Il cuore mi batte forte, fin troppo forte. Ho quasi la tachicardia anche se non lo dimostro.
Le mia gambe camminano a passa spedito verso l'ufficio di Silente dove all'interno mi aspettano i miei genitori.
Mia madre e mio padre.
Non oso immaginare a quello che mi faranno se non mi crederanno. Ho paura.
Apro la porta e mi siedo su una delle grandi sedie mentre attendo di essere chiamata.
Appoggio la schiena allo schienale imbottito di una sottospecie di materiale morbido e incrocio le gambe.
Come sono riuscita io e sono solo al sesto anno di scuola ad usare la maledizione cruciatus soltanto con il mio pensiero, mio padre fare di peggio. Troppo peggio.
Giro lo sguardo e sospiro per cambiare aria.
Vedo Malfoy che sta giocando con le sue unghie ma non si è accorto di me, soltanto quando vado a sbattere con lo stivale allo stipite della sedia si gira di scatto.
Come se si fosse svegliato dal suo sogno.
"E tu che ci fai qui" mi chiede guardandomi
Il suo tono è flebile, chiaro segno che è una domanda semplice per lui.
"Non lo so, sono stata incolpata per una cosa che non so di aver fatto" dico soltanto senza guardalo, ma sento i suoi occhi di ghiaccio puntati su di me.
"E tu?" gli chiedo girandomi verso il suo lato.
"Ho risposto male alla Sprite" taglia corto, annuisco guardando avanti.
Ho troppi pensieri per la testa per preoccuparsi di Draco, ma sono curiosa a sapere perché è come l'ha risposta in modo da farlo finire in presidenza.
La porta dell'ufficio di Silente si apre e al suo interno vedo i miei genitori con quelli del ragazzo poco distante da me, ci alziamo in piedi e guardiamo dritto senza far trasparire emozioni.
Così ci hanno insegnato.
"Signorina Serpeverde mi sorprendo a vederla qui" mi dice con il suo tono calmo e placato Silente, ho il mento alto e mio padre si para davanti a me.
I suoi capelli neri brizzolati sono più lucenti del solito, gioca nervosamente con il suo anello al dito che è il gioiello di famiglia, giacca,cravatta e camicia rigorosamente neri.
"Emily" mi chiama soltanto così mi concentro sulla sua figura, i suoi occhioni chiari sono terribilmente simili ai miei che mi ci rispecchio pur sapendo che non sono come lui.
Non sono affatto come lui.
"Padre" lo saluto soltanto mentre stringo le unghie nel palmo della mano, lui mi scruta e ghigna alla mia vista conoscendomi sa che sto impazzendo.
Mia madre mi accarezza la guancia, guardo i suoi movimenti e non mi scompongo.
"Figlia mia" mi dice soltanto.
Figlia mia.
Come osa chiamarmi in questo modo dopo tutto quello che mi ha fatto, dopo sapendo che ho un padre che mi maltratta e mi umilia in continuazione e pur sapendo che non ha fatto niente per migliorare o cambiare la situazione.
Vaffanculo.
"Madre" dico non guardandola ma strizzo il labbro e tutti i presenti se ne accorgono.
"Veniamo al dunque, hai usato la maledizione cruciatus contro Pansy Parkinson?" mi chiede Silente con la più calma possibile.Draco pov.
Mia madre si mette accanto a me mentre mi stringe la mano, ma con un gesto lento e placato glie la tolgo.
Mio padre invece non mi ha degnato di uno sguardo, ne tantomeno di un saluto sapendo che è venuto qui per me.
Ma a chi importa non li classifico quasi nemmeno come genitori.
Sono solo essere spregevoli.
"Hai usato la maledizione cruciatus contro Pansy Parkinson?" gli chiede Silente, quasi sgrano gli occhi ma non lo do a vedere girandomi soltanto nel verso della ragazza che è bianca in viso.
"No, non ho nemmeno toccato la bacchetta" si difende, ma il suo tono di voce non cambia è sempre duro e distaccato, scandisce tutte le parole.
"Sei una grandissima bugiarda" gli dice suo padre, avranno sicuramente tanti soldi a vedere dal loro modo di vestire.
Si mette davanti a Silente e gli sussurra qualcosa, qualcosa di brutto tipo una maledizione.
Crucio.
Emily si scuote leggermente, sbattendo ripetutamente gli occhi toccandosi l'addome e la testa.
Sta davvero usando una maledizione senza perdono contro sua figlia?
Ma poi Emily come fa a rimanere composta pur con un cruciatus in corso.
I miei occhi brillano e adesso mi sento solo uno stupido per averla chiamata mocciosa davanti tutta la scuola. Lei mocciosa.
