Louche: disdicevole, moralmente in dubbio
"Ti-ti prego... Non tornare più qui..."
Stiles, anzi, Padre Stiles cerca di chiudere la porta del suo appartamento, ma Derek glielo impedisce.
Derek ha trentacinque anni, è un ragazzo del suo stesso quartiere, si conoscono da molto tempo, ma non sono mai stati realmente amici. Semplicemente conoscenti.
Derek ha avuto una vita difficile fin dalla prima gioventù, quando i suoi genitori sono stati uccisi durante una rapina. Stiles ricorda che a prendersi cura di lui, insieme alla sua sorellina Cora, era stata sua sorella maggiore, Laura. Ricorda di averlo visto spesso fare i lavori più umili, o semplicemente di averlo visto al parco, seduto su una panchina con sguardo triste. Al massimo si sono scambiati qualche saluto, incrociandosi per strada.
Si sono incontrati di nuovo sei mesi prima, quando Derek ha messo piede nella parrocchia di Stiles.
Stiles, trent'anni, novello parroco della minuscola cittadina in cui ha sempre vissuto. Derek era entrato lì, disperato, in cerca di aiuto per sua sorella Cora. Laura era ormai in Giappone da qualche anno e lui non voleva si preoccupasse. Derek aveva chiesto semplicemente di lavorare, di fare qualsiasi cosa, per poter pagare il college a sua sorella.
Stiles aveva chiesto alla comunità, aveva chiesto anche a suo padre nella polizia, ma non aveva trovato nulla, quindi aveva una sola alternativa. Derek aveva cominciato con le pulizie in chiesa, per poi dare una mano con alcuni lavori di ristrutturazione e di organizzazione. Più volte, Stiles si era ritrovato a chiacchierare con lui, mentre gli portava dell'acqua fresca o qualcosa da mangiare. Derek inizialmente era taciturno, rispondeva quasi a grugniti, ma pian piano si era aperto. Stiles aveva appreso che amava l'arte e che era davvero un bravo pittore, che il suo sogno era andare all'accademia di belle arti, ma purtroppo la vita era andata in un'altra direzione. Aveva ascoltato Derek parlare dei suoi genitori, lo aveva sentito piangere durante il racconto della notte in cui hanno perso la vita.
A sua volta, Stiles gli aveva raccontato della perdita di sua mamma, della sua vocazione e di come, a vent'anni, si era avvicinato al percorso pastorale. Hanno bevuto insieme cioccolata calda, sono stati in silenzio davanti al fuoco e Stiles ha avuto anche il piacere di essere invitato a cena per poter finalmente conoscere Cora. Cora che ora studia medicina, che è una promessa del settore e che rende suo fratello fiero. Stiles glielo ha sentito dire molte volte, ma glielo legge anche negli occhi.
Così come gli ha letto negli occhi un affetto profondo nei propri confronti, ha letto dolcezza, conforto.
Una settimana prima, proprio davanti al camino della sacrestia, erano entrambi seduti in silenzio. Derek aveva appena finito di riparare una perdita nel bagno e Stiles aveva avuto un acceso incontro con una mamma di un ragazzino del doposcuola che non ne voleva sapere di aprire i libri. Entrambi erano provati dalla giornata e dal freddo, quindi erano solo rimasti in silenzio per un po'.
Era stato Derek a rompere il silenzio, sedendosi sul divano di fianco a Stiles.
"Ti sei mai pentito di aver preso i voti?"
Stiles non aveva avuto nemmeno bisogno di pensarci.
"No, assolutamente."
Derek era rimasto in silenzio, poi aveva aggiunto.
"Mi correggo" aveva detto, "so che è una scelta che hai fatto con mente e cuore. Ma, ad oggi, hai mai pensato a come sarebbe la tua vita, se avessi preso un'altra strada? Hai mai fantasticato?"
Stiles sapeva benissimo cosa volesse dire Derek. Lo sapeva, ma aveva risposto lo stesso, mentre si alzava e usciva dalla stanza.
"Sì, Derek. Ultimamente ci ho pensato spesso."
Stiles era praticamente sparito per una settimana, cercando di evitare Derek in ogni modo, anche se l'altro aveva sempre cercato di parlargli. E, ora, una settimana dopo, Stiles sta piangendo, cercando di scacciarlo.
