Capitolo 24 - quarta parte

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"Tutto ok?"

Tiene la fronte contro le mie gambe. "Si...No...io non lo so"

Gli passo una mano tra i capelli per calmarlo. "A parole tue"

"Io..." Non finisce la frase che si alza e mi bacia con violenza. Cerco di non irrigidirmi nonostante il gesto inaspettato ma quando sento le sue mani salire sulle mie cosce non posso evitare di diventare un pezzo di legno.

Si separa da me e con voce dilaniata dal dubbio, chiede: "Perché?"

Mi pizzicano gli occhi. "Charlie..."

"Io so che stiamo insieme da poco tempo e non vorrei mai spingerti oltre ma non posso evitare di notare il modo in cui a volte eviti completamente le mie carezze"


Si allontana e inizia a camminare avanti e indietro per tutta la stanza.

Lo sapevo!

Che cosa?

Che avrebbe sofferto per colpa mia.

Se tu gli dicessi la verità starebbe meno male.

Se gli dicessi la verità gli farei schifo.

Non è vero e lo sai.

No, io non lo so e nemmeno tu puoi saperlo.


"Charlie...ti prego"

Lo imploro di fermarsi mentre faccio appello a tutta la mia forza interiore per non piangere dato che dovrò vedere il preside tra pochi minuti.

"Non capisco, ti giuro che non capisco. Non ti forzerò mai a fare nulla, te lo giuro ma non reagisci così solo quando faccio un passo avanti. Ci sono dei gesti anche innocenti che ti fanno irrigidire, dove sbaglio? Lo sai che sono...inesperto ma posso migliorare per te, dimmi solo cosa devo fare e lo farò. Davvero..."

Capisco che sta parlando a vanvera così gli poso una mano sulla bocca. Senza alcuna esitazione lui mi lascia un bacio sul palmo, come se fosse stato un riflesso. Lo trovo adorabile.

Lo guado negli occhi per fargli arrivare meglio le parole che scandisco con attenzione. "Tu. Sei. Perfetto. Io sto cercando di evitare di reagire in quel modo quando mi tocchi e sto migliorando di giorno in giorno ma devi avere pazienza"

Cerco in tutti i modi di parlare in modo da lasciare fuori Matthew.

Nonostante la mano, prova a parlare. " 'osso ancoa baharti 'ero?"

Sorrido e mi avvicino. Tutto parte con un semplice sfioramento di labbra che si desiderano ma non si accontentano. Poi si trasforma in un bacio profondo ma estremamente lento. Sembra quasi di possedere tutto il tempo del mondo, nessuno ci rincorrere, possiamo stare l'una tra le braccia dell'altro tranquillamente. Le nostre lingue si incontrano, si accarezzano e giocano tra loro provocando in me una miriade di brividi. Le sue labbra sono davvero troppo morbide per essere vere, mi sembra di baciare una nuvola. Nonostante la morbidezza non posso far altro che sentirle, perché non sono leggere, anzi, mi marchiano ogni volta che si posano su una qualsiasi parte del mio corpo. Mentre Charlie tiene le mani sulle mie guance per comandare in bacio, io le appoggio al suo petto e le faccio scorrere fin dove arrivo. Sentire il suo corpo duro sotto la maglietta mi elettrizza. Quando provo a rendere il bacio più frenetico, Charlie mi morde il labbro per impedirmelo. Gemo per il leggero dolore che mi ha provocato ma sostituisco il verso di prima con uno di piacere quando passa la lingua sul punto che mi ha precedentemente morso.

Stringo le mani a pugno per trattenere il mio ragazzo per la maglietta e avvicinarlo ancora di più mentre mi sporgo sul bordo del tavolo. Nonostante la mia posizione rialzata, Charlie mi sovrasta di alcuni centimetri e devo reclinare indietro la testa per rendere il bacio ancora più bello. La mano destra del mio ragazzo si sposta sulla mia nuca dove inizia a massaggiarmi delicatamente. Sento i miei muscoli che si rilassano all'istante. Allaccio le gambe alla sua vita e separo le nostre labbra per poter riprendere fiato ma Charlie non demorde e continua a possedermi. La guancia, la mandibola, il lobo dell'orecchio, il collo, la clavicola e poi torna verso le mie labbra che lo aspettano pronte per un secondo round.

