padre.
Guardo la grafia.
Questa non è la grafia di mio padre.
La sua è ordinata e curva, questa invece è disordinata sembra che l'ha scritta una matricola del primo anno.
Ma la grafia non è importante.
Il contenuto mi spiazza.
"Devi uccidere Silente quella notte.
-L.V"
Rimango per qualche secondo con la bocca aperta senza dire niente, il sangue scende dentro la mia bocca e io non so davvero cosa dire.
Sono un assassino.
Davvero sono un assassino?
Ho cercato di avvelenare Ronald Weasley con una bottiglia di liquore ma non è morto.
Il gesto l'hai compiuto Draco.
E lei cosa mi dirà quando verrà a sapere che Albus Silente il più grande mago del mondo è stato assassinato da me?
Il preside di Hogwarts.
Mi passo una mano tra i capelli e strappo la lettera bruciandola.
Mi sento come un burattino.
Prima mi costringono a 'uccidere' il Wealsey.
Poi di diventare un mangiamorte.
Mi fanno il marchio sapendo che dovrò combattere al loro fianco durante questa guerra magica.
E infine devo uccidere il miglior mago del mondo.
E tutto questo per mia madre.
Per non farla uccidere brutalmente e per non far marcire quell'essere di mio padre ad Azkaban.
"Sei un codardo! Affronta il tuo destino!"
La sua voce mi arriva ovattata ma le cicatrici che ho le sento benissimo.
Vado in bagno spogliandomi.
Getto tutti i vestiti a terra e mi fiondo sotto l'acqua gelata strofinando la mia pelle nuda con una spugna.
Sto cercando di togliere con queste spugna tutti i miei sensi di colpa, tutte le mie colpe, tutte le mie scelte totalmente sbagliate. Tutto.
Vorrei scomparire in mezzo alla sua braccia.
Le braccia della mia amata Emily.
Vorrei scomparire lì.
Vorrei che adesso lei mi abbracciasse e mi dicesse che andrà tutto bene e che lei ci sarà sempre per me pur se devo fare questo atto.
Devo togliere la vita ad una persona.
Chi sono io per farlo?
Non sono nessuno se non un ragazzo che ha paura per sua madre.
Mi sento così in colpa.
Perché non posso avere una vita normale, una famiglia normale e delle scelte normali?
No, ovviamente no.
Ho sempre avuto una vita costretta, ho sempre avuto mio padre come presenza e mia madre che ha paura di farmi affetto e le mie scelte come la mia vita sono costrette.
Mi getto sul letto chiudendo gli occhi.Emily pov.
Ho dimenticato la pergamena dove ho appuntato tutti i compiti per la lezione.
Cammino veloce per la sala comune guardando solo dove metto i piedi, ci sono poche persone e l'aria è un tantino fredda.
Draco dovrebbe essere in camera sua mi aveva detto che una volta finite le lezioni potevo andare da lui.
Cosa scontata.
Apro la porta bianca della mia camera e sul mio letto vedo saltellare l'ultima persona che avrei pensato di vedere.
"Dobby, che ci fai qui?" chiedo all'elfo che sta saltellando felice sul mio materasso.
Lui mi guarda e mi sorride abbracciandomi le gambe.
Mi inginocchio e lui mi abbraccia bene.
Come è carino.
Vorrei tanto averlo come amico.
"Signorina Serpeverde suo padre mi ha chiesto di darle questa e mi scusi per il letto" mi dice
Mio padre?
Prendo la letterina che ha tra le sue manine e mi guarda con un stia afflitta.
"Non preoccuparti per il letto Dobby, ogni volta che vuoi scappare dal Manor puoi smaterializzarti qui" gli sorrido.
È così gentile e il padre di Draco lo tratta sempre male, povero.
Lui mi sorride felice.
"Come sta signorina?" mi chiede
"Sto bene Dobby, chiamami Emily" gli dico
Lui annuisce e poi si allontana poco da me.
"Grazie per la tua gentilezza Emily" mi sorride
"Di niente" sorrido anche io alzandomi.
Un ultimo sorriso.
Un giro, uno schiocco e Dobby è di nuovo al Manor.
Apro la lettera.
"Ciao figlia mia, tua madre sta bene è in ottima forma"
Sorrido.
Grazie Dobby.
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𝖉𝖚𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖋𝖊𝖙𝖙𝖎 𝖘𝖙𝖗𝖔𝖓𝖟𝖎. || DRACO MALFOY
RomanceLoro due erano così complicati. Lui orgoglioso e lei strana, a volte sensibile e a volte mandava a fanculo tutti senza nemmeno pensarci. Quei due, sapevano amarsi come nessuno. Quei due erano erano unici, niente e nessuno riusciva a separarli, pote...