Si è tenuta una maledizione addosso senza darlo a vedere troppo, ed è solo al sesto anno. È come se fosse abituata a tutto questo e ora capisco il perché.
Il perché del suo volto stanco e bianco ogni volta che si tornava a scuola dopo le vacanze.
"La lasci stare signor Serpeverde è solo al sesto anno, non può commettere un reato senza bacchetta e parola" Silente prende la difensiva di Emily capendo che c'è qualcosa che non va.
Ma quale essere spregevole userebbe questa maledizione contro sua figlia.
Sua madre è rimasta ferma e zitta mentre guardava la scena, senza prendere le difensive della ragazza che stava per contorcersi dal dolore dentro di se.
Ha gli occhi lucidi e il viso quasi rosso.
"Quanto a te signor Malfoy" mi chiama SilenteEmily pov.
Gli occhi che luccicano, le gambe fredde e salde sul pavimento sotto a me, le palpebre serrate, il petto fermo a causa della mia respirazione mancata,il cuore che mi batte forte e il desiderio di scomparire.
Tutto questo succede ogni volta che mio padre usa cruciatus su di me senza nemmeno prosperare parola.
Mia madre come da sua abitudine è restata ferma a guardare come l'uomo che ha sposato mi torturava davanti alle persone.
Davanti a Draco Malfoy.
Adesso appena usciremo dall'ufficio lo saprà sicuramente tutta la scuola grazie a lui.
"Quanto a te signor Malfoy" lo chiama Silente e giro di poco la testa verso di lui.
"Ho saputo che i suoi voti scolastici sono caduti in basso rispetto agli ultimi mesi e per non farla mancare alla squadra di Quiddich ho deciso di assegnarle un tutor" gli dice quasi scadendo le parole, Draco lo scruta attentamente e ammicca una risata.
"Non ho bisogno di una mestrina che mi guidi, posso fare da solo" dice soltanto ma Silente lo zittisce.
"Non dimentichiamoci che i ruoli non si sono scambiati caro Malfoy, io detto le regole e voi le seguite. Punto." dice, il suo tono di voce è diventato duro e secco rispetto a quello comprensivo di prima.
"Sentiamo e chi volete mettermi accanto? Una Corvonero ficcanaso?" chiede retoricamente il biondo, Silente si allontana da lui e va a prendere un foglio bianco.
Scende e sale con il dito per il foglio così tanto da far mettere ansia al ragazzo.
"Signorina Serpeverde vedo che lei ha l'eccellenza in tutte le materie scolastiche" dice guardandomi, io lo guardo e spero solo che non gli assegnano me come maestra di sostegno.
Non lo sopporterei tutti i giorni costantemente, litigheremo sicuramente è ci prenderemo a brutte parole.
Annuisco sapendo dove vuole arrivare.
"Ti ho trovato la tutor Draco, tutti e due inizierete da domani con tutte le materie. E voglio minimo un otto da parte tua" dice.
"Che cosa?!" diciamo in contemporanea così tanto che Silente si gira a guardarci.
"Io e lui? No professor Silente la prego." dico quasi improbando ma appena finisco la frase mio padre mi da una bastonata sulle mani.
Sono rosse e doloranti.
Draco guarda la scena e mi giro a guardarlo così lui prende parola, nemmeno lui vuole collaborare con me quindi perché dovremmo.
"Studierò da solo promesso, ma io e lei no, ci prenderemo a brutte parole" dice sincero il ragazzo.
Almeno è consapevole.
"Dall'odio nascono gli amori più sinceri, adesso uscite che a breve ci sarà la cena" dice soltanto.
Ci guardiamo e più che uno sguardo è un enorme palla di fuoco che ci siamo buttati a vicenda.
"Che sia chiaro, io studio e tu mi segui. Non voglio farti da maestra di sostegno" dico dura al ragazzo che se la ride fuori dalla porta.
"Perché i tuoi ti fanno questo?" mi domanda dal nulla, mi blocco.
Ma che ficcanaso è, poi parla delle Corvonero.
"Non sono affari tuoi" dico soltanto senza degnarlo di uno sguardo.
"Sono spregevoli, tuo padre fa gelare il sangue per Salazar" dice quasi ridendo facendo ridere di netto anche me. È stupido.
Ma terribilmente bello.
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𝖉𝖚𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖋𝖊𝖙𝖙𝖎 𝖘𝖙𝖗𝖔𝖓𝖟𝖎. || DRACO MALFOY
RomanceLoro due erano così complicati. Lui orgoglioso e lei strana, a volte sensibile e a volte mandava a fanculo tutti senza nemmeno pensarci. Quei due, sapevano amarsi come nessuno. Quei due erano erano unici, niente e nessuno riusciva a separarli, pote...