Capitolo 44 - prima parte

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Saliamo in macchina e nonostante la mia titubanza dobbiamo farlo oggi.

Le mani che tengo appoggiate in grembo non fanno che tremare, provo a stringerle ma non cambia niente. Credo che potrei avere un secondo attacco di panico. Non voglio tornare in quel posto buio, sporco e pieno di dolore.

Non so ancora come ringraziare Charlie per tutto quello che sta facendo per me. Mi sta salvando! Sono così assorta nei miei pensieri che non mi accorgo nemmeno di essere arrivata davanti a casa mia. Mio padre non dovrebbe esserci o almeno prego che sia così.

Salgo in fretta con Charlie dietro di me e corro in camera a prendere le mie cose. Raccolgo il minimo indispensabile e lo infilo in alcuni borsoni. Appoggio tutto accanto al tavolo del salotto e proprio a terra trovo un pezzo del vestito di Nancy che Sam mi aveva prestato per la mostra di Charlie. Lo guardo e lo stringo nel mio pugno mentre impedisco ai ricordi di tornare.

Un'incredibile nausea si impossessa del mio corpo e allo stesso tempo sento le gambe diventare di gelatina. Il terrore si è insinuato sotto pelle e non so quanto mi ci vorrà per liberarmene ma so che scappando da questa casa sto facendo un passo nella direzione giusta. Charlie, nota il mio cambiamento d'umore, prende il pezzo di stoffa una mano. Non appena capisce di cosa si tratta e anche ciò che è successo su questo tavolo, mi abbraccia. Le sue braccia mi stringono mentre nascondo il viso sul suo petto e sento che la vecchia me vorrebbe piangere. Però non posso, non sono più lei, ora sono me e sono forte.

Mi godo il momento, inspirando il profumo del mio splendido ragazzo finché non mi sento meglio. A quel punto gli chiedo di iniziare a portare in macchina le borse mentre faccio un ultimo giro per assicurarmi di non essermi dimenticata nulla.

Osservo la mia camera ormai vuota. Non ho mai posseduto molte cose soprattutto perché la maggior parte sono state buttate da mio padre. Tutto ciò che riguarda la mia infanzia, la mia vita prima del mio decimo compleanno, non esiste più. Lui mi ha tolto ogni cosa a parte ciò che sono riuscita a nascondere. Quelle poche cose che sono già nei borsoni.

Sto cambiando pagina, andando avanti con la mia vita e sono finalmente felice.

Sto per tornare in sala quando passando davanti alla porta di mio padre noto che stranamente è aperta.


Troverai le risposte nella camera di tuo padre


Mi tornano in mente le parole di quel sogno e decido di dare un'occhiata veloce.

Entro e un odore nauseabondo invade le mie narici, metto una mano davanti al naso così da respirare il meno possibile questo schifo. Accendo la luce e mi trovo davanti ad un disastro, vestiti ovunque, bottiglie vuote a terra di cui alcune rotte e il letto ha delle macchie di cui non voglio conoscere l'origine. Il pavimento è completamente sepolto da oggetti con la muffa e forse anche qualche insetto morto o topo in decomposizione.

Mi guardo un po' intorno, nel suo comodino e nell'armadio ma non trovo nulla che possa essere minimamente interessante. Girandomi noto che la foto di famiglia sopra alla testiera del letto è stranamente dritta. Come se fosse l'unica cosa in ordine ma per esserlo deve averlo sistemato. Mi incuriosisco e salgo sul letto facendo attenzione a non toccare nulla di contaminato. Sposto la foto e dietro ci trovo un buco nel muro con dentro un diario in condizioni pietose. Lo prendo in mano e nonostante la polvere, vedo che sulla copertina c'è inciso un nome, tolgo la sporcizia e leggo: Ethan.

Sono confusa e disorientata ma sono sicura che per niente al mondo lo lascerò in questo lurido posto. Era di mio fratello e se lui non è capace di onorarlo allora lo farò io, di qualsiasi cosa si tratti. Lo apro per vedere velocemente cosa posso trovare e capisco che è una specie di diario segreto a cui mio fratello raccontava le sue giornate. Leggo in fretta alcune pagine e le lacrime iniziano a scendere copiose sul mio viso, non posso credere che sia vero.

Seconda Chance - Amore oltre ogni confineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora