I Primi ad Arrivare, gli Ultimi ad andare Via

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Ed eccolo lì, di nuovo a fissare le immagini dietro uno schermo, a sentire l'impotenza scorrere nelle sue vene.

Immobile a fissare il disastro provocato dal clima, a fissare le immagini di campi allagati, case devastate, vite distrutte, a vedere il dolore prendere forma, la paura farsi strada attraverso le urla nel buio della notte, le telefonate al 112 e i video fatti mentre sembra che tutto fosse finito. 

Poi però aveva visto le immagini seguenti e il suo cuore aveva gioito riconoscendo i catarinfrangenti dei diversi corpi della Protezione Civile, una formidabile macchina aveva risposto a quelle urla, perché quand la Natura prende il sopravvento e decide di travolgere tutto e tutti. Loro arrivano, sono persone normali, che però hanno deciso di mettersi al servizio dei cittadini e proteggerli e aiutarli in caso di difficoltà, molti sono volontari, che per il bene di altri indossano un'uniforme e vanno a dare una mano consapevoli che possono rischiare la vita per salvere quella degli altri.

L'immagine che l'aveva più colpito era quella di un carabiniere che, nonostante la corrente, il freddo, la pioggia, si era gettato in acqua per andare a recuperare un signore anziano caricandolo sulle proprie spalle. 

Come diceva il Comandate Alfa: "Bisogna trasformare la paura in Coraggio.". Il coraggio non è stupidità di fronte al pericolo, è capire come affrontare il pericolo, quel militare non era solo, c'erano altri colleghi con lui.

Osservò le immagini dei salvataggi da parte degli Elicotteri dell'Areonautica e della Guardia costiera, gli Autocarri, le Jeep e i gommoni dell'Esercito, i mezzi anfibi dei vigili del fuoco e poi notò anche i canotti delle squadre OPSA CRI e sorrise,  la Protezione civile mostrava i muscoli, lentamente da tutt'Italia uomini e donne arrivavano in Emilia per fare una sola cosa: Aiutare. 

Magari anche loro erano entrati perché sentivano il bisogno di dare una mano al prossimo, senza aspettarsi nulla in cambio, semplicemente perché ritieni che sia la cosa giusta da fare. 

Aveva conosciuto persone in comitato che erano state in missioni in luoghi lontani, in tempi diversi, Manila, Thaiti, Libano, alcuni erano andati laggiù a dare una mano a coloro che ne avevano bisogno. 

Il bello della Croce Rossa era che era Internazionale quindi se una consorella aveva bisogno, tutte le altre avrebbero risposto inviando aiuti, stessa cosa accadeva in Italia, guardò il telefono e lesse la notifica. 

Purtroppo non aveva l'OPEM, non aveva le qualifiche per andare laggiù a dare una mano, avrebbe voluto? Si, se avesse potuto sarebbe salito su una macchina assieme agli altri volontari e sarebbe andato con loro, ma non era qualificato.

 Doveva restare al suo posto, non poteva fare il pavone, se era ancora un corvo, doveva stare al suo posto, imparare, apprendere e capire, sarebbe giunto il suo momento, ne era certo, ma doveva fare la sua parte, il compito era un'altro, certo, se ce ne fosse stata la necessità sarebbe andato anche lui, ma avrebbe aspettato gli ordini, ma gli avevano insegnato che nessuno è un peso morto, ognuno ha le sue qualità, deve solo capire dove e come usarle. 

Fissò le immagini di un salvataggio e sorrise riconoscendo la Croce Rossa sulla schiena di coloro impegnati nelle operazioni, anche se distanti, parte di un'altra regione erano comunque colleghi. In quel momento gli venne in mente una frase che aveva letto da qualche parte una volta "I Primi ad Arrivare, gli Ultimi ad andare Via." ed era vero, il soccorso non era solo quello che si manifestava allontanando dal pericolo i vulnerabili, il soccorso era anche seguire e accompagnare lungo il percorso di ritorno alla normalità la popolazione. 

E non importa quanto grande potesse essere il disastro, ci sarebbero sempre state persone pronte ad accorrere in aiuto di coloro che avrebbero avuto bisogno e un giorno, tra i soccorritori, ci sarebbe stato anche lui. 

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