Se vuoi da bere, ti offro un drink
Rompi un bicchiere, sembrava un film
Tu vino bianco, io niente alcool
Cambi discorso, parliamo d'altro
Dimmi che ore sono dai
dimmi che ora siamo noi
Siamo un'ora indietro, sai
il resto lo vedremo poi
Siamo sentimento, ho un presentimento
Che il passato esiste, ma il futuro è incerto
Mentre perdi le parole, cerchi gocce dentro il mare
Come piogge di ricordi che non passerà
Cerchi dentro i tuoi sospiri
Ti senti sempre più sola, bere assenzioCome fossi un quadro di DegasDimmi cosa sei venuta a fare
Se vuoi restare oppure andare via
"Sì, Cora, anche qui c'è il sole e anche qui fa un caldo assurdo. Sai, è estate anche qui!"
"Derek, sei più antipatico del solito oggi, sai?"
Derek sbuffa, alzando gli occhi al cielo. E' in vacanza, da solo, in giro per il paese, e Cora lo chiama tre volte al giorno. Voleva fare una vacanza in solitudine, ma gli sembra comunque di essere a casa.
"E non sbuffare, ti sento! Hai pranzato?"
"Sì, Cora, mangio. So prendermi cura di me stesso."
"Che programmi hai?"
"Ho qualche edificio storico da visitare, poi voglio passeggiare nel centro. E stasera ceno in un ristorante in un paesino, le recensioni sono ottime."
"Bene! Ora vado a preparare la cena. Non dimenticare i souvenir!"
"Certo, certo. Ciao!"
Derek si infila il cellulare nella tasca dei jeans, si sistema lo zaino sulle spalle e continua a passeggiare. Poco distante c'è una antica villa che si dice abbia ispirato un artista di un famoso dipinto. C'è tanto verde e anche tanta, ma tanta umidità, ma si sente rilassato.
Si ferma al semaforo illuminato di rosso, la villa è dall'altro lato della strada, e cerca di leggere il cartello appeso all'entrata. E' così concentrato, da non accorgersi del verde che scatta, ma si affretta poi ad attraversare. Sull'altro marciapiede, in piedi, immobile c'è l'ultima persona che si sarebbe mai aspettato di vedere.
Derek lo guarda, a un metro scarso da lui. Deve avere la sua stessa espressione sconvolta, perché hanno anche cominciato a tremargli le mani e il cuore batte impazzito.
"Ciao" sussurra quasi. Non sa nemmeno se Stiles l'abbia sentito. Soprattutto perchè non si muove di un millimetro. Infatti, è Derek a fare i due passi che li separano. "Non mi sembra vero" aggiunge.
Stiles, arrossito, sembra incapace di parlare. "C'è mia figlia poco più avanti" dice, senza nemmeno salutare. Derek sente un macigno sullo stomaco.
Non si vedono da cinque anni, non si sentono da due. Hanno avuto una relazione più o meno clandestina. I loro amici lo sapevano, ma facevano finta di niente. Loro sapevano di amarsi, se l'erano anche detto, ma mai avevano ufficializzato la cosa. C'erano sempre problemi, c'erano sempre fraintendimenti e litigi. Ma c'era anche tanto, ma tanto amore. Da parte di entrambi. PEr molto tempo era stato amore incondizionato, solo che poi fattori esterni avevano cominciato a condizionare quel sentimento così puro ed entrambi cominciavano a soffrirne. Chiudere era stato necessario per la sopravvivenza. Non che Derek sia mai sooravvissuto a quella rottura, ma quelli sono problemi suoi.
"Sì, scusa..." riesce solo a dire. Scusarsi di cosa, poi? Di averlo solo salutato? Di essere capitato lì, per caso?
"Stai bene, Derek?" chiede, però, Stiles.
Derek annuisce. Sta bene? Sì, ora sta bene. Gli manca Stiles sempre e sempre gli mancherà, è riuscito a fare i conti con questa condizione cronaca. Avrà sempre voglia di baciarlo, perché i baci che si sono scambiati in passato sono stati troppo pochi, avrà sempre voglia di guardarlo negli occhi e di vederlo sorridere. Ma avrà sempre voglia anche di vivere quella storia alla luce del sole. E non sarà mai possibile.
"Sì, sto bene. Tu come stai?" chiede.
E la risposta è totalmente inaspettata. "Mi manchi. Mi sei mancato ogni singolo giorno da quando abbiamo litigato l'ultima volta. Ho cercato di mettere a posto la mia vita, di diventare indipendente, ma...è sitato complicato e ho avuto paura. Ho ancora paura, ma... e se questo fosse un segno del destino? Dovevo almeno dirti che mi manchi."
Parla tutto di un fiato, come era suo solito fare. Le parole gli escono fuori veloci e veloci impattano contro lo stomaco di Derek, che si libera dal peso che aveva sentito posarsi proprio lì.
"Mi manchi anche tu" risponde. "Ti ho scritto molto spesso, sai? Hai bloccato la nostra chat, ma io continuavo a scriverci e a raccontarti cosa mi succedeva. Una volta, anni fa, ti ho scritto anche che avevo sognato che baciavi Scott!"
Stiles esplode in una risata. "Der, che schifo!" esclama.
Derek ride con lui, beandosi di quel suono. "Posso abbracciarti?" chiede Stiles. Derek, in risposta, lo stringe a sé.
"Pap- Oddio, Derek?"
Derek scioglie l'abbraccia e si gira verso quella voce. Catherine, la figlia adolescente di Stiles, gli corre in contro e lo abbraccia.
"Sei davvero tu! Quante cose ho da raccontarti, Derek! Non sapevo fossi qui! Resti? Papà ed io viviamo in un loft bellissimo, sai? Sei ancora innamorato di papà?"
Derek guarda Stiles, non sapendo cosa rispondere. Cosa significa?
"Ho detto a Cath di noi, due anni fa. Ho dovuto spiegarle tutto, meritava di sapere."
"E approvo!" trilla la ragazza. "Allora? Quanto resti?" chiede.
"Puoi anche strappare il bigloietto di ritorno, fosse per me" aggiunge Stiles.
Derek non risponde. Guarda Catherine, poi guarda la sua anima gemella e gli sorride.
"Resto per tutto il tempo che volete.
Ci siamo persi per riprenderci
Ci siamo scelti per non sceglierci
Ma anche tra mille anni sarò ancora qui
Siamo eterni come il bacio di Klimt
La parola era "DIPINTO".
STAI LEGGENDO
365 Sterek (2021) vol.1
Fanfiction365 parole. 365 Sterek. Una Sterek al giorno. Per 365 giorni. Per il secondo anno.