Gian fissò incredulo lo schermo del suo dispositivo. La cover che aveva comprato non era servita quella, volta, il vetro di protezione era ancora integro, si era rotto il display, la parte sotto.
Ci trovò una forte ironia, dopotutto, anche lui era così, fuori era ancora capace di restare in piedi, ancora saldo, protetto da una corazza, ma dentro c'erano crepe e ferite.
Alzò gli occhi al cielo, com'era possibile? Era stato in posti difficili, l'aveva lanciato ovunque, maltrattato, dimenticato, caduto da altezze particolari, fatto servizi ovunque e non si era mai danneggiato.
Eppure erano bastata una semplice caduta da 30 centimentri e si era danneggiato. Grazie tante gravità.
Poteva essere ancora riparato, e questo Gian lo sapeva bene. E poi trovava semrpe una soluzione, aveva dopotutto, il suo vecchio telefono, da qualche parte.
Uscì di casa e si diresse camminando verso un negozio che poteva sistemarglielo, uscendo di casa si rese conto quanto tutti fossero dipendenti dalla tecnologia e gli venne in mente una frase molto carina che un giorno aveva sentito su Youtube.
"Satelliti GPS, droni automatici, i cazzo di mirini laser. Più ti aggrappi alla tecnologia. Più ti fai male quando te la tolgono da sotto il culo. Io so che diciassette centimetri di lama funzionano anche quando non c'è campo." era una frase di Thatcher del videogioco "Rainobw Six" ed era una frase vera, la tecnologia era si una risorsa, ma anche una possibile droga e lui in quel momento era diventato un fantasma, sorrise, in fondo, un po' blackout fa bene a tutti.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...