C: Hey, come va? Stai bene?
E: Sì tu? Com'è sta andando la cena con i tuoi vecchi comapagni?
Io sto tornado.
C:Domanda di riserva?
E:Non da me.
E: Che succede?
C: Non è stato piacevole
C: A casa ti racconto.
E: Mhhh
E:Dove sei?
C: A casa di una mia compagna,
credo abbia bisogno di qualcuno,
non pensare male, sai cosa intendo.
E: Lo so.
E: A Dopo.
Il Gian guardò il telefonolo schermo del telefono spegnersi. Stretta a lui c'era una ragazza, felpa bordeaux, leggins neri che piangeva.
Era stata una cena tranquilla, o meglio, Gian si era seduto vicino Laura una sua amica ed a Iside, la sua vecchia compagna di banco.
Di fronte a lui c'era Benedetta, la ragazza più bella per la sua classe, non l'avrebbe mai detto ad alta voce perché sarebbe stato ucciso e sepolto vicino al portaombrello, l'aveva imparato a spese sue, se su 28 studenti solo 2 sono ragazzi, i due ragazzi devono essere due camaleonti.
Ma lui era bravo in questo, adorava mimetizzarsi, per carpire informazioni, ascoltare pettegolezzi, segreti, aveva imparato a mascherarsi aveva imparato a tessere relazioni con tutte le persone della classe, bastava mostrare di saper stare al proprio posto e il gioco era fatto, piccoli favori, piccole cose che però gli permettevano di accedere in ogni gruppo della classe.
Poi aveva anche le sue carte da giocare, da quando aveva iniziato a prendere appunti con il tablet a causa della dislessia tutte li volevano, era quello che aveva sempre un cerotto o sapeva come far passare sottobanco merendine o simili, sapeva come fingere e dissimulare, faceva parte del giornale scolastico, era entrato nel corso di teatro, aveva contatti con i rappresentanti, conosceva come accedere alle fotocopiatrici delle bidelle, tanti piccoli alleati e potenziali informatori che gli erano utili.
Le gite poi gli permettevano di giocare altri assi come per esempio portava le casse Bluetooth con cui mettere la musica, metteva la musica in palestra durante "Step", quell'attrezzo a gradino su cui le sue compagne si esercitavano mente lui e Mario giocavano a calcio in metà della palestra.
Aveva trovato il metodo di attirare anche l'attenzione delle sue compagne conoscendo ragazze anche di altre classi, con cui camminava nei corridoi, altre volte erano ragazze che lo cercavano o per teatro o per il giornale scolastico.
La scena che gli era rimasta più impressa era stata quando a causa delle cimici nelle camere tutte le ragazze erano andati da lui a chiedergli di toglierle, in quella stessa gita le sue compagne avevano chiocciato per due giorni quando l'avevano trovato in stanza con una ragazza senza maglietta, non stavano facendo niente se non parlare anche se erano in una situazione compromettente.
Le sue poche amicizie reali nella classe erano Iside, con cui facevano i cretini e parlavano di tutto, Nae, una ragazza con i capelli rossi il cui unico grande problema era l'essere constantemente in ritardo e la celiachia, ma dettaglio irrilevante, Beatrice, un'altra ragazza DSA e lei, l'unica e inimitabile Laura che lui chiamava Retta diminutivo di Lauretta, era una scout, magrolina e molto mascolina, praticamente la sua controparte femminile, con lei lui poteva parlare ed essere se stesso al 100%, passavano tutto il tempo a fare i deficienti, era una ragazza per niente dolce, ai suoi buongiorno rispondeva con dei gentili "Fottiti" o "Vaffanculo." si parlavano per la prima volta alla pausa delle 10, sapeva perfettamente che prima dormiva, la copriva sia a livello fisico che a livello di preparazione scolastica facendole copiare i suoi appunti o suggerendole sussurrando le risposte.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...