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Draco pov.
Sono passati altri mesi.
È passato anche Natale.
E lei non c'era.
Sono ripassato davanti alla camera degli ospiti quando gli dissi che avrei dovuto avvelenare Ronald Weasley e lei gentilmente mi chiese di non farglielo sapere.
È passato Natale.
Natale.
Il Natale si dovrebbe passare con la famiglia, preoccupandosi solo di che regali ricevere e di quanto mangiare a pranzo.
Ma sono rimasto nell'ufficio di mio padre a controllare le materializzazioni.
Sono rimasto nell'ufficio di mio padre a piangermi addosso e a pregare che Emily stia bene.
Le lacrime bagnavano i fogli e ho dovuto ricopiare tutto da capo, ho passato la notta a scrivere e a fare schemi come un matto.
Non sto mangiando più, nemmeno ci penso a curare la mia immagine.
La mia immagine.
La stessa immagine che fino a qualche anno fa per me era tutto, che fino a qualche anno fa tutti amavano e adulavano.
E adesso tutti mi vedono come un mostro.
Un vile.
Tutti, tutti tranne lei.
Tranne la mia meravigliosa ragazza Emily.
A lei non importa, non gli è mai importato che sono Draco Malfoy e che con un solo schiocco di dita posso permettermi tutto, no, a lei non interessa.
A lei interessa davvero di me.
Per lei la mia salute conta.
E adesso lei non c'è.
Ma il regalo di Natale è comunque pronto per quando ci rivedremo.
"Draco! Muoviti devi venire. Ora!" urla Bellatrix entrando nella stanza, prendo la mia bacchetta uscendo.
Perché ho una brutta sensazione?
La sala da pranzo è così rumorosa e vedo varie figure di uomini mangiamorte.
No, non è vero.
Non possono essere loro.
Ronald Weasley sembra invecchiato di vent'anni, i vestiti sono sgualciti e il viso colmo d'odio e rabbia.
Hermione Granger ha il viso implorante e i capelli arruffati come non mai.
E davanti a me chi non dovrebbe essere qui.
Perché lui è qui?
Come si è ridotto così?
Harry Potter.
Ha il viso gonfio, totalmente gonfio che non sembra lui ma a fotterlo è la sua stupida cicatrice da sfregiato.
Sono sicuro che sia lui.
Mio padre sembra essere contento stranente, si rigira la bacchetta tra le mani mentre osserva la sanguemarcio con cattiveria.
Mia madre, invece, è in piedi che mi aspettava mentre si stringe la sua maschera di indifferenza.
"Draco vieni qui" mi chiama Bellatrix avvicinandomi allo sfregiato.
Mi inginocchio guardandolo.
È lui, so che è lui non prendiamoci in giro.
"Allora? È lui?" mi chiede
Non posso dirlo.
Potter devi salvarci, devi salvare tutti noi da questo pazzo maniaco che vuole ucciderti da quando sei nato.
Non posso parlare, no.
"Non ne sono sicuro" dico freddamente per poi alzarmi, la mano di mio padre fredda e languida stringe la mia nuca.
"Ma guarda meglio! Draco, avanti, hai passato sei anni in quella scuola e non sai dirmi se è Potter oppure no?" mi chiede facendomi avvicinare di nuovo al ragazzo.
Ma la mano delicata di mia madre fa scivolare quella di mio padre via.
"Non hai sentito? Non lo sa" mi difende mia madre.
Guardo Potter e sento che mi sta ringraziando con lo sguardo.
Potter ti prego salvaci.
Solo lui può farlo.
"Non lo so, non mi sembra lui" dico avvicinandomi a mia madre.
Voglio urlare.
Voglio piangere.
Voglio abbracciare Emily.
Voglio che lei mi dica che va tutto bene.
Ma non è così.
Innalzo i miei muri, voglio starne fuori.
Vedo Bellatrix stringere la sanguemarcio mentre gli punta il suo coltello d'argento al collo.
Ma il suo fidanzato la difende urlando di disperazione, un urlo pieno di rabbia e odio.
Vedo mio padre volare dall'altra parte della stanza con un incantesimo e quasi sono contento.
Tutti lanciano incantesimi e maledizioni e per difendermi ma sopratutto per difendere mia madre faccio la stessa cosa.
"State tutti fermi! O la sanguemarcio muore!" grida Bellatrix puntandogli meglio quel coltellino.
"Gettate le bacchette a terra. Oppure assaggerò personalmente quanto è sporco il suo sangue!" ride di gusto, tutti abbassano le bacchette.
"Draco cosa aspetti? Raccoglile! Il Signore Oscuro sta venendo e lo sfregiato finalmente morirà!" ride sempre più di gusto, raccolgo le bacchette ma vorrei scomparire.
Basta darmi ordini, per favore.
Sono così debole e stanco che non ho nemmeno la voglia e la forza di replicare.
Il lampadario di cristallo finisce a terra rompendosi in mille pezzi, per raccogliere l'ultima bacchette tanti pezzi di vetro finiscono nella mia mano facendomi genere.
Vedo il sangue uscire.
Sento il mio corpo cedere.
Guardo Dobby, l'elfo che ha portato quella lettera a Emily e che mi ha accompagnato per la mia infanzia.
Mi dispiace per averti trattato così male Dobby.
"Mi dispiace, signor Malfoy" dice nella sua testolina.
Vorrei sorridergli ma non ci riesco.
Vedo mia madre avvicinarsi e sgrana gli occhi vedendo tutti i miei vestiti ormai rossi.
Ma non m'importa della mia mano.
Potter per favore salvaci tutti.
Salva mia madre, salva Emily e per ultimo salva me.
Ti prego.
Vedo che mi strappa le bacchette da mano ormai anch'esse piene di sangue.
Vedendo che si smaterializzano quasi una speranza in me si accende.
Ma si spegne quando ricordo che Potter ha la mia bacchetta e sono più debole che mai.
Potter, salvaci.

𝖉𝖚𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖋𝖊𝖙𝖙𝖎 𝖘𝖙𝖗𝖔𝖓𝖟𝖎. || DRACO MALFOYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora