Un bicchiere di troppo

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"B...ti prego... stai su." esclamò Gian tirando su l'amica mentre entravano nel portone di casa "Lasciami stare Gian... Voglio dormire..." esclamò Benedetta, Gian alzò gli occhi al cielo, come mai nella sua vita non aveva amicizie normali?

L'aveva recuperata ubriaca in un locale, almeno una cosa furba l'aveva fatta, gli aveva scritto, era entrato nel locale e l'aveva recuperata da uno dei tavolini asseime ad una decina di persone che non si era preso la briga di riconoscere, detestava l'alcool e tutto ciò che annebbiava al mente, lui voleva sempre essere lucido, tanto ci pensavano le emozioni a mandarlo in confusione. Uno dei presenti aveva protestato ma era bastato mostrargli il distintivo e dirgli "Non ho voglia di lavorare stasera." perché quello tornasse seduto.

Fece un sospiro profondo e la sollevò come si faceva con una sposa "Hey, ma cosa fai..." Esclamò ridendo l'amica "Stia ferma ti prego." sibilò Gian entrando nell'ascensore.

Una volta arrivati al piano con un po' di fatica Gian aprì la porta ed entrò nella casa "Questa è casa nostra?" esclamò Benedetta "Tecnicamente è casa mia ma tu ti sei trasferita a casa mia da ormai mesi, quindi boh." Rispose "Ma mi hai portato in braccio in casa." Gian sorrise "Pensavo di lasciarti a dormire sul tappetino dell'ingresso." Bea lo fissò imbronciata mentre la lasciava sul divano.

"Faccio una tisana." esclamò togliendosi la felpa "No...rimani qui..." esclamò Benedetta, Gian la fissò "B...forse è meglio se mangi qualcosa." ma l'amica non lo ascoltò "Gian...Come mai sei così stupido ed ottuso?" disse con la voce impastata, Gian la fissò "Non sei la prima che me lo dice questa settimana." mormorò pensando a ciò che gli aveva detto Giulia, che poi non è che non lo sapesse, anzi, lui lo sapeva, come sapeva sempre molte cose, il fatto che non le rivelasse era secondario, non lo faceva perché non lo riteneva necessario anzi, preferiva che gli altri mettessero le carte in tavola e non fosse lui a svelarle. 

"Ooohh...ascoltami..." esclamò Benedetta "Perché mi sei venuto a prendere?" "Perché mi hai scritto." replicò Gian "Ma, perché? Tu non esci mai la sera..." rispose Benedetta "Inoltre perché non esci con me..." Gian alzò gli occhi al cielo per quella conversazione diventata ormai surreale "Io faccio un the." "Non ti piaccio abbastanza?" esclamò Benedetta fissandolo negli occhi "Cosa? Ma che dici? Si che mi piaci, ma nel senso che..." Benedetta gli saltò addosso e a Gian saltarono i nervi "Allora ti piaccio?" esclamò mettendosi a cavalcioni su di lui "B...in questo momento non sei lucida..." Benedetta lo fissò "Il vino veritas." mormorò "E vorrei baciarti." esclamò, Gian la fissò "B...Ti prego..." "Gian..." rispose stringendolo a se prima di cadere addormentata. 

Gian se la tolse di dosso e alzò gli occhi al cielo "A volte vorrei fossi sobria quando dici queste cose." mormorò prima di portarla nella sua camera da letto, le mise la tuta, quante volte l'aveva fatto? Troppe, le diede un bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza.


Il giorno dopo Benedetta si svegliò con un forte mal di testa, strizzò gli occhi, aveva ricordi confusi della sera prima. Com'era entrata in quella tuta? Come mai era in camera sua? S'alzò con la testa che girava. 

Entrò barcollando in cucina e vide Gian che le sorrise, bevendo il suo the appoggiato al lavandino "Buongiorno." mormorò, poi le porse la tazza e in un lampo tutto le tornò in mente. Arrossì "Gian.." Gian le sorrise "B. A me va bene." "No...A me no..." Esclamò Benedetta "TU MI PIACI CRETINO!" Gian la fissò "Lo so." poi le sorrise "Anche tu mi piaci." poi le sorrise "Ma non so come fare okay? Ho paura di non essere abbastanza e insomma...." Benedetta lo prese per le guance e lo baciò "Gian...ora stai zitto." mormorò abbracciandolo e Gian tacque.


Random - L'ordinario in mini raccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora