Shut up and Dance

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Gian si guardò attorno "Come ho fatto a finire qui?" si chiese camminando tra la folla di persone nell'giardino della palazzina dove si teneva quella festa di laurea di una sua vecchia compagna, era stato invitato assieme ad Alessia, ma mentre quest'ultima si era riunita con delle amiche, lui era rimasto seduto a un tavolo a mangiare e a fissare tutti gli invitati che ridevano e si muovevano ballando a ritmo di musica.

All'ingresso del locale aveva dovuto lasciare oltre alla giacca anche il suo zaino con all'interno anche il Power Bank per il telefono.

Cercò la figura che era stata capace di fargli lasciare lo zaino ma non la vide, c'erano troppe persone.
Decise di muoversi verso l'ingresso e recuperare il suo zaino "A qualunque costo recupererò le mie cuffie e il mio powerbank." pensò svicolandosi nella folla.

Oltrepassò i tavoli e raggiunse finalmente l'edificio, s'aggiustò gli occhiali e andò a recuperare il suo zaino, entrò nello stanzino adibito a guardaroba trovando subito quello che stava cercando "Sei salvo bello mio." esclamò collegando il suo telefono "Ciao Gian." disse una voce alle sue spalle "Viviana, mi hai fatto prendere un infarto, che cosa ci fa qui?" lei sorrise aggiustandosi il tubino nero "Passavo di qui, ti ho visto entrare furtivo e mi sono incuriosita." Gian annuì "Eh, si mi serviva il mio Powerbank. Ora torno di la, ho ancora fame." le rispose oltrepassandola e ritornando nella zona della festa.

Gian osservò incuriosito i numerosi piatti esposti cercando di capire quali fossero gli ingredienti e prendendo mentalmente appunti sulla loro composizione quando un profumo alle sue spalle lo fece voltare, si trovò di nuovo davanti Viviana.

"Che caso incontrarci qui." "Il caso non esiste ti ho detto che avevo fame e quindi era logico che fossi al buffet, inoltre siamo alla stessa festa quindi...Torno a cercare di comprendere come fare questa "Quiche"." commentò voltandosi di nuovo "Quindi ti piace cucinare?" "Lo faccio da quando andavo alle elementari e mi piace sperimentare." rispose muovendosi lungo il tavolo cercando di distanziarla.

"Ti volevo chiedere una cosa." riprese Vittoria avvicinandosi mentre Gian scriveva degli ingredienti sul telefono "Ti ascolto." rispose assaggiando una crocchetta di patate "Intressante, ci avrei aggiunto della noce moscata." commentò fissando la vivanda "Tu sei un soccorritore." Gian annuì "Quindi in teoria se ora stessi male, mi faresti la respirazione bocca a bocca?" "In teoria c'è tutto un protocollo da seguire e poi non è più necessaria da dopo il Covid-19." le rispose dopo aver deglutito "Ah, bhe certo." commentò avvicinandosi "Comunque posso farti un'altra domanda?" "L'hai appena fatta." rispose Gian afferrando un'altra crocchetta "Giusto, però ora ti chiedo, ti va se mi accompagni a casa?" "Non hai la tua macchina?" "Bhe, però sarebbe bello se la guidassi tu." rispose prendendogli la metà di crocchetta che ancora teneva in mano e portandosela alle labbra "Che ne dici?" domandò fissandolo negli occhi "Primo, non si ruba il mio cibo, secondo sono venuto con una ragazza." Vittoria lo guardò "Quale? Quella biondina?" "Si esatto, problemi?" "No, affatto, però io non la vedo qui con te." commentò a pochi centimetri dal viso di Gian che chiuse gli occhi e valutò quale risposta adottare se darle una testata, allontanarsi con una scusa o pregare per un miracolo.

"Voltati." disse una voce che avrebbe riconosciuto tra mille "Ora la vedi." Gian aprì gli occhi e la vide, indossava un anito nero con uno strascico lungo con spacco sulla destra e con degli strass era senza maniche e lasciava le spalle scoperte "Oh, ma che maleducata, che sono, io sono Viviana, una vecchia amica di Gian." Ale la ignorò "Ti stavo cercando caro, non mi avevi promesso un ballo? Ti sto aspettando da tutta la sera e tu cosa fai? Flirti con la tua vecchia amica?" rispose prendendolo sotto braccio "Ma no hai frainteso, tesoro." rispose Gian cercando di non scoppiare a ridere "Sarà meglio tesoro." rispose Alessia fissandolo negli occhi "Scusami ma lei è sarebbe?" chiese Vittoria "Io sono Alessia la sua ragazza." rispose a tono Alessia facendo spalancare gli occhi a Vittoria. Gian le sorrise poi la guardò "Vogliamo andare a ballare Ale?" le chiese porgendole la mano "Ma certo mio caro." rispose stringendogliela con energia e dirigendosi verso la pista da ballo.

"Testata o calcio?" gli chiese Alessia mentre camminavano tra i tavoli "Ha tanta importanza? Comunque testata." le rispose Gian "Comunque vedo che il protocollo FF funziona bene." Ale annuì "Si è un ottimo protocollo. Il fingerci fidanzati in eventi come questi sono i migliori." "L'importante di quando usiamo questo protocollo è non farlo con gente che conosciamo entrambi, o se lo si fa ci si avvisa sempre, in modo da tenerci il gioco, come ora." Commentò Gian "Comunque potremmo anche non ballare." le disse cercando di allontanarsi dalla pista "Gian, non puoi passare tutta la serata attaccato al telefono, Vittoria aspetta solo quello." replicò Alessia "Ma io non so ballare." le rispose Gian mentre una nuova canzone si faceva sentire.

"She took my arm.

I don't know how it happened

We took the floor and she said."

Alex lo guardò negli occhi e iniziò a cantare"Oh, don't you dare look back, Just keep your eyes on me" esclamando e mettendo le sue braccia attorno al collo di Gian che la fissò stranito poi però le rispose sorridendole "I said, "You're holding back" Alessia s'avvicinò a lui stringendolo "She said, "Shut up and dance with me".

Iniziarono a muoversi sulla pista "Nessuno di noi è un ballerino eppure eccoci qui a cercare di ballare e ora che siamo in ballo, balliamo." gli disse Alessia mentre la canzone continava, Gian la guardò annuendo e riprendendo a cantare "This woman is my destiny." Alessia sorrise mentre una luce li ulliminava "She said, "Ooh hoo." continuò Ale "Shut up and dance with me". conclue inziando a volteggiare con lui come se ci fossero solo loro due su quella pista da ballo.

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