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Longanimity: pazienza o tolleranza di fronte alle avversità 

Derek sa di non essere mai stato paziente. Non lo è mai stato durante i litigi, durante le battaglie col branco e nemmeno con Laura quando era ancora viva, o con sua mamma quando insisteva col fargli mangiare le verdure. Le avversità gli hanno sempre messo addosso una sorta di adrenalina impaziente, l'hanno sempre costretto a buttarsi a capofitto nelle decisioni, giuste o sbagliate che fossero. 

Paziente no, ma tollerante sì, pensa Derek di se stesso. Non sa aspettare, non sa reagire razionalmente, ma, allo stesso tempo, è sempre stato capace di tollerare le decisione altrui. Di accettarle. 

Ed è quello che sta facendo da almeno un anno. Sta tollerando Stiles. E sa che si sta sforzando di metterci anche un pizzico di pazienza, di sopportarlo in maniera indulgente, ma sta diventando insopportabile. 

Un anno prima, Stiles lo ha salvato dall'FBI, lo ha riportato a Beacon Hills e da quel momento è diventato... pesante, ecco. Non totalmente in accezione negativa, ma per Derek è decisamente uno stress averci a che fare. 

Stiles c'è sempre, ogni giorno. C'è quando Derek si chiude al loft, c'è quando va a correre da solo e c'è quando fanno le serate col branco che Derek si è sempre rifiutato di fare. Solo che si ritrova sempre ad accettare. 

Stiles c'è e parla e riempie i silenzi, i vuoti e Derek si sente oppresso, ma anche pieno e non sente più i silenzi assordanti. Solo che non ne può più. 

Perché Stiles è lì, ma non si muove. Derek non sa perché lo fa, se ha altri fini, se lui può avere altri fini. Stiles è suo amico? Stiles è qualcosa in più? Stiles vuole qualcosa in più? 

"Derek, hai lanciato tu quel libro contro la vetrata?" chiede Isaac, evidentemente sconcertato. 

Derek, semplicemente, gli ringhia contro. 

"Che cosa succede?" insiste il biondo. 

"Stiles" risponde Derek, come se quel nome bastasse a spiagare tutto ciò che ha dentro e che sente. 

"Stiles cosa? Avete litigato?" 

Derek sbuffa, lasciandosi cadere quasi a peso morto sul divano. 

"No" risponde. "Mi ha chiesto se voglio accompagnarlo a fare la spesa, così compro qualcosa che non sia cibo in scatola anche per il loft."

"E questo ti ha fatto infuriare? In fondo ha ragione."

"Lo so!" sbraita. "So che ha ragione, ma perché lo fa? PErché si preoccupa? Perché è così dannatamente soffocante e perché ci tiene a me così tanto?" 

Isaac gli si siede di fianco, guardandolo negli occhi. 

"Ti sei risposto da solo. Perché ci tiene a te e si preoccupa e vuole tu stia bene. Stiles è così, si preoccupa per le persone a cui tiene e lo fa in maniera un po' troppo apprensiva, è vero. Però credo dipenda dal trauma per la perdita di sua mamma, non vuole che le persone che ama spariscano da un momento all'altro. E vuole sempre dimostrare loro il suo affetto." 

"Quindi lo fa anche con te?" 

Isaac annuisce. "Sì, certo. Ieri mi ha comprato un cestino di fragole." 

Derek reclina la testa e chiude gli occhi. Ecco, ha perso il controllo e la pazienza per nulla. Stiles fa così con tutt-

"Però con te lo fa un po' di più, è più attento a te che a chiunque altro."

"In che senso?" chiede, di nuovo attento. 

"Nel senso che se a me porta un cestino di fragole, a te porterebbe una piantagione intera. O nel senso che ieri sera eri particolarmente scazzato e si è alzato per fare la tisana allo zenzero che odiamo tutti tranne te. O nel senso che tre giorni fa è stato bocciato ad un esame dell'accademia, che ha dato online, ma è comunque venuto qui da te perché doveva costringerti a guardare Harry Potter." 

Derek ci pensa su, pensa a tutti quei dettagli che sì, aveva notato, ma non nel modo giusto. E sì, Stiles è soffocante a volte, ma in maniera piacevole. Derek si sente spazientito, ma sa anche che se Stiles smettesse di farlo, ne noterebbe la mancanza. 

"Derek, sei abituato a vedere chi tiene a te come un pericolo, come un'avversità. Il tuo atteggiamento è sempre di difesa, e con Stiles stai molto sulle tue, più che con chiunque altro. Proprio perché hai già capito quanto tiene a te, solo che ne sei terrorizzato" spiega Isaac. "Solo che devi ficcarti in testa che Stiles non è un pericolo da affrontare, anzi. Non devi avere l'atteggiamento di chi sta sopportando una disgrazia, perché sai benissimo quanto non lo sia e quanto Stiles tenga a te. Non ti farebbe mai del male." 

Isaac ha ragione, Derek lo sa, anche se non l'ha mai ammesso a se stesso, figurarsi farlo ad alta voce. 

"Però è arrivato il momento di fare un passo avanti verso la paura e superarla, no?" continua il biondo. 

Derek ancora non gli risponde, ma prende le chiavi della macchina e sia avvia verso le scale. Sente in lontananza Isaac ridere. 

Quando arriva alla Camaro e sta per aprirla, si sente chiamare da lontano. Si gira e Stiles sta entrando nel parcheggio, a piedi e con le guance arrossate. 

"Sourwolf!" saluta, quando è più vicino. "Stai uscendo? Vengo con te?" 

"Sei venuto a piedi fin qui?" chiede Derek, senza rispondergli. 

Stiles si passa una mano dietro la nuca, sembra in imbarazzo. 

"Mh, si?" dice. "Ecco, è che la Jeep ha deciso di riposare oggi e ti avevo detto che sarei passato oggi, quindi mi dispiaceva non mantenere la promessa e-" 

Derek non gli dà modo di finire la frase. Gli prende il viso tra le mani e lo bacia. Un bacio a stampo in cui cerca di metterci tutte le parole che non riesce a dire. Quando si separano, Derek non sposta le mani che incorniciano il volto di Stiles illuminato da un enorme sorriso. 

"Tu non sei un pericolo" dice, più a se stesso che a Stiles. Che comunque risponde. 

"Certo che no, lupone. Cerco di fartelo capire da anni. E poi, davvero? Come diavolo potrei farti del male? Mi hai visto?" 

Derek sbuffa un sorriso, senza però lasciarlo andare. 

"Non voglio farti del male, mai" continua Stiles. "E sono disposto a continuare a dimostrartelo ogni giorno, per molti giorni."

Derek si sporge e lo bacia ancora. 

"Grazie per averlo fatto" gli sussurra a fior di labbra. 

365 Sterek (2021) vol.1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora