Come ogni mattina dopo una delle -favole della buonanotte- di mio padre, non ho dormito. Quando ho capito che era ora di andare a scuola mi sono iniziata a preparare con tutta calma. Devo cercare di nascondere ai miei amici ma soprattutto a Charlie che ho pianto tutta la notte.
Decido di non destare sospetti e mi vesto come la nuova me o per meglio dire la VERA me e poi esco di casa sperando che la giornata possa migliorare.
Diversamente dalle altre mattine, dove l'aver parlato con mio padre mi causava un mutismo selettivo cronico e una depressione travolgente, stamattina so che ogni passo che faccio mi porterà da Charlie e questo mi fa respirare meglio. Sapere di avere qualcuno da cui andare in queste occasioni è particolarmente bello. Non posso dirgli ciò che è successo ma posso comunicargli che il mio bisogno di lui è tale da farmi stare meglio in sua compagnia.
Il viaggio in bus è stato abbastanza silenzioso. Oggi sarebbe stato il sessantesimo compleanno di Nancy e Sam non era in servizio. Di solito per il giorno del compleanno o del loro anniversario sta a casa in malattia. La sera lo vado sempre a trovare e lo vedo continuamente con un fazzoletto in mano. Anche senza che me lo dica, so che il tempo sta man mano cancellando molti dei ricordi che ha con lei. Immagino che sia inaccettabile e quindi cerco solo di distrarlo al meglio.
Arrivo davanti a scuola e trovo i miei migliori amici che mi aspettano. In pochi minuti il gruppo si allarga. Come al solito il mio ragazzo è l'ultimo, oggi che ho davvero bisogno lui non arriva.
Che stress.
Placati.
Sono calma.
Sei così calma che se ci trovassimo in un cartone animato avresti il fumo che ti esce dalle orecchie.
Ma non esagerare. Non sono arrabbiata sono solo impaziente di potermi sentire ancora al sicuro.
La voce di Ryan si fa strada in mezzo ai miei pensieri. "Ragazzi dobbiamo sistemare questa situazione perché non possiamo continuare così"
Curiosa, chiedo: "Di che parli?"
Ryan incrocia le braccia al petto comportandosi da diva. "Oh ma guardate un po' chi ci nota dopo venti minuti che siamo qua. Sappiamo che Charlie è il tuo nuovo ragazzo ma questo non significa che devi ignorare noi poveri illusi"
Per farlo sorridere mi alzo in punta di piedi e gli lascio un bacio sulla guancia. Subito ricevo uno sguardo malizioso.
"Ehi, ehi, ehi, troppe dimostrazioni d'affetto" Charlie ci allontana ridendo ed io lo osservo.
Noto che ha il casco in mano quindi capisco che la sua "bambina" è tornata. Ryan mi circonda le spalle con un braccio. "Oh andiamo Anderson lo sapevi che avrebbe preferito me. Certo non mi aspettavo che succedesse così presto però mi va più che bene come tempismo"
"Lasciami o te lo spezzo. Immagino che ti serva perché mi hanno detto che ultimamente non rimorchi e che...come dire...fai da solo"
I nostri amici scoppiano a ridere per la faccia da pesce lesso di Ryan. Drake si sente chiamato in causa perché è lui l'uccellino che mi ha dato tale informazione. Lily inizia a spingerci verso l'entrata. "Bene ragazzi, entriamo"
Fermo Charlie prima che possa timbrare e lo tengo indietro rispetto al gruppo. "Aspetta un attimo"
"Non venite?" Lily mi guarda e in modo silenzioso mi chiede un aggiornamento.
Le sorrido per rassicurarla e con un cenno della testa le dico di andare, insieme agli altri.
Charlie intreccia le nostre dita. "Che succede?" Mi giro per guardarlo e vedo che ha messo a terra lo zaino e il casco, ha la schiena contro il muro della scuola con una gamba sollevata che appoggia indietro sul cemento. Mi prendo un momento per osservarlo. Parto dai capelli scombinati, un po' per il caco e un po' perché non li tiene in ordine. I suoi occhi rivelano la stanchezza e i due caffè bevuti stamattina alla ricerca della voglia di venire a scuola. Per oggi Charlie indossa una maglietta bordeaux senza fantasie a maniche corte con sotto i suoi immancabili skinny jeans che se posso fare apprezzamenti gli fanno un culo da urlo. Ai piedi le sue solite Vans leggermente sgualcite e a coprirgli le spalle c'è il suo fidato giubbotto di pelle nero. "Radiolina dobbiamo andare. Potrai mangiarmi con gli occhi quando ci vedremo a pranzo o in classe"
"Io..."
Ripenso alla notte scorsa e mi avvento sulle sue labbra, ricevo subito una risposta dalla sua bocca che si schiude e mi permette di approfondire questo bacio bisognoso. Immergo le mani tra i suoi capelli e gioco con delle ciocche mentre lui mi stringe i fianchi e mi avvicina al suo bacino. Quando le nostre lingue iniziano a parlarsi decidiamo che forse è meglio non andare oltre. Ci separiamo ma rimaniamo fronte contro fronte, nonostante la differenza d'altezza, e ci guardiamo negli occhi.
Charlie mi accarezza la guancia. "Cos'è successo?"
Mi lascio andare al contatto leggero delle sue dita e cerco di ignorare i brividi che mi provoca una così piccola carezza. Voglio godermi il momento ma so di dover dare una risposta al mio ragazzo.
Distolgo lo sguardo da quegli occhi così familiari. "Nulla, ieri sera ero distratta e non ho chiuso la porta a chiave. Mio padre stanotte mi ha fatto una sorpresa"
Sento la mano sul mio fianco chiudersi a pugno mentre i lineamenti del suo viso si assottigliano diventando più severi. "Mi dispiace Radiolina"
Gli prendo il viso tra le mani. "Perché? Tu non centri"
Sbotta, agitandosi. "Dovrei proteggerti"
Mi avvicino per farmi stringere. "Infatti mi sento al sicuro"
Rimaniamo abbracciati fino a quando un bidello sfaticato non ci urla di entrare in classe e guardando l'ora ci accorgiamo di essere in ritardo di dieci minuti. Corriamo verso l'aula di chimica dove ho lasciato Adam che probabilmente ha fatto scoppiare altre provette.
Arriviamo davanti all'aula e busso per chiedere il permesso. Dopo aver sentito un pacato -avanti- apro la porta con il fiatone e intanto cerco di sistemarmi i vestiti sgualciti. Il professore mi osserva ed io arrossisco. "Buongiorno signorina Reed, spero abbia una buona scusante per il suo ritardo"
"Io...ehm...mi...ehm ecco...stavo facendo una cosa"
Dopo aver ricevuto uno sguardo di fuoco, mi viene ordinato di sedermi e cammino a testa bassa. Guardando verso la porta vedo che Charlie è appoggiato allo stipite con i capelli più spettinati del solito, la maglia stropicciata e guarda il professore.
Il professore guarda Charlie con un sorriso beffardo. "Signorino Anderson anche lei faceva una cosa?"
"No signore, io sono la cosa della signorina Reed"
L'intera aula scoppia a ridere mentre il professore rimane a bocca aperta. Arrossisco violentemente mentre cerco di nascondermi dietro ai miei libri.
"Vada a sedersi e stia zitto"
Non appena mi si siede accanto, lo colpisco al braccio. "Idiota"
Adam continua a sghignazzare. "Ragazzi, non pensavo bruciaste così tante tappe di una relazione"
Lo colpisco allo stesso modo e lo fulmino con lo sguardo. "Zitto"
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Seconda Chance - Amore oltre ogni confine
RomanceLe seconde occasioni vengono date quando si commette un errore. Che sia in ambito amoroso, lavorativo o routine di tutti i giorni. Si fanno delle scelte che non sempre sono quelle giuste e una volta che ci rendiamo conto dell'errore, ci pentiamo. N...