Capitolo 2 - prima parte

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La sveglia del telefono sta suonando da almeno dieci minuti ma non ho la forza di allungare il braccio per spegnerla. Nonostante il suono stridulo di quella macchina infernale mi stia friggendo il cervello, sono davvero troppo stanca per muovermi da sotto le mie coperte calde e accoglienti. Quando ci provo sento una fitta al polso e mi ricordo dove sono e quello che è successo. Il mio corpo si risveglia all'istante e scatto in piedi. Provo a vestirmi nel minor tempo possibile ma il polso non ne vuole sapere di muoversi. Vado in bagno e vedo che è nero e i miei occhi sono rossi e gonfi a causa delle ore piccole e delle tante lacrime.

Ormai questa è una routine per me, capita da anni.

Prendo lo zaino e apro piano la porta della mia camera. Non sento nessun rumore quindi mi fiondo fuori. Inizio a correre per arrivare in anticipo da Sam che tutte le mattine mi prende il caffè e la mia brioche preferita. Appena lo vedo quasi mi viene da piangere. È un uomo meraviglioso con cui la vita non è stata generosa, ha perso tutto e non ha avuto la fortuna di avere dei figli. A volte non si può cambiare il corso della vita e a quanto pare il mio deve fare schifo. Dopo anni di ragionamenti e teorie sono arrivata ad una sola conclusione e cioè che il destino non vuole venirmi incontro per aiutarmi. Per anni ho pensato di meritare il dolore e di dover sottostare alle parole e le botte di mio padre, persino alle conseguenze del contratto con il suo collega che gli permetteva di pagarsi da bere. Ho sempre sopportato perché sono consapevole che la colpa di quello che è successo è solo mia. Dopo aver incontrato Sam ho capito che in realtà quello che stavo subendo era troppo. Non ho raccontato nulla a Sam se non che eravamo in auto e poi loro sono morti ma lui mi capisce. Riesce a comprendere il mio dolore e non ha mai insistito, gli basta sapere il motivo per cui sono triste e smette di indagare. Sarebbe stato un padre meraviglioso se solo avesse potuto.

"Buongiorno Dolc..." Si blocca non appena vede i miei occhi. È arrabbiato ma conoscendolo sostituirà la rabbia con la preoccupazione. "Cosa ti ha fatto?"

Lo guardo e scoppio a piangere, lui mi abbraccia e io ricambio con disperazione. Si tratta di un gesto tanto dolce che mi fa sentire stringere il cuore per la mancanza di questo genere di amore. Il suo abbraccio ha qualcosa di così tenero e pieno di vero sentimento che vorrei piangere perché mi sento al sicuro come una qualsiasi bambina tra le braccia del proprio padre. Quando mi passa la colazione la prendo con la mano sinistra ma Sam sa molto bene che sono destra.

Mi guarda sconfitto, come se fosse colpa sua e sussurra: "Fammi vedere"

Mi fingo ingenua e lo guardo confusa finché lui non indica la mano che fino ad adesso ho tenuto dietro la schiena. Piego la testa in avanti, arrendendomi e gli mostro il polso muovendolo il meno possibile.

Mordo la brioche e inizio a spiegare. "Sta peggiorando, prima usava le mani solo se dicevo qualcosa riguardo ai soldi o al bere, adesso solo sentire la mia voce lo fa scattare"

Mi guarda confuso. "Perché?"

Da quando conosce questa parte della mia vita, ho sempre visto che si sforzava di dare un motivo a mio padre. Lui cerca di capirlo e non perché sia d'accordo ma perché magari è risolvibile. Sam crede che mio padre sia salvabile, che possa tornare ad essere l'uomo che era prima dell'incidente. Io non ci spero più. Inizialmente credevo che avesse solo bisogno di tempo, adesso so che in lui qualcosa è cambiato per sempre.

Con voce intrinseca di tristezza, racconto la verità. "Dice che assomiglio alla mamma, persino la mia voce"

Vorrei davvero potermi ricordare il suono della sua voce. Ogni tanto la sogno ma non so se ciò che ricordo è vero o se si tratta di una mia creazione in base a ciò che credo di ricordare.

Sam mi guarda con serietà e parla in tono fermo, sicuro di sé. "Dolcezza mi dispiace tanto, lo sai che per qualsiasi cosa, io ci sono. Non puoi capire quanto mi piacerebbe essere davvero tuo parente così da avere qualche diritto su di te. Non ti lascerei in quella casa un secondo di più. Se solo tu potessi spiegarmi perché ti ostini a non permettermi di chiamare gli assistenti sociali. Farei qualsiasi cosa pur di smettere di accompagnarti in una casa in cui vieni maltrattata. Io sono responsabile di ciò che ti accade perché non faccio che starmene a guardare e non lo sopporto"

Questo è il suo solito atteggiamento di quando tiro fuori un argomento delicato, ormai ho imparato a conoscerlo.

Ripeto ancora una volta quali sono le mie paure. "Ne abbiamo già parlato, finito l'anno me ne vado e non voglio aver problemi. Se chiamassimo qualcuno potrebbero intervenire e mandarmi da qualche parte con qualcuno che non conosco. Magari essere trasferita in un altro stato o messa in una casa per ragazze oppure non intervengono e io rimango con un padre ancora più incazzato"


Perché siamo nate così?

Coscienza, adesso non ho tempo per te.

Ok, vado via.


Mi avvicino sorridendo per dargli un bacio sulla guancia. "Grazie Sam ma non devi preoccuparti per me" Prima che si metta alla guida, chiedo: "Mi faresti un favore?"

Forza un sorriso. "Ma certo, dimmi pure"

"Mi svegli quando arriviamo? Oggi sarà una giornata pesante e ho davvero bisogno di qualche altro minuto di sonno"

Dopo avermi fatto un occhiolino d'intesa, partiamo. "Solo un'ultima cosa" Mi allungo per ascoltarlo e lui dice: "Sai di essere in tuta vero?"

Annuisco ma non gli dò spiegazioni. Quando succedono queste cose con mio padre la sera mi preparo una borsa con dentro i vestiti ed un beauty. So già che la mattina scapperò fuori di corsa e quindi mi preparo quando arrivo a scuola. Ora indosso una tuta nera che apparteneva a mio fratello e insieme a questa ho rubato dal suo vecchio armadio anche una felpa della sua squadra di football preferita. Entrambi i capi mi stanno molto larghi, i pantaloni li ho dovuto arrotolare sia in vita che alla caviglia e la felpa mi arriva quasi alle ginocchia. Tiro su il cappuccio cosi che nessuno possa riconoscermi. Mi appoggio al finestrino e chiudo gli occhi sperando di riuscire a dormire solo qualche minuto.



Seconda Chance - Amore oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora