Lo scroscio della pioggia lo riportò alla realtà, si rialzò e si guardò attorno, sparsi per la stanza c'erano vestiti, fogli, incarti di merendine, sulla scrivania c'erano pile di libri e fogli con scritti appunti, pensieri e idee.
"Tutti mi dicevano vedrai
È successo a tutti però poi
Ti alzi un giorno e non ci pensi più
La scorderai
Ti scorderai di lei"
Accese lo schermo del telefono e guardò l'ora 2.35, a quell'ora di solito dormiva abbracciato a lei, fece un sospiro profondo e s'alzò, si diresse a piedi scalzi verso la cucina, riempì un bicchiere d'acqua e con il contenitore in mano s'avvicinò alla finestra. Vide la pioggia che cadeva sulla strada, picchiettando sui vetri delle auto, sulle tegole del tetto, uscì sul balcone e dopo un piccolo brivido dovuto al contatto con le fredde mattonelle del pavimento, si sedette su una delle sedie di plastica che aveva acquistato un mese prima con i punti del supermercato erano due ma lui ne usava solo una.
"Solo che non va proprio così
Ore spese a guardare gli ultimi
Attimi in cui tu eri qui con me
Dove ho sbagliato e perché?"
Dalla tasca dei pantaloni trasse fuori il telefono e guardò una foto nella galleria, pensò che magari avrebbe dovuto cancellarla, poi scosse il capo sapendo che era ancora troppo presto, sapeva che ci voleva tempo prima di riprendersi, ma la sua assenza lo faceva stare male, erano passate due settimane da quando si erano lasciati.
Lasciandolo aveva detto "Siamo troppo diversi, mi dispiace." si sistemò i capelli e bevette un sorso d'acqua, s'alzò e andò verso il bordo del balcone, fece un respiro a pieni polmoni mentre alcune gocce di pioggia lo colpivano in testa, guardò oltre la balaustra, in fondo sarebbe stato molto semplice, poteva scavalcare e lanciarsi.
"Ma poi mi son risposto che
Non ho nessun rimpianto
Nessun rimorso soltanto certe volte
Capita che appena prima di dormire
Mi sembra di sentire
Il tuo ricordo che mi bussa e mi fa male un po'"
"Fossi in te non lo farei." disse una voce, si volse e di fronte a lui c'era una ragazza con i capelli castani, gli occhi verdi "Che cosa ci fai qui fuori?" domandò la ragazza "Ti ho svegliato?" domandò lui "No tranquillo." disse la giovane sistemandosi la maglia da calcio che le faceva da pigiama: "Stai ancora pensando a lei?" lui annuì "Si." la castana si sedette sulla sedia di plastica "So che ora come ora ti sembra impossibile uscirne fuori ma ce la farai okay, non è la fine del mondo anche se ora ti sembra così ma devi andare avanti e so che sembra una frase scontata, ma è la pura verità." lui la guardò "Però io credevo in quello che io e lei eravamo." la ragazza annuì "Certo, ma come tutti quando s'innamorano credono che possono tutto anche se poi una volta che finisce tutto restano solo macerie e un cuore spezzato." disse entrando nella casa." Come dicon tutti il tempo è
L'unica cura possibile
Solo l'orgoglio ci mette un po'
Un po' di più
Per ritirarsi su
Però mi ha aiutato a chiedermi
Se era giusto essere trattato così
Da una persona che
Diceva di
Amarmi e proteggermi
Prima di abbandonarmi qui."
"Allora, entri o ti devo chiudere fuori sul balcone?" domandò la voce della ragazza da dentro, lui entrò e la vide tirare fuori dal congelatore un contenitore mentre in mano teneva due birre "Visto che mi hai svegliato ora mi farai compagnia." disse porgendogli una bottiglia e un cucchiaino "E non accetto scuse come "La birra non fa bene"." commentò la ragazza.
"Dimmi la verità ti saresti buttato?" domandò dopo un po' la ragazza prendendo un pezzo di gelato alla fragola, lui bevette un sorso di birra e scosse il capo "Non lo so, da un lato ci ho pensato, poi però ho pensato che sarebbe stato solo arrendersi e avrei creato un macello." la ragazza annuì "Sull'asfalto assolutamente, poi la tua famiglia, i giornali, la Polizia che mi avrebbe fatto domande, la tua roba da portare via, il contratto da cambiare, mi sarei dovuta trovare una nuova coinquilina." fu il commento della ragazza "Wow, tu si che sai tirarmi su di morale." disse il ragazzo "Marco, sai perfettamente come sono fatta." lui annuì "Lo so Sara, lo so bene." la ragazza si tirò su e lo guardò negli occhi:"Ora ascoltami bene." detto questo lo afferrò per il colletto della maglietta "COSA CAZZO PENSAVI DI FARE DECELEBRATO? SE SEI UN ALTRUISTA DEL CAZZO CHE PENSA DI NON MERITARE NIENTE ALLORA EVITA DI FARTI MALE DA SOLO E FAMMI VIVERE CON UNA PREOCCUPAZIONE IN MENO." disse guardandolo negli occhi "Perché porca miseria Marco io ti voglio bene e te ne vorrò per sempre, ti prego ricordatelo, ma io non ci dormo la notte, se non ti avessi fermato che cosa avresti fatto? Vuoi farmi vivere con un senso di colpa addosso? NO CARO NON TE LO PERMETTO." lui si umettò le labbra ma la ragazza lo fissò "Ti prego lasciami finire." disse lasciandogli la maglia e accasciandosi su una sedia "Tutti e ripeto, TUTTI certe volte stanno nella merda ed è giusto anzi dovrebbe essere d'obbligo chiedere aiuto. E allora ti prego ti prego, ti prego. Non farti più del male, perchè se stai male dentro e fuori neanche io sto bene, e io davvero sto cercando di non fare la vittima o la patetica ma io non ce la faccio a vivere sapendo che tutte le persone che mi stanno più a cuore stanno così male da non riuscire a darsi pace. Perché non mi dó pace neppure io e io sono arrivata ad un punto nella mia vita in cui ho bisogno che qualcosa vada dritto e ho bisogno di non stare sveglia tutta la notte chiedendomi che cosa posso fare per aiutare definitivamente 5 persone. Ho bisogno che tu stia bene per la tua e la mia salute mentale. Te l'ho già detto se non riesci a trovare una motivazione per andare avanti fallo per me." disse afferrandolo "Okay?" lui annuì "Bene e ora se vuoi scusarmi vado a dormire." disse la ragazza voltandosi "Ah, sappi che la sua roba è già in una scatola, domani la chiami e le dici di venirsela a prendere o io getto tutto nella spazzatura." disse la ragazza dirigendosi verso la sua stanza.
"Sara, perché?" domandò lui posando la birra, vide le spalle della coinquilina sobbalzare "Lo sai benissimo il perché." fu la risposta della ragazza "Buona notte Marco."
Lui ascoltò un momento i passi della ragazza, sentì lo scatto della porta che si chiudeva, bevette l'ultimo sorso di birra e tirò fuori il telefono.
"Non ho nessun rimpianto
Nessun rimorso soltanto certe volte
Capita che appena prima di dormire
Mi sembra di sentire
Il tuo ricordo che mi bussa ma io non aprirò."
"Vuoi cancellare definitivamente questa foto?" lui guardò la schermata del suo telefono e poi annuì "Si" disse premendo la risposta sullo schermo.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...