I nostri respiri sono affannati e mi si stringe il petto quando grazie alla nostra vicinanza riesco a sentire il battito del mio ragazzo, siamo uniti. I nostri cuori battono all'unisono e non credevo che questo potesse accadere mia devo ricredermi. I suoi fianchi ruotano andandosi a sfregare contro i mie nello stesso momento in cui la sua lingua torna a prendere possesso della mia bocca. Un riflesso involontario, dovuto alla scossa di piacere, mi fa stringere le gambe per soddisfare parzialmente il mio bisogno.

Quindici minuti dopo, usciamo dal laboratorio di fisica con le labbra gonfie, i vestiti completamente stropicciati, i capelli in disordine e con un segno viola sul lato destro del collo.


Che brutta impressione che potremmo dare.


Lo saluto dato che deve raggiungere la sua prossima lezione. Intanto, mi avvio verso la presidenza e per fortuna al suo interno trovo la luce accesa. Il preside, oggi, è presente. Busso alla porta e aspetto di sentire una voce provenire da dentro la stanza.

Un -avanti- mi arriva abbastanza ovattato ma entro educatamente. Il preside è seduto dietro la sua scrivania decorata dal suo computer e diverse cornici oltre che di alcuni documenti riguardanti la scuola, spero.

Mi invita a sedermi su una delle poltrone nere di fronte a lui. "Salve signorina Reed, mi dica pure"

"Buongiorno signore. Sono venuta qui oggi per discutere del capitano della squadra di football della scuola"

Mi guarda preoccupato ma nella sua voce scorgo un pizzico di sollievo. "Ci sono problemi con Cole?"

Organizzo un discorso funzionale mentre mi sistemo per poi iniziare a parlare con calma e serietà. "Ho il permesso dell'intera squadra di football e del coach per cacciare Cole e per scegliere un nuovo capitano. Come lei ben sa il regolamento stabilisce che nel caso in cui ci sia l'unanimità da parte dei ragazzi più l'autorità del coach, le decisioni possono essere prese all'interno della squadra senza rendere conto all'istituto. Infatti al momento la sto solo avvertendo che suo nipote potrebbe venire a lamentarsi ma che lei ha le mani legate dal regolamento delle squadre sportive. In più, è risaputo che lei è un vero tifoso e non vinceremo mai il campionato con Cole, nonostante la squadra sia abbastanza forte da farcela, ma questo lei già lo sa. Vengono penalizzati troppo per colpa del loro capitano e sono tutti sempre meno motivati. Quasi nessun alunno si presenta più alle partite per la vergogna di rappresentare questa scuola. Lei sa che ho ragione e più di tutti dovrebbe capire che non si tratta solo di una squadra, per quei ragazzi è molto di più e per alcuni di loro è l'ultima chance di andare al college. Non c'è più nessun tipo di unità di squadra ormai, gli altri istituti ci deridono e hanno ragione. La scorsa partita il nostro capitano è inciampato nei suoi stesi piedi"

Ho sempre ritenuto il preside un uomo abbastanza intelligente da capire quali sono le battaglie che deve combattere e quali invece non può vincere. In questo caso non può fare niente neanche nel caso Cole venisse a lamentarsi per riavere il suo posto.

"Immagino di non poter fare niente quindi sono felice di acconsentirle questo permesso nonostante lei abbia sottolineato che non le serve e mi raccomando avverta subito la squadra"

Trattengo tutta la gioia per questa piccola vittoria ed esco mantenendomi seria. "Arrivederci e grazie"


Seconda Chance - Amore oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora