Capitolo 2 - terza parte

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"Dolcezza" sento una voce lontana


"Nooooooo, Ethan no. Ti prego. Non lasciarmi Ethan."


Una voce mi chiama e una mano calda accarezzarmi la testa.

"Ehi Dolcezza, siamo arrivati"


Ma chi sarà mai.

Coscienza mi lasci almeno aprire gli occhi prima di iniziare a fare la sarcastica?

No, non penso.

Senti vai a cagare.

Oh ma sei scema o la fai, Sam ti sta chiamando.

Giusto...


Apro gli occhi e mi trovo due iridi marroni chiaro che mi sorridono. Il suo sorriso riesce a combattere la pelle d'oca che mi sento ancora addosso a causa dell'incubo. È assurdo, erano mesi che non sognavo l'incidente. Pensavo che la terapia autonoma che mi sono fatta avesse funzionato e invece mi sbagliavo.

Con la voce ancora impastata dal sonno lo ringrazio e scendo dal bus. Inizio a correre verso i bagni della scuola per cambiarmi evitando che qualcuno mi veda. Entro dal cancello della scuola e non vedo nessuno, corro verso la porta e vado a sbattere contro qualcuno.

"Ehi, guarda dove cammini" dico nello stesso momento in cui quella specie di muro contro cui sono andata a sbattere mi dice, con tono irritato: "Ma che diavolo fai?"

L'unica differenza è che io sono finita col culo per terra a causa sua mentre lui non si è spostato neanche di un centimetro. Oltre il cappuccio vedo una mano che si sporge per aiutarmi ad alzarmi.

Alzando lo sguardo, riconosco Charlie. Vedendo le sue sopracciglia arricciate, inizio a correre verso il bagno più in fretta di prima.

Finalmente arrivo e mi massaggio un attimo il sedere per compensare la botta che ho appena dato, almeno ho avuto il buon senso di non atterrare sul polso.

Inizio a vestirmi e sostituisco la tuta con un paio di jeans neri, la felpa con un maglione grigio largo ma soprattutto accollato e gli Ugg che ho ai piedi con degli stivaletti grigi. Poi tiro fuori lo specchietto e mi guardo, sono orribile, divento subito rossa al pensiero che Charlie mi abbia visto in queste condizioni a dir poco pietose. Metto del correttore per coprire il più possibile il rossore e il gonfiore agli occhi. Sto per uscire ma quando allungo la mano verso la maniglia il mio sguardo cade sul polso, la manica non lo copre e non posso certo nasconderlo con il correttore, altrimenti lo finirei. Cerco dentro lo zaino e trovo un foulard che mi sono dimenticata un paio di giorni fa. Ha una fantasia viola ed è stropicciato ma questo non è importante, il mio senso per la moda è quasi inesistente. Lo lego al polso facendo attenzione a non farmi male e quando lo copro bene esco dal bagno.

Il corridoio è pieno di studenti che chiacchierano tra loro mentre si avviano alle aule. Sento la campanella e inizio a correre verso la classe dato che è abbastanza lontana. Per fortuna riesco ad arrivare in tempo, la professoressa di letteratura ancora non c'è. Vado a sedermi al mio posto che si trova in fondo alla classe e in prima fila vedo Lily che cerca la mia attenzione.

La saluto così da farle capire che l'ho vista e può smettere di sbracciarsi. "Ciao"

"Buongiorno anche a te"

Vedo che mima qualcosa con le labbra. Non so cosa stia dicendo ma, al terzo tentativo, capisco e arrossisco.


Seconda Chance - Amore oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora