#13

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Derek ha una cotta per Stiles fin da quando ha capito cosa significava avere una cotta. 

Non ricorda di altri ragazzini o ragazzine che gli piacessero, a quindici anni. Ricorda solo di Stiles, di un anno più piccolo e degli occhi stupendi. 

Ora di anni ne ha diciannove, ma non è cambiato praticamente nulla. Come anni prima, Stiles lo ignora, o, se gli rivolge la parola, è solo per ricoprirlo di insulti. E Derek sa che se li merita, ovvio, ma il fatto è che sono quattro anni che cerca un approccio e gli vengono fuori solo frasi del tipo:

"Moccioso, ti hanno mai detto che hai gli occhi enormi?"

"Quella felpa è ridicolmente grande su di te." 

"Sei sicuro ti donino i capelli più lunghi?"

E cose del genere. 

Ogni volta, Derek se ne pente nello stesso istante in cui le pronuncia, ma è troppo tardi. Stiles risponde sempre con quel suo sarcasmo affilato come coltello. 

"E a te hanno mai detto che hai un cervello minuscolo?" 

"Sarà che non trovo taglie piccole. Sono tutte grandi come quelle che tu usi per contenere il tuo spropositato ego."

"Sono sicuro che ti donerebbe un calcio nelle palle." 

E Derek è stanco di non riuscire a comunicare con lui. Ci ha provato anche frequentando i suoi stessi club doposcuola. Quello di scienze, di storia e di teatro, ma nessuno dei tre era andato a buon fine. Soprattutto di teatro, quando il professore aveva chiamato Stiles per interpretare Romeo e Derek aveva chiesto di fare Giulietta. Tutta l'aula aveva creduto l'avesse fatto per prendere in giro Stiles e avevano cominciato a ridere. Stiles se ne era andato subito dopo. 

Ormai sono quattro anni che quella storia va avanti e ora, che è il giorno del suo diploma, deve mettere un punto a quella storia. 

Si trova con Erica ai piedi del palco su cui è avvenuta la consegna dei diplomi e su cui ha tenuto il discorso come miglior studente (sì, è stato il capitano della squadra di basket, ma anche il più bravo della sua classe). 

"Tesoro mio, devi semplicemente dirgli che ti piace."

Derek alza gli occhi al cielo. "Non mi crederà mai! Penserà io lo stia prendendo in giro e mi ricoprirà di quei suoi intelligenti insulti come sempre!" 

Erica gli ride praticamente in faccia. "Sei così ridicolmente cotto che mi fai tenerezza. Cosa devo fare? Dirglielo io per te?" 

Derek abbassa il capo. "No, lo faccio io, ma...non lo so. Ho paura dell'ennesimo rifiuto. Non capisco perché non mi crede."

"LE cause sono due: la prima è che siete il classico cliché, lo sportivo della scuola e il secchione, sa troppo di commedia romantica scadente."

"Ma anche io sono un secchione" protesta Derek. 

"Certo, ma sei anche un gran figo. Sei tu che stoni nel contesto."

Derek la guarda male. "E il secondo motivo?" 

"Der, sei impedito, incapace. Non sei in grado di parlare con Stiles senza dire una cazzata immane." 

Derek la guarda ancora peggio, pur sapendo che ha ragione. "Questa volta mi crederà" dice risoluto e se ne va, lasciando tutti lì. 

Arriva a casa di Stiles quindici minuti dopo. Ha ancora la toga blu con il drappo oro del miglior alunno che gli cade sulle spalle. 

Il ragazzo è nel giardino, sembra stia strappando le erbacce e non si accorge subito della presenza di Derek. Infatti, sobbalza quando lo vede. 

"Cosa diavolo ci fai nel mio giardino?" chiede piccato. 

Derek avanza, fino ad essergli di fronte. "Sono stato il migliore del mio anno e ho tenuto il discorso, poco fa" dice. 

Stiles incrocia le braccia sul petto. "E quindi?" 

Derek prende un respiro, per prendere anche coraggio. "E quindi questo fa sì che potremmo essere reali, e non una finta commedia romantica. E tu dovresti realmente credermi quando ti dico che mi piaci." 

Stiles lo guarda stranito. "Io cosa?"

"Mi piaci. E molto e da molto tempo, in verità. Te l'ho detto anche spesso, in questi anni."

Stiles ora ride, sarcastico. "Detto? E quando? Mentre mi chiamavi moccioso o quando mi urtavi facendomi cadere il pranzo?" 

Derek abbassa la testa, imbarazzato. "Erano...erano solo modi per attirare la tua attenzione e...okay, non ci sono riuscito granché." 

"O almeno non in positivo" sottolinea il ragazzo. "Perché dovrei crederti?" chiede. 

Derek alza lo sguardo, guardandolo negli occhi e non badando al proprio cuire che batte dortissimo. "Perché so che prendi il caffé decaffeinato ogni martedì, perché odi il martedì. So che sei nato il ventinove maggio e che per i tuoi sedici anni hai dato un pigiama party a casa tua ed è venuto solo Scott. L'anno dopo, però, Ti hanno fatto una festa a sorpresa, Scott, Lydia Jackson, Danny e gli altri. So che ti piace la storia, ma hai difficoltà con le date; però sei bravissimo in matematica. Forse studierai fisica al college, non ti piace il mare d'estate e prendi il latte solo se dentro c'è del cioccolato. E...e tante altre cose."

Ora è Stiles ad avere lo sguardo sbalordito. 

"Ti ho osservato molto, Stiles, dato che non mi permettevi di avvicinarti. E mi dispiace, sia perché sembro un maniaco e sia perché non ho potuto conoscere quetse cose direttamente. E mi è piaciuto tantissimo osservarti, guardarti sorridere, gesticolare, ma...preferirei parlare con te. Sono convinto che mi piacerebbe molto anche quello." 

Stiles fa un passo in avanti, un'altro ancora, fino ad essere pochi centimetri da Derek e...scoppiare a ridere. 

Derek vorrebbe scappare, per quanto è triste e deluso, quindi arretra e fa per girarsi, ma Stiles gli prende un polso e lo blocca. 

"Ehi, as-aspetta" dice, nelel risate. "Sto ridendo perché sono felice!" 

Derek alza un sopracciglio, interrogativo. 

"Cavolo, Hale, ho una cotta per te da quando...beh, da quando ho memoria di avere una cotta e tu a quanto pare hai fatto lo stesso ed è ridicolmente divertente!" 

"Mi credi?" chiede Derek, le mani che tremano per l'emozione. 

"Certo che ti credo. Ti ho visto recitare e fai davvero schifo, quindi quella era tutta verità!" 

Ora anche Derek si unisce a quella meravigliosa risata che gli fa vedire le lacrime agli angoli degli occhi. 

"Ci esci con me stasera, allora?" chiede a Stiles. 

"Vengo dove ti pare, con te." 







La parola era "ERBACCE". 

Anche questa volta giusto in tempo! 

Ah, non so se vi ho mai detto (e suppongo qualcuno lo sappia già), potete leggere altre robe scritte da me (e non solo) qui: @pampu_blu 

Blu. 

365 Sterek (2021) vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora