Prospettiva

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Gian fissò il Pc confuso, era inutile quegli appunti di Diritto Internazionale gli parevano privi di senso, il caldo soffocante di quel venerdì di giugno lo stordiva ma si osava ad accendere l'aria condizionata per evitare che poi gli venisse mal di gola o il raffreddore, guardò l'ora erano le 18.30, s'alzò dalla scrivania, si cambiò e uscì, direzione supermercato.

Il sole morente illuminava la via facendogli socchiudere gli occhi, si era mosso poco quella settiamana, si era detto che avrebbe fatto molte cose in quella settimana ma invece aveva solo studiato, per cinque giorni aveva visto ogni volta che alzava lo sguardo la stessa immagine, alberi verdi e la stazione dei treni. 

Entrò nel negozio e si diresse a passo spedito verso il reparto scatolame trovando subito l'articolo che gli serviva, Tonno, prese quello da 4,99 in offerta. 

Dopo aver pagato uscì e si diresse camminando verso casa, una volta in ascensore fissò la pulsantiera e decise che era giunta l'ora di cambiare aria, premette il pulsante del 8° piano, una volta uscito salì altre due rampe di scale fino a raggiungere una porta in metallo, trasse il mazzo di chiavi dalla tasca e la aprì, di fronte a lui apparve un nuovo paesaggio mentre un vento fresco lo abbracciava.
Camminò fino a quando non raggiunse la balaustra tre semplici tubi delimitavano il perimetro, per un momento provò il desiderio di scavalcarli poi però rimase fermo immobile a fissare il paesaggio, era lo stesso che vedeva ogni giorno dalla finestra della sua camera ma da un'altra prosettiva. 
Non saliva sul terrazzo del suo condominio da quasi un anno, l'ultima volta c'era stato con un'amica che però non sentiva da quasi un anno, tirò fuori il telefono e scattò una foto inviandola ad Ale, l'aveva appena deriso in chat dopo che le aveva raccontanto di essersi schiantato il telecomando in faccia.
In cuffia aveva "Chi sono veramente" di Will, l'aveva appena ascoltata in un video Tik Tok, l'aveva colpito parecchio come testo, guardò la sede della Croce Verde, guardò il corso pieno di macchine, osservò la struttura di Porta Susa con i suoi pannelli fotovoltaici, era la stessa immagine ma vista dall'alto.
Si sedette sul catrame del tetto e guardò le rondini che volavano nel cielo azzurro, i loro garriti coprivano il rumore delle auto, sorrise tutto sembrava distante.
Pensò che probabilmente quando qualcosa ci pare ripetitivo o  un problema ci sembra impossibile da superare basta fermarsi e cercare di guardare tutto da un altra prospettiva.
Usare il pensiero laterale e scoprire magari una strada diversa ma con il medesimo traguardo.
La vista dei tetti dei palazzi li attorno lo confortò, poteva vedere lontano in maniera chiara e limpida senza barriere.
Riprese lo zaino e tornò sui suoi passi raggiungendo l'ingresso, si volse un'ultima volta fece un respiro profondo e sorrise "A presto." Mormorò mentre richiudeva con una doppia mandata la grigia porta.








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