Il giovane guardò le sue scarpe rosse con le strisce catarinfrangenti, le allacciò facendo attenzione che fossero ben strette, controllò che i pantaloni fossero ben agganciati, la polo nei pantaloni, per ultima da letto prese la giacca rossa con le bande argentate e la grande croce rossa sulla schiena.
Sbuffò, mancava poco e sarebbe rientrato in servizio. Quante volte aveva compiuto quei gesti? Aveva ormai perso il conto, quei gesti erano quasi come riflessi istintivi ma la paura, quella restava.
Centinania di voci entrarono nella sua testa facendogli perdere la presa sulla giacca che s'afflosciò sul letto mentre udiva la voce del suo maestro delle elementari.
"SALI SU QUELLA SPALLIERA E MOSTRAMI CHE SEI CAPACE DI FARLO."
Strinse i pugni mentre udiva le risate dei compagni mentre lo deridevano mentre, appeso cercava di tenersi su ma le sue mani sudate non glielo permettevano.
"NON SARAI MAI IN GRADO DI PORTARE A TERMINE QUALCOSA SE NON SAI TENERTI A QUELLA SPALLIERA."
Chiuse gli occhi facendo sparire quel ricordo mentre un'altro appariva "Ti lascio perché siamo troppo diversi d'altezza, non voglio che mi prendano in giro a causa tua." gli aveva detto Angela prima di andarsene
Strinse i pugni cercando di concentrarsi sul suo respiro che si facevano più veloce e pressante, mente gli pareva di avere un peso sul petto.
"Hey, stupido, farai tardi se non ti muovi." aprì di scatto gli occhi guardando la ragazza di fronte a se "Di nuovo quella voce?" chiese avvicinandosi "Sto bene.""Hey, non mi trattare come se fossi un'estranea, non ci provare nemmeno, non osare, siamo amici ricordatelo, non mi puoi tagliare fuori così, è vero non sarò in servizio con te, non posso capire cos'hai visto, ma posso ascoltarti." disse prendendolo per mano: "Sono sempre stata vicino a te perché tu me l'hai permesso, ho visto la parte migliore e quella peggiore di te, ma ti sono stata affianco sempre, non pensare nemmeno per un momento che non ti posso capire, perché forse io sono quella che ti conosce meglio." .
"Se qualcosa va male? Se non fossi in grado di fare qualcosa?" la ragazza gli strinse la mano " Gian, sei tu, ti sblocchi e riesci lo sai, nessuno sa fare tutto parti con questo presupposto. Sei un essere umano, sotto questa divisa c'è una persona i civili credono che siete eroi, ma non è così, certo fate cose straordinarie, ma siete come tutti quanti. Vai lì e fai del tuo meglio." Gian s'aggiustò gli occhiali "E se va male? Cosa posso fare io Ale?" "Come diceva quel tuo motto scout "Del mio meglio." tu dai il 100% di te stesso, il resto non conta."
Poi lo abbracciò "Sappi che sto usando il mio affetto mensile oggi quindi non ti aspettare altro." disse mentre lo stringeva "Non posso dirti che andrà tutto bene, siamo umani, non siamo esseri perfetti, ma sono certa che quando ci sarà bisogno agirai come hai sempre fatto." gli sussurrò mentre con le mani gli appoggiava sulle spalle la giacca "Quando torni vai a prendere il latte visto che è finito?" gli chiese mentre lo accompagnava alla porta "E mi raccomando fai attenzione." aggiunse mentre apriva la porta, il giovane le sorrise sistemandosi lo zaino "Farò come sempre, ti fidi di me?" la ragazza sorrise "Ti darò questa risposta magari quando torni." disse chiudendogli la porta in faccia.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...