Capitolo 7 - ultima parte

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Ora che è in piedi e davanti a me potrei vomitare da quanto è corta la sua divisa, insomma ma non ha una sua dignità?

"Ciao Stacy, va tutto bene?"

Non riesco a decifrare l'emozione che trasuda dal suo tono. L'unica cosa certa è che le sta guardando il seno e quando anche lei se ne accorge sorride trionfante. Probabilmente era questo il suo intento fin dall'inizio, altrimenti perché metterlo così in mostra.

Stacy cerca di usare una voce sensuale che mi sta facendo salire la colazione. "Certo, volevo solo chiederti una cosa"

Charlie alza finalmente il suo sguardo sulla faccia compiaciuta dell'oca. "Dimmi tutto"

Lei gli si avvicina e gli accarezza il petto con la mano. "Bethany fa una festa venerdì, ci vieni con me?"


Ora si che vomito.

Non nel mio cervello per favore.

Allora faccio vomitare te.

Non in corridoio.

Allora ti conviene cercare un bagno.

Ma se tipo tu non vomitassi.

Be' allora falla smettere.

E come?

Non lo so, allora va via.

Ok.


Mi riprendo e vedo che Stacy è ancor più vicina a Charlie, decido di andarmene e mentre mi giro sento che il discorso va avanti.

"Bethany è la ragazza di Adam, giusto?"

Mi viene spontaneo sorridere ripensando a tutte le volte che ha appositamente sbagliato il nome dell'oca numero tre.

"Si, sta con Smith ed è la mia migliore amica. Be' dopo Katrine ovviamente"

Charlie la imita scherzosamente. "Ovviamente" Stacy non si accorge della presa in giro e quindi aspetta una risposta che purtroppo non tarda ad arrivare e mi coglie alla sprovvista. "Comunque va bene, vengo a prenderti alle otto, ok?"

"Ma certo"

Estasiata, Stacy si lancia su di lui e gli lascia un bacio sulla guancia, sulla mia guancia. Quella che ieri ho baciato io, solo che il suo bacio dura fin troppo. Mentre parlavano io camminavo molto piano ma nonostante la mia lentezza sono arrivata alle scale così decido di porre fine a questo discorso nel caso in cui ci sia un continuo. Sono abbastanza sicura che si svolgerà nel bagno dei ragazzi e non voglio assistere alla scena di Charlie che la prende per mano e la fa entrare mentre controlla che nel corridoio non ci sia nessuno.

Salgo fino al secondo piano ma invece che andare nell'aula del coro a studiare decido di entrare in quella di teatro, sono stanca e lì ci sono le poltroncine rivestite su cui posso dormire. Appena entro tutto è spento quindi mi affretto ad accendere la luce e mi accorgo di non essere sola. Vedo dei piedi uscire da una fila di poltrone, qualcuno ha avuto la mia stessa idea.

Mi avvicino per vedere di chi si tratta e rido non appena vedo Adam che dorme con la bocca aperta e il viso completamente rilassato.

Dolcemente sussurro: "Adam"

"Ancora cinque minuti mamma"

Il mio cuore vorrebbe piangere per il mio amico all'idea che lui sogni ancora sua madre perché significherebbe che anche lui sa cosa significa essere tormentati da qualcosa. L'unica differenza è che io vengo mangiata viva dal senso di colpa mentre lui non poteva fare nulla per impedire la sua morte.

Gli scuoto leggermente la spalla. "Adam sono Mia"

"Mia? Dov'è la mamma?"

Ora si che gli occhi iniziano a pizzicarmi. Sta ancora sognando e io non voglio vedere la sua faccia quando si sveglierà e scoprirà che era tutto un sogno.

Decido di andarmene per lasciarlo dormire così da dargli ancora del tempo con sua madre. Quando mi giro e inizio a fare gli scalini per andare all'uscita sento che inizia a piangere, cosi lascio a terra il mio zaino e mi fiondo da lui.

Adam mi stringe la mano e se la porta al petto gemendo di dolore. "Mamma non andare via"

Ha tutta la maglietta impregnata di sudore e lo capisco benissimo, il suo corpo sta lottando contro la sua mente.

Adam sa che sua madre è morta e sta cercando di svegliarsi per rendersene conto ma la sua mente continua a mostrargli il suo volto. Si trova davanti ad un bivio e deve scegliere se combattere, aprire gli occhi e tornare nel mondo reale oppure abbandonarsi al sogno e aspettare che finisca per poi svegliarsi e capire che non era vero.

"Non vado da nessuna parte Adam, ma sono Mia non Rosalie"

Non appena pronuncio il nome della madre, Adam apre gli occhi di scatto ma non è ancora del tutto sveglio. Se guardo attentamente i suoi occhi penso quasi di poter vedere le immagini del suo sogno. Il suo sguardo è puntato su di me ma non mi vede, nei suoi dolcissimi occhi color caramello riesco solo a vedere l'ombra di tristezza che si sta avvicinando come una tempesta pronta ad abbattersi sul mio migliore amico. So già che questo tumulto di emozioni negative attanaglierà il cuore di Adam appena lui deciderà di svegliarsi definitivamente e sono sicura che avrà bisogno di me in quel momento. Decido di aspettare e gli lascio il tempo di riprendersi e di capire ciò che sta succedendo.

Adam mi guarda confuso e sussurra il mio nome. Vedo che piano piano si sta svegliando. Si alza e si mette seduto, guarda davanti a sé e pochi secondi dopo china la testa in avanti e inizia a piangere. Mi affretto ad abbracciarlo, lui ricambia stringendo tra le mani il tessuto della mia maglietta facendomi così sentire il suo bisogno di me. Non so cosa ho fatto nella mia vita passata ma deve essere stato un gesto eroico per essermi meritata Adam. Non potrei essere più felice di avere un amico con cui ridere a crepapelle e piangere tutte le nostre lacrime. Stringo il mio amico tra le mie braccia come fosse un bambino e aspetto che finisca tutte le sue lacrime prima di parlare. 



Nota autrice:

Cavolo...iniziare un capitolo con una svolta positiva e finirlo in modo così brutto. 

Mi sento una persona orribile perché amo tutti i miei personaggi e so che non meritano questo ma ehi...è così che deve andare. 

Un pizzico di gelosia non fa mai male ed è il momento che Stacy diventi un personaggio e non solo un'apparizione. 

Fatemi sapere cosa ne pensate della stupidità maschile. 

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora