Capitolo 37 - ultima parte

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Come previsto sono le cinque di mattina e non ho dormito due minuti. Mi vesto con una delle vecchie tute di Ethan, mi metto gli occhiali da sole per coprire l'occhio nero e parte del naso. Alzo il cappuccio della felpa blu. Stacco il telefono dal caricatore e quando si accende trovo tutte le chiamate dei miei amici e di Charlie e vedo i loro messaggi però non li leggo.

Non sono ancora pronta.

Mi metto le cuffie nonostante il dolore assurdo alla testa e vado verso la fermata del bus.

Sam mi corre incontro e mi abbraccia. "Oh mio dio Dolcezza. Grazie al cielo sei viva, mi sono preoccupato così tanto. Mi sono presentato a casa tua quando tuo padre non era presente ma non c'eri mai. Non sapevo che fare, non potevo presentarmi dalla polizia solo con dei sospetti. Mi dispiace così tanto, che ti è successo? Cosa ti ha fatto?"

Mi allontano subito da lui non reagendo bene ai contatti in generale. "Guardami" Prova ad alzarmi il viso ma d'istinto, schiaffeggio la sua mano.

Tra le lacrime, sussurro: "Ti prego no"

Accettando il mio stato d'animo, mi accompagna al bus e saliamo. "Sai...non mi piace fare colazione da solo"

Tengo la testa bassa ma sorrido a questo suo commento.

Senza più dire nulla, partiamo. Continuo ad ascoltare la musica mentre la gente mi passa accanto vivendo la loro vita.

Non sono così egoista da pensare che le persone abbiano una vita meravigliosa. Adam, Charlie e JJ sono dei chiari esempi che anche se si è solari non bisogna per forza stare bene. Però al momento darei qualsisia cosa per potermi sostituire ad una ragazza il cui problema maggiore è se vestirsi di nero o blu. Quando arriviamo a scuola scendo di fretta, sento Sam che mi augura buona giornata. Non rispondo e non mi volto. Mi dispiace per lui ma non sono in grado di fingere.

Entro dal cancello e supero il posto d'incontro con i miei amici senza alzare lo sguardo per vedere se ci sono oppure no. Passo dai totem con il badge e devo decidere cosa fare perché avrei lezione di chimica. Guardo di soppiatto lungo tutto il corridoio e vedo moltissimi gruppetti di studenti. Sembrano tutti stanchi per essere qui ma felici di poter vedere i propri amici. Non posso evitare di sentirmi sbagliata e fuori posto.

Con quale faccia tornerò a girare lungo questi corridoi come se nulla fosse? Riuscirò ancora a guardare Charlie, Adam e il resto del gruppo?

Cammino lungo il corridoio con la testa bassa finché non mi trovo davanti alla porta d'emergenza per salire sul tetto della scuola. La fisso indecisa sul da farsi per alcuni minuti e alla fine decido di salire.

Mi avvicino al cornicione essendo sempre stata ossessionata dall'altezza. Guardare giù da un'altezza simile mi fa uno strano effetto, paura mista ad eccitazione.

Guardo i palazzi attorno a me e inizio a pensare a tante cose per cui mi sento in colpa. Tutte le persone di cui sono circondata stanno male per colpa mia. Mia mamma e Ethan sono morti a causa mia. Mio padre è così per causa mia. I miei amici non avrebbero preoccupazioni se non fosse per me e Charlie sarebbe finalmente felice.

E invece no! Io sono viva, esisto e causo problemi a chiunque mi parli.

Senza paura, mi siedo sul cornicione e faccio scorrere l'immaginazione, ricreando la vita di tutti quelli che conosco senza di me.

Vedo mio padre con un bel lavoro che torna a casa per cenare con la moglie e il figlio che magari gli presenta la sua ragazza. Bella, intelligente, che gli tiene testa e sa che la simpatia è il suo punto forte. Vedo mia madre che lava i piatti insieme alla sua nuova nuora che decide di darle una mano mentre i due uomini vanno a fare discorsi tra padre e figlio.

Vedo Adam che sta con Lily sotto al gazebo a mangiare cibo thailandese mentre si creano un futuro insieme, un futuro che potrebbe riguardare un lontano matrimonio proprio in quel posto così significativo per loro.

Vedo Ryan, Drake, JJ, Nate, Eddie e Elliot che mangiano al tavolo dei giocatori di football mentre ridono e scherzano facendo battute a sfondo sessuale sulle loro ultime conquiste.

E poi vedo Charlie, conosce una ragazza brillante e intelligente, lui si apre con lei e lei lo capisce e lo accetta così com'è. Lo vedo sorridere mentre la guarda innamorato.

Sento le lacrime scorrermi sulle guance dopo quest'ultima immagine ma è bello pensare ad un Charlie felice senza di me. Fa male, fa un male cane ma è bello sapere che sarebbe felice. E se quella ragazza fosse Stacy? Potrebbe essersi già dimenticato di me. Questa settimana io pensavo a lui come fosse il mio talismano ma non avevo pensato che non potrei biasimarlo se si fosse già messo con l'oca. Infondo ci siamo lasciati e anche se mi fa ancora molto male mi ci devo abituare.


Guardo giù e penso: E se mi buttassi?


Rivedo tutte le loro vite, molto più belle di come sono adesso. Purtroppo mi hanno conosciuta ma sono sicura che riuscirebbero a superarlo. Spero solo che nessuno di loro mi debba vedere spiaccicata sul marciapiede. Sparirei semplicemente, non saprebbero mai nulla. Forse ne parlerebbero i giornali e non mi conviene ma non posso fare a meno di pensare che i miei amici sono tutti abbastanza forti. Da questo lato non ci sono finestre delle aule quindi nessuno mi vedrà cadere. Devono solo trovarmi.


Fermati.

No.

Aspetta.

No.

Non farlo!


Mi alzo mettendomi in piedi sul cornicione, chiudo gli occhi pensando al mio ultimo bacio con Charlie. Voglio che le mie ultime emozioni siamo positive, non voglio pensare a niente di brutto.

Penso a Charlie, sorrido soddisfatta e poi stacco il primo piede. 



Nota autrice:

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Seconda Chance - Amore oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora