Si siede ai piedi del letto e mi guarda con le braccai spalancate. "Ora siamo in camera, chiedi pure!"
Scuoto la testa divertita. Indico la parete gialla. "Te li crei?"
"Be ecco...non sono uno che sa aspettare ma il mio lato artistico mi obbliga ad avere pazienza. Di solito io dipingo i miei sogni, ciò che reputo di una bellezza sovrumana o irraggiungibile. I miei disegni rappresentano sempre ciò che ho di più bello nella vita e quindi ciò che per me diventa un sogno" Adoro sentirlo parlare della sua passione. Il sentimento con cui si esprime è meraviglioso. "Per questo ho disegnato te"
Lo guardo sciocca ma continuo con quella verde. "E sei folle?"
Charlie ride e risponde: "Di natura non sono per niente una persona folle. Sono sempre stato solitario e mi andava bene. Poi mi sono emancipato e ho avuto una specie di crisi di mezza età, ho deciso che volevo fare tutto ciò che potevo, come se stessi per morire da un momento all'altro. Ovviamente ho rinunciato ad alcune cose in quanto senza una ragazza non potevo fare esperienza. Ma a parte ciò, liberandomi dei miei limiti e delle mie regole ho capito che è tutto più divertente"
Arrossisco come un peperone all'idea di quello per cui si è appena definito un principiante, ma nonostante questo mi avvicino di qualche passo nella sua direzione e con il pollice indico la parete azzurra alle mie spalle.
La più triste. In un sussurro chiedo: "Perché?"
Charlie abbassa leggermente il capo ed evita il mio sguardo. "Quella rappresenta una delle mie tante follie. Dopo la morte dei miei genitori ho imparato ad apprezzare i piccoli gesti d'affetto. Solo tempo dopo ho capito cosa significavano davvero certe dimostrazioni ma ormai era tardi, io ero solo e mi mancava così tanto sentire una leggera carezza sulla guancia mentre dormivo, un bacio caldo sulla fronte prima di andare a letto o un abbraccio prima che mio padre andasse a lavorare"
Il suo tono rimane basso come se le sue parole fossero un segreto. Mi avvicino e mi intrufolo tar le sue gambe rimanendo in piedi. Lascio che poggi la testa sul mio addome e che mi stringa i fianchi. Ormai ho capito che Charlie non si lascia andare spesso alle emozioni perché ne è spaventato. In questo momento combatte contro l'angoscia che lo perseguita da una vita. Ancora non posso credere che abbia superato tutto da solo, insomma anche io ho passato i miei casini ma non potrei mai emanciparmi, non credo di essere autosufficiente.
Mentre rifletto, ripenso ad Ethan ed una strana scarica di adrenalina mi attraversa riempiendomi di forza di volontà. Per quanto riguarda Charlie, sento che il suo respiro si normalizza così cambio argomento per tirargli un po' su il morale.
Indico la parete viola. "Quella?"
"Una volta a scuola, da piccolo, un bambino ha iniziato a prendermi in giro chiamandomi -figlio di papà- perché i suoi genitori lavoravano per mio padre. Sapeva che economicamente stavamo bene. Dopo di lui ha iniziato tutta la classe e mi sentivo escluso, così mi arrabbiai con mio padre, dissi che ero stanco di essere ricco. Insomma ero piccolo e non capivo. Così mio padre mi citò quella frase di Shakespeare e come tutto ciò che mi hanno detto i miei genitori, l'ho impressa nella mia mente. È ovvio che negli anni ho riscontrato diverse problematiche più serie di qualche stupido bambino, ma ricordare questa citazione mi aiuta ad andare avanti più sereno"
Piego la testa indietro. "Il soffitto?"
"Oh...be' diciamo che quando sono arrivato qui, dopo tutti gli anni in cui nessuna ragazza mi ispirava niente non pensavo di avere molte chance di vivere ciò che avevano i miei genitori"
Struscia il viso sulla mia pancia come un gatto in cerca di coccole. "Poi scelgo la mia scuola e mi fa da guida quella che credo sia la creatura più bella che io abbia mai visto"
Arrossisco violentemente ma non demordo. Lo spingo delicatamente per il petto fino a farlo sdraiare per poi sedermi a cavalcioni su di lui. Lo guardo con occhi infiammati dal desiderio. "E poi?"
Mi abbasso lentamente verso il suo collo ma non lo bacio, lascio che le mie labbra sfiorino la sua pelle calda e che il mio respiro gli faccia venire i brividi. "Poi lei mi crede uno sbruffone, però mi osserva. Diventa gelosa e si rompe quasi una caviglia perché non sopporta che qualcuno tocchi ciò che lei non sa essere già suo"
Sorrido al ricordo e lo guardo con un sopracciglio alzato. "Ah sì? Eri già mio? Eri già mio quando Stacy si strusciava su di te? Perché se lo avessi saputo gliene avrei dette quattro già quella volta, senza aspettare così tanto"
Sorride piacevolmente soddisfatto dalle mie parole. "Si, ero già della giovane creatura. Dopo giorni passati a parlarci, ignorarci e lanciarci frecciatine oltre che sguardi di fuoco, finalmente anche lei è diventata mia"
Mi allontano. "Io non lanciavo sguardi di fuoco"
"Io si, avrei voluto spezzare le mani di Ryan in più di un'occasione. Come la volta in cui ho pensato di spaccare il muso a JJ dopo che il coach ha insinuato che tu stessi insieme a lui"
Le sue mani passano dai miei fianchi alla mia schiena e mi schiacciano contro il suo corpo, solo che c'è un piccolo problema. Non indosso i pantaloni, sotto alla maglia ho solo l'intimo e nella posizione in cui ci troviamo siamo estremamente a contatto in zone che non dovrebbero esserlo.
Prendo il suo viso tra le mani e il suo labbro inferiore tra i denti. "Non ti facevo uno così aggressivo"
"Oh Radiolina, non sai quante cose ho pensato di fare da quando ti conosco. Tutte vietate ai minori, alcune per la presenza di violenza su chiunque ti guardi per più di due secondi e altre per scene di nudo"
Il mio istinto naturale in questo momento dovrebbe dirmi qualcosa tipo: scappa più lontano che puoi. Invece mi ritrovo a baciare Charlie come mai prima d'ora. Credo che la causa di tutto ciò sia che non potrei mai avere paura di lui nonostante la situazione, neanche volendo. In sua presenza mi sento al sicuro e al momento sono eccitata, per davvero e senza dubbio.
Cerco di separarmi dalle labbra di Charlie alzandomi per rimettermi seduta ma lui mi segue senza staccarsi da me. Le sue labbra morbide sono sulle mie, la sua lingua calda danza con la mia, le sue mani forti accarezzano il mio corpo, mentre le mie si reggono alle sue spalle. Inarco la schiena per aumentare la pressione sul mio seno. Sento un mix di emozioni attraversarmi, emozioni talmente forti che mi provocano una scossa di piacere ovunque. Senza rendermene conto, il mio bacino inizia ad ondeggiare sul suo provocandoci gemiti carichi di passione.
Non so cosa mi sia preso, di sicuro non sono una ragazza che prende l'iniziativa. Mi sento sommersa, è tutto troppo.
Troppo intenso.
Troppo profondo.
Troppo bollente.
Sono confusa ma non cerco in nessun modo id allontanarmi. Non voglio. A farlo però è Charlie che separandosi dalle mie labbra, mi guarda negli occhi mentre sento il suo respiro, tiepido e al retrogusto di menta, sul viso.
Mi guarda con il fiato corto e il viso rosso. "Credo...credo che per stasera...possa bastare"
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Seconda Chance - Amore oltre ogni confine
RomanceLe seconde occasioni vengono date quando si commette un errore. Che sia in ambito amoroso, lavorativo o routine di tutti i giorni. Si fanno delle scelte che non sempre sono quelle giuste e una volta che ci rendiamo conto dell'errore, ci pentiamo. N...