Derek è andato poco prima a casa sua, cosa mai fatta prima e Stiles era rimasto immobilizzato sull'uscio.
"Derek, tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?" aveva chiesto, stringendosi nella felpa, per proteggersi dal vento gelido.
"Sì, Stiles" aveva risposto. "Ho bisogno di sapere perché è una settimana che scappi da me."
Stiles si era sentito avvampare.
"Non scappo. Sono stato molto impegnato."
Il contraccolpo della parete contro la schiena aveva mozzato per un attimo il respiro a Stiles. Derek lo aveva preso per il colletto e gli aveva parlato a un centimetro dal naso.
"Impegnato? E non c'entra nulla con la risposta che mi hai dato l'altra sera? Nulla col fatto che hai fantasticato su una vita diversa? Su una vita con me?"
"Ti-ti prego... Non tornare più qui..."
Stiles lo dice tra le lacrime che gli bagnano il viso, fissando lo sguardo in quello furioso di Derek.
"Perché, Stiles? Perché dovrei?"
Il respiro di Derek sul viso, l'averlo così vicino, l'agitazione, le lacrime, la paura che qualcuno possa passare di lì, mandano in tilt Stiles che sente il respiro sempre più corto e affaticato, il calore sulle guance e, all'improvviso, la testa leggera.
Quando riapre gli occhi, Stiles sente delle carezze sulla fronte, mani delicate che gli accarezzano il viso e i capelli. Quando apre gli occhi, vede lo sguardo preoccupato di Derek, i suoi occhi rossi e lucidi.
"Non volevo spaventarti, non volevo farti del male, mi dispiac-"
"Ehi" lo interrompe Stiles. "Lo so, mi fido di te. Solo non sono fatto per l'agitazione, mi prende male."
Derek accenna un sorriso.
"Perché ti sei agitato così tanto?" chiede, senza fermare le carezze.
"Perché..." Stiles cerca le parole più giuste, "perché hai ragione e perché è sbagliato, Derek."
Lo sguardo di Derek diventa ancora più dolce, una mano si ferma sulla guancia di Stiles, poi si sporge in avanti. Stiles smette di respirare, quando sente le labbra di Derek sfiorargli la fronte. Un gesto così intimo e dolce che ricomincia a piangere.
Derek gli asciuga una lacrima, senza smettere di guardarlo negli occhi.
"Io accetterò ogni tua decisione, ma... è così sbagliato esserti innamorato di me?"
Stiles abbassa lo sguardo, tirando su col naso, mentre Derek si alza, senza aspettare una risposta.
E Stiles non può rispondere, perché non può negare l'evidente verità. Sì, è innamorato di quel meraviglioso uomo, lo ama con tutto se stesso, ha imparato ad amare ogni parte di Derek. E non può negarlo.
Un anno dopo
"Derek, dove sei?!"
Cora esce in giardino, chiamando suo fratello. Le ha promesso che avrebbero cucinato insieme, ma sembra essere sparito. Si guarda intorno, poi lo vede e sorride.
"Ehi! Tu non dovevi arrivare tra due ore?" urla, vedendo suo fratello e Stiles sciogliere il loro abbraccio.
"Gli ho fatto una sorpresa, ho finito prima di lavorare!" risponde Stiles, tenendo comunque un braccio intorno alla vita di Derek che continua a guardarlo con occhi innamorati.
"Sì, bene, sono contenta che vi amiate, ma io voglio la lasagna e ora ci aiuti anche tu!" dice, per poi tornare in casa.
"Quindi com'è andata a scuola oggi?" chiede Derek, dopo aver baciato ancora Stiles.
"Benissimo! I bambini mi adorano, ovviamente. Ti ho già detto che amo insegnare, vero? Poi sono così teeeeneri!"
Derek ride insieme al suo compagno, continuando ad ascoltare i suoi racconti, seguendolo in casa. Nella loro casa.
STAI LEGGENDO
365 Sterek (2021) vol.1
Fanfiction365 parole. 365 Sterek. Una Sterek al giorno. Per 365 giorni. Per il secondo anno.