Sir. 14,14

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Dice il libro del Siracide:

"14 Non privarti di un giorno felice,

non ti sfugga nulla di un legittimo desiderio.

[...]

16 Regala e accetta regali, e divertiti[..] "

Sono sempre vissuto con la convizione che comunque vadano le cose io me le farò andare bene. Non importa come sto realmente, l'importante è che le persone attorno a me siano felici.

Cerco sempre di aiutare il prossimo fino alla fine, se necessario mettendo da parte me stesso per l'altro, sacrificando la mia felicità per la sua.

Avevo fatta mia la frase "Se lei/lui è felice io sono felice." frase che però va contro questa frase "Ama il prossimo tuo COME te stesso" (Mc 12,29-31). Non puoi amare il prossimo se prima non ami te stesso.

Di recente ho chiuso i contatti con una persona a me molto cara e sono stato colpito in maniera molto dolorosa, perché siamo tutti bravi ad "aggiustare" la vita del prossimo, dando consigli e idee, ma quando la tua vita riceve un colpo proprio da chi non ti aspettavi, come reagisci?

All'inizio ho usato il metodo "Ignora e dimentica" ovvero metti il problema in una "scatola" nella tua mente e la lasci lì, un po' come quando ti regalano qualcosa di inutile e tu lo metti su una mensola e sai che non toccherai più quell'oggetto. Questo "metodo" funziona se hai perso ad un gioco, se una sera ti sei irritato con un automobilista che non ti ha dato la precedenza, ma non funziona se quell'oggetto è una relazione di amicizia durata 7 anni.

E allora cosa fai?

Magari sorridi, vesti una maschera e "sorridi" dici che va tutto bene quando ti chiedono come stai, perché sei stato ferito e non vuoi che nessuno ti aiuti, meglio farsi odiare, meglio allontanare tutti con rabbia, insulti, risposte maleducate, usare la rabbia come risposta.

"La miglior difesa è l'attacco." crei una corazza emotiva per allontanare tutti ma non starai meglio.

Dentro hai un vuoto e non è con il vuoto esterno che starai meglio, nonostante tu creda che sia la cosa migliore perché sei stato ferito ed hai paura di altre ferite.

Mi sono reso conto che questo mio comportamento mi ha portato a vedere solo le cose negative che accadevano durante la giornata, andavo avanti solo per inerzia e questa mia tristezza e questo mio comportamento ha solamente danneggiato me stesso, ho perso momenti molto belli e rovinati altri.

Ne ho avuta la prova la Domenica di Pasqua, quando una semplice conversazione mi ha distrutto l'intera giornata, mi sono reso conto che mi soffermavo a guardare una crepa quando l'intera casa stava per cadermi addosso.

Questo mio comportamento era diventato un peso che mi trascinava a fondo e io si pensavo che sarei caduto e lo sapevo, agitavo braccia e gambe ma non facevo nulla per togliermi quel peso.

Ma poi qualcosa è cambiato, quel qualcosa sono stati i miei amici, quelli a cui ho regalato il mio tempo, con cui ho vissuto esperienze difficili e anche dolorose, o che magari ho incontrato per caso in università che lentamente mi hanno riafferrato, il bene si presenta sotto forme diverse ma comunque c'è, sempre, una volta ho letto questa frase "Fai un atto di bontà, casuale, senza aspettarti alcuna ricompensa, e stai sicuro che un giorno qualcun altro potrebbe fare lo stesso per te.(Diana Spencer)" ed è vero, il bene che fai, prima o poi ritorna.

Nel mio caso si è presentato sotto forma di una ragazzina di 17 anni che ho aiutato tempo addietro e di un'altra ragazzina a cui avevo affidato il giornale scolastico, c'ero sempre per entrambe, al 100%.

Quando sono caduto mi hanno recuperato, ci sono stati i miei migliori amici con cui ho vissuto tutto, le mie colleghe di Croce Rossa su cui so di poter contare sempre, due ragazze che ho conosciuto per caso, entrambe con l'affettività di un gatto, ovvero, ci saranno sempre, ma manifesteranno il loro affetto a momenti, altrimenti saranno lì, ti terranno d'occhio senza che tu te ne accorga, magari rimproverandoti a mezza voce quando fai qualche cavolata o se ti vedranno che, vista la stanchezza, cammini ad una velocità eccessiva e rischi di abbattere qualcuno visto che cammini a testa bassa.

Il bene ha preso forma nei miei famigliari, nei miei coanimatori, nel mio parroco e nel mio "padre spirituale", che, nonostante stia a Firenze so che basta un messaggio e mi risponderà.

Sono tutte persone che ho trovato sul mio cammino e con cui so che potrò sempre aprirmi, gli amici ci sono si per le situazioni belle in cui si ride, ma ci sono anche quando sei a pezzi, quando ti sembra tutto finito, quando hai un peso sulle spalle, loro sono lì per aiutarti. E faranno quadrato contro chi ti ha fatto star male.

Ho imparato a non sminuire la frase "Sono in debito con te." o "Grazie di essere qui." o "Mi hai salvato la vita." non devo sminuire queste frasi con "L'avrebbe chiunque." "Lo faccio per tutti." "Non ho fatto niente di che." come ha detto "Neko": "Magari per te non è stato niente, ma per quella persona, ciò che hai fatto è stato fondamentale, certo l'avrebbe fatto chiunque, ma l'hai fatto tu. Tu c'eri per loro e questo è ciò che conta." è una ragazza molto saggia, una delle poche capaci di farmi veramente paura se si irrita e lei questo lo sa bene.

L'ho incontrata ieri e un suo collega inglese mi ha detto "You are so lucky man, you have find someone who take care you." me l'ha detto quando, dondolandomi su una sedia ho tirato una testata ad un vetro, Neko non ha detto niente, anche se il suo sguardo rivolto verso di me è stato terrificante, mi ha chiesto se mi fossi fatto male.

Ho capito che non devo buttarmi a terra a causa di un messaggio o di una storia su Instagram, devo semplicemente accettare questa cosa e andare avanti, magari una persona mi ha lasciato per qualcun'altr* magari tornerà, magari non tornerà, ma non importa, se tornerà da un lato troverà me, che magari le darà una nuova possibilità, ma troverà anche un gruppo di persone con cui confrontarsi e che temo non l'accoglieranno facilmente.

La mia pupilla ieri mi ha scritto "Adesso, fatti un favore. Volta pagina. Impugna la penna. Comincia un nuovo capitolo e usa la lettera maiuscola quando inizierai a farlo. Vedi, le persone non puoi cambiarle se loro stesse non vogliono essere aperte a più aspettative, non puoi forzare la mano su qualcosa nella quale sei impotente quindi alza il culo per farlo." ed è vero, devo veramente andare avanti, devo imparare ad accettare tutti i regali della vita, che sia un semplice sorriso da parte di qualcuno, un gesto gentile, una buona parola, cercare sempre qualcosa per cui essere FELICE e poter dire, una volta nel letto "Oggi, comunque, è stata una buona giornata." e sopratutto devo imparare a divertirmi, non dare peso a certe cose e vivere la vita così come viene, magari non sarà sempre come me l'aspetto, ma non importa. Questo è il mio desiderio "non privarmi di un giorno felice" ci saranno giorni tristi è vero, ma non importa, non sarà sempre così.

Un motto scout recita "Cantano e ridono anche nelle difficoltà." e io andrò avanti affrontando e oltrepassando le difficoltà e le cose più dure senza paura e senza timore, magari da solo, magari con qualcuno ma non mi butterò più giù. Perché anche io merito di essere felice. 

Random - L'ordinario in mini raccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora