39.

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Draco pov.
"Torneremo vivi Draco. Io e te,c'è la faremo."
"Te lo prometto".
Mi ha detto Emily mentre allargava la sua mente sapendo che posso entrarci facilmente.
Torneremo vivi.
È una promessa questa.
Un altra promessa da seguire e rispettare.
Il corpo della ragazza accanto a me non si smuove di un centimetro, si è chiusa nel suo abito bianco senza uscirne fuori.
La cena della vigilia di Natale come ogni anno è fantastica, mio padre almeno le feste le sa organizzare e se non ci fosse quest'atmosfera di suicidio sarebbe ancora meglio.
Ma comunque nessuno dice una parola, tutti sono concentrati sul piatto sotto la loro testa e non lo alzano nemmeno per guardare il tavolo.
Tranne lei.
Lei non sta mangiando, lei finge di mangiare.
Gira e rigira il pollo nel suo piatto e ne mette la metà di quello che ha tagliato.
Perché non sta mangiando?
Perché finge che sta andando tutto bene?
Perché ha la sua maschera, come te.
La sua dannatissima maschera.
Domani pur essendo Natale ceneremo io e lei, soltanto io e lei nella mia camera. Deciso.
Non so più quale ragazza ho accanto.
Non è più la Emily pronta a risponderti, pronta a farti impazzire con i suoi giochetti misteriosi,no. Adesso accanto ho una ragazza fragile, che possono bastare anche delle mie semplici parole per farla spezzare.
Per farla rinchiudere in se stessa più di quanto è chiusa ora.
Anche tu sei cambiato.
Sono cambiato?
Sono davvero cambiato?
Non come lei, a lei è evidente a me soltanto lei si può accorgere che la mia maschera piano piano si sta spezzando. Guardo mia madre che sta stringendo la mano a quell'essere viscido di mio padre.
Come fa ad amarlo dopotutto quello che ha fatto?
Ricordo ancora quando mio padre tornava al castello metà ubriaco e metà nervoso per cose che sa soltanto lui e se la prendeva con mia madre, una volta la rinchiusi nella sua camera e lui mi picchiò.
La prima delle tante volte.
La sua cintura batteva violentemente contro la mia schiena e la sua risata di gloria e vittoria regnava per la stanza vuota. Si sentivano solo i miei singhiozzi spezzati.
Troppo poco per essere un padre.
E troppo per non esserlo.
"Mio padre lo verrà a sapere!" La frase che dicevo a chiunque volesse mettersi sulla mia strada.
"Malfoy, sei pallido" mi dice la ragazza stringendomi le mani da sotto al tavolo.
"Tranquilla zuccherino, mangia" la rincuoro.
Lei ammicca una risata e poi torna al suo piatto
"Che ci facciamo qui? Io e te?" mi chiede ma non posso risponderla, posso solo fare spallucce e fingere come lei di essere felice a stare chiuso qui.
A essere chiuso a 'casa mia'.
In questa casa non c'è più l'odore nell'aria di amore e piacere che di solito regnava, adesso questa casa tutto il Malfoy Manor è il Suo.
Non posso crederci.
Mi sento schiavo dentro casa mia.
Dentro tutto la mia eredità.
"Domani ci sarà la prima riunione sul da farsi per il ragazzino sfregiato" prende parola suo padre.
"Parli di Potter?" gli chiede Emily
"Si, parlo di Potter. Credo che quel ragazzino sia sempre stato una minaccia per noi e per tutta-" fa per finire la frase ma viene interrotta dalla risata spezzata di sua figlia.

Emily pov.
Il suo volto diventa rosso, rosso come un peperone babbano.
Non mi sono trattenuta e l'ho interrotto prima che finisse ma frase, ma come potevo non farlo?
Harry Potter un ragazzo che ha avuto solo sfortune nella vita e che è sopravvissuto alla maledizione senza perdono di Voldemort dovrebbe essere una minaccia?
Parlano così soltanto perché la gloria del Signore Oscuro si è fermata in lui e non l'ha potuto uccidere.
Patetici.
"Non esigo che tu mi interrompi la frase con una sciocca e inappropriata risata fuori luogo."
mi punta un dito contro.
Aspetta delle scuse che sa che non arriveranno mai. Io delle scuse a quest uomo? Gia mai.
"Aspetto delle scuse." incrocia le braccia al petto, non lo guardo mi verrebbe di nuovo da ridere pensando a delle stupide battute.
Non riesco ad essere seria, sono fuori concentrazione.
Tutti stanno fermi e zitti a guardare la scena.
"Guardami." mi ordina come ha sempre fatto nella sua vita.
"Non ho sentito le tue scuse."
"Non arriveranno" concludo.
Lui inarca un sopracciglio e sento tutti i bisbìgli fuori luogo delle altre persone, Narcissa mi guarda e guarda mio padre speranzoso di non commettere atti violenti.
Malfoy mi stringe la mano.
Ghigno.
La sua mano si posa sulla mia faccia seguita da uno schiocco che fa calare il silenzio in tutta la stanza, tutti mi guardano mentre sparlano.
E io come al solito sto trattenendo le lacrime.
E mia madre come al solito non ha detto nulla.
E come al solito ritorno alle origini.
"Per questa sera non mangi, visto che non hai mangiato praticamente nulla. Vai nella tua camera e non uscirne mai più."
Non è la 'mia camera' quella.
"Con permesso" mi alzo facendo strusciare ma sedia a terra, la madre del ragazzo mi guarda compiaciuta e la vedo sorridermi.
"Vedremo se la prossima volta ti imparerai l'educazione!" mi urla contro.
Una lacrima silenziosa scende sul mio viso.
Ha dato per l'ennesima volta uno stupido show.
"Buona cena" dico prima di andarmene.
Draco mi guarda, lo guardo e mi vede crollare.
La mia maschera è caduta difronte a lui.
Cammino velocemente cercando la stanza in cui alloggio e in tutto il Malfoy Manor si sentono solo i miei tacchi traballanti e vertiginosi dare spettacolo.
Piango, non mi fermo.
"Dannazione!" grido esasperata e schiocco le dita facendo arrivare Dobby in camicia da notte.
"Dobby puoi smaterializzarmi nella mia stanza per favore?" gli chiedo lui mi porge il suo braccino.
"Cosa le è successo da farla piangere così? Il signor Malfoy l'ha trattata male?" mi chiede
"No Dobby, il singor Malfoy non c'entra" rido.
Draco è l'unica persona che mi ha trattato bene in tutta la mia insignificante vita.
"Grazie Dobby" gli dico una volta entrata.
"Prego Emily".

𝖉𝖚𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖋𝖊𝖙𝖙𝖎 𝖘𝖙𝖗𝖔𝖓𝖟𝖎. || DRACO MALFOYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora