What is your position?

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Fumogeno: è un dispositivo utilizzato per generare fumo quando viene attivato.

candela fumogena è un tubo cilindrico, solitamente di 37 millimetri di diametro, di lunghezza indefinita e con una miccia all'estremità; questo strumento è in grado di creare una densa colonna di fumo che può durare anche vari minuti.


Gian stava camminando tranquillo per i campi, gli piaceva camminare da solo, specialmente in quel momento, doveva preparare la preghiera della sera ma non aveva idee, si era allontanato dalla casa per cercare l'inspirazione, dopottutto le migliori idee gli venivano quando cambiava prospettiva. 

Improvvisamente il suo telefono era suonato, era Luisa, la sua coanimatrice "Hey, Gian, dove sei?" Gian si guardò attorno "In un campo." attorno a se non c'erano molti punti di riferimento, vedeva chiaramente all'orizzonte il campanile del paesino circondato dalle casette dal tetto arancione. 

Estrasse la sua bussola e si ritrovò in un flashback.

"Ebbene ragazzi, oggi andrete in Hike." esclamarono i capi scout fissando i ragazzi del quinto anno in alta uniforme, camicie azzurre come l'estate, pantaloni blu e calzettoni del medesimo colore, fazzolettone al collo.

Venivano chiamati per nome, dovevano avanzare in mezzo al quadrato e dopo aver salutato i Capi, ognuno di loro riceveva una mappa con indicato un tracciato poi raccoglieva il proprio zaino e partiva.

Lo zaino doveva essere leggero, sacco a pelo, borraccia, posate, gavetta e poco altro.

Gian si sentiva a disagio, dopotutto andare da solo nella natura faceva paura.

Ma era pronto, come sempre, zaino sulle spalle e torcia frontale in testa, gli avevano dato una cartina e il sacchetto viveri "Buon Sentiero."

Era partito di buona lena camminando per i sentieri godendosi il silenzio della natura.

Ad un certo punto era arrivato in uno spiazzo e si era trovato di fronte Federica, una sua compagna di gruppo "Che cosa ci fai qui?" le aveva domandato sorpreso "La mappa mi ha portato qui." aveva risposto mostrandogli la sua mappa.

Gian alzò gli occhi al cielo, evidentemente i capi non l'avrebbero mandato da solo. La fissò "Quindi andremo io e te." Federica "Dobbiamo unire la nostra mappa." esclamò Gian, poi le porse il pezzo della cartina e un rotolo di scotch "Tu hai sempre tutto vero?" domandò Federica con un sorriso Gian annuì fissando lo zaino di Federica "Non sei mai stato uno di grandi

"Cosa facciamo?" domandò Federica con un sorriso "Allestiamo un piccolo campo?" le propose "Io ho un telo." esclamò Gian "Dormiamo assieme?" chiese Federica "Io dormo nel mio sacco a pelo." rispose Gian controllando la zona. 

Raccolsero dei rami di pino sotto un'albero, poi tesero il telo sopra un ramo in modo da creare una tenda e sotto ci misero gli zaini, poi Gian scavò una buca mentre Federica andava in cerca di legna e dopo un paio di tentativi accesero il fuoco "Almeno staremo al caldo." esclamò Federica, Gian invece osservò la sua bussola in alcuni punti scolorita, ammaccata, con la scritta "Scout tech" ormai semi-illegibile, la sua vecchia cara bussola. L'aveva ricevuta ad 8 anni, era appena entrato negli scout, convito che avrebbe scoperto il mondo, gli piaceva nonostante la sua semplicità. "Con questa, ovunque sarai, non ti potrai perdere." gli aveva detto suo padre mentre la osservavano.

Era custodita nella tasca sinistra del suo zaino quello grosso, da 75 litri, usato per le grandi avventure, aveva visto tanti posti dirversi stando in quello zaino e nonostante gli anni, le cadute ed i maltrattamenti subiti a causa della vita turbolenta del proprietario, quella bussola continuava ad indicare costantemente il NORD. Sorrise l'avrebbe sempre guidato su rotte sicure.


"Gian ci sei?" la voce di Luisa lo riportò alla realtà "Si, ci sono." "Dove sei?" Gian sorrise "Aspetta il mio segnale." poi mise la chiamata in vivavoce e posò a terra il suo zaino traendo fuori una candela rossa "Te l'avevo detto Ceci che mi sarebbe servita." commentò nella sua testa ricordandosi la discussione avuta con l'amica il giorno prima. Tolse la copertura superiore e la sfregò con il tappo, con uno schiocco dalla candela si espanse una colonna di fumo Giallo, Gian piantò a terra la candela fumogena e sorrise "Mi vedi?" sentì Luisa restare un momento in silenzio poi rispose "Gian, ti prego, non mi dire che quella colonna di fumo..." "Mi hai chiesto la mia posizione, eccola, via aspetto." commentò mettendo giù la chiamata.

Riprese la bussola e sorrise aveva smesso di andare agli scout e la bussola aveva inizato ad essere più stazionaria, riposava per più tempo sulla scrivania di Gian che però la metteva nello zaino "piccolo" se faceva un escursione o una gita fuori porta, ma era stata anche in paesi come Cina, Irlanda, Spagna.

 Col tempo ne aveva ricevute altre, regali di parenti, alcune più semplici, altre finemente decorate, ma le altre bussole, si erano danneggiate, ad una si era incrinato il vetro, un'altra aveva perso il NORD e gli indicava sempre la via sbagliata, per questo motivo sulla scrivania, tra la calcolatrice e i libri universitari c'era ancora lei, la bussola, che ai suoi occhi, restava la più bella.

Il rombo di una macchina si fece udire e vide apparire una Jeep Renegade da cui scesero Giulia, Luisa e Edoardo "Gian, sei un mito." esclamò Edoardo ridendo mentre Luisa lo fissò "Potevi inviarci la tua posizone su Whatsapp." Gian alzò le spalle "Si, potevo, non dovevo."  rispose Gian sistemandosi i capelli "Andiamo dai, ho ancora una preghiera da finire." rispose prendendo la candela ormai esaurita e chiudendo con uno scatto la portiera. 

Random - L'ordinario in mini raccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora