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Sono seduta al tavolo della sala grande da sola a mangiare i biscotti al miele.
Ci sono tante persone, troppe persone attorno a me ma è come se stessi da sola in un angolino ristretto.
Mi sento sbagliata.
Lo sento perché non posso comandare le mie scelte, non posso comandare la mia vita.
E questo in un adolescente è la cosa più brutta.
I miei genitori hanno vinto, di nuovo. E io come al solito non posso dirgli niente.
Sono marchiata dalla nascita.
Sono stanca, sono stanca di tutta la mia vita.
Dei miei genitori che prendono come al solito le scelte sbagliate sulla MIA vita. Della mia vita inutile che è solo un grandissimo sbaglio. Di me che non posso parlare, è come se avessi la bocca chiusa con una chiave che è stata gettata nel lago nero.
Mi viene da vomitare, non c'è la faccio.
Lascio i biscotti li e mi mantengo con una mano la pancia mentre cammini velocemente verso i bagni.
Le mie ginocchia sulle mattonelle bianche perla gelate, i miei occhi serrati, il mio stomaco che chiede pietà, i miei capelli raccolti in una coda disordinata per non sporcarli, le mie mani che stringono la ceramica fredda.
Mi appoggio con la testa sul braccio, sono allo stremo. Ripulisco tutto e mi lavo di nuovo i denti e mi ripasso il trucco sbavato.
Che compleanno di merda.
Puoi dirlo forte.
Non che i miei compleanni sono stati quei compleanni allegri, pieno di amici e familiari, pieno di risate e lacrime per le letterine. Anzi.
Ogni mio compleanno l'ho festeggiato al mio castello, con tutta la mia famiglia, mi hanno sempre riempito di galeoni e di regali materiali ma non mi hanno mai dato l'affetto di una vera famiglia.
Le foto erano ristrette, solo con mia madre e mio padre non davanti alla torta di compleanno. L'ultima foto che abbiamo fatto al mio compleanno era carina, io seduta su una poltrona reale completamente color oro con il mio solito ghigno sul viso e un abito elegante nero. Mio padre alla mia destra che mi manteneva la mano e mia madre dietro di me che sorrideva di sghembo.
Nessun abbraccio, nessun bacio, nessuna forma di affetto.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate sperando che Draco torni presto.

Draco pov.
"Va bene finn questa busta posso portarla io" dico all'elfo che goffamente cerca di scendere dalla carrozza troppo alta. Rido di gusto.
"Oh va bene Signor Malfoy, ci vediamo presto" mi sorride dolcemente e cerco di sorridergli anch'io, ma come al solito mi esce solo un sincero ghigno.
Sono di nuovo a scuola e tutti mi fissano increduli che sarei tornato, davvero tutti sperano che il possa non diventare uno di loro.
Sento i bisbìgli, le risate, i respiri spezzati.
Non sono un mostro.
"Ma che cosa avete da guardare tutti. Si sono io, ma vedo che voi siete rimasti sempre i soliti ignoranti" sbraito, e tutti ritornano a fare quello che stavano facendo in precedenza senza badare alla mia figura.
Quando cammino vedo le teste chine e i sorrisi morti sulle labbra, ghigno.
Questo è simbolo di potenza, mi piace.
"Potter!" chiamo lo strambo ragazzo con gli occhiali a cerchio.
"Che vuoi Malfoy, sei ritornato." mi dice, tono disprezzivo strizzo gli occhi.
Per una volta che volevo essere diciamo gentile.
"Potter ti voglio solo chiedere se hai visto la Williams" gli dico esasperato.
"È in camera sua molto probabilmente" non mi guarda.
Faccio per andarmene ma ritorno indietro con le spalle, non posso star zitto.
"Abbassa i toni con me Potterino, altrimenti te ne pentirai amaramente. Parola mia." parlo con la mascella serrata e gli occhi che strizzano fuoco, lo stupido mi guarda soltanto senza dire una parola.
Gli avrei lanciato volentieri uno Stupeficium.
Busso alla porta della ragazza e nel mentre poso la busta che mi ha dato mia madre sul mio letto, è troppo lenta per Salazar mio.
"Chi è, non mi scocciate" si lamenta, roteo gli occhi.
"Williams apri, non ti scoccerò" gli dico ghignando e se adesso poteva vedermi vedeva lo scintillio di malizia nei miei occhi.
Apre la porta con una mano, entro guardandola come è stesa tranquillamente sul letto a farsi i fatti suoi con un libro sotto di lei.
"Accio" e il suo libro finisce tra le mie mani.
"Sei migliorato Malfoy, il tuo magico castello ti ha fatto lezioni private?" mi chiede visto che ho pronunciato l'incantesimo senza bacchetta. Ghigno.
"Per tua sfortuna no mia cara Williams" mi tolgo le scarpe stendendomi accanto a lei.
"Mi sono impegnato nelle tue di lezioni private" poggio la testa sulla mano mentre mi guarda e chiude la porta con lo sguardo.
"Ci sono riuscito, non pensi che mi merito un premio?" le chiedo stuzzicandola, lei ghigna mettendosi sopra di me.
Sento il suo culo sulle mie gambe mentre si muove per sistemarsi, una cosa celestiale.
"Hai ragione Malfoy, meriti un premio" mi dice al mio orecchio per poi leccarne il lobo.
Mi farà impazzire.
"Mh così mi piaci zuccherino" le dico
"Ah e tanti auguri" concludo con un bacio pieno di passione e le mie mani sul suo culo. 

𝖉𝖚𝖊 𝖕𝖊𝖗𝖋𝖊𝖙𝖙𝖎 𝖘𝖙𝖗𝖔𝖓𝖟𝖎. || DRACO MALFOYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora