Be Alright

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La luce azzurra dello schermo del portatile era l'unica cosa che vedeva chiaramente.

In testa aveva ancora il rumore del petardo che esplodendo aveva portato la mano di lei a sfiorarsi con la sua.

Fissò intensamente il dispositivo cercando di trovare le parole giuste per formulare il titolo, cercò un aiuto guardando le canzoni, nella sua playlist: "Dandelions - Ruth B", "The Chainsmokers & Coldplay - Something Just Like This" "Closer - The Chainsmokers", "Let Her Go - Passenger" e in fine la canzone che aveva ascoltato quando l'aveva conosciuta "Love me like you do - Ellie Goulding".

SI fermò un momento e prese il telefono "Le devo scrivere?" si disse fissando la loro chat "Ha senso?" lasciò il telefono sulla scrivania e guardò la foto profilo, lasciando che i ricordi che scorressero nella mente. 

Si erano conosciuti in colonia a Policoro nell'estate del 2016.

Erano piccoli, Gian sopratutto, immaturo, timido e già allora un analista, capace di stare ore a osservare e cercare di capire quale fosse la scelta migliore o forse era solo un codardo. 

Lei era di Torino come Gian ma fin da subito aveva capito che  due settimane erano poche per poter sperare in qualcosa e poi lei era troppo distante per lui, troppo bella, troppo irraggiungibile e Gian aveva saputo da indiscrezioni di camera che uno dei suoi compagni ci stava provando e aveva deciso di lasciar perdere.

A fine colonia si erano scambiati i numeri di telefono e lui si era convinto che quella sua cotta sarebbe rimasta tra le numerose cose non dette e non fatte della sua vita.

Entrò al liceo, li crebbe, sviluppò nuovi ideali, nuove amicizie, nuove esperienze e il numero di lei divenne un numero legato ad un ricordo.

Il caso li fece incontrare di nuovo al primo anno di Università, ma a parte le frasi di cortesia e di circostanza non s'incrociarono mai.

Tuttavia al terzo anno, il caso volle che frequentassero gli stessi corsi ed iniziarono davvero a conoscersi e la piccola fiamma per quella cotta si ravvivò in lui che un giorno aveva deciso di chiederle di uscire. Era stata una scelta impulsiva aveva preso il telefono e aveva scritto "Hey Giulia, stavo pensando, ti andrebbe uno di questi giorni dopo lezione uscire e farci un giro in centro se ti va." poi inviò il messaggio, solo dopo apparve la sua parte razionale che ripreso il controllo della situazione lo aiutò  a capire cos'aveva appena fatto: "Ma che diamine ho fatto?" aveva mormorato  fissando il messaggio con le due spunte grigie.

Per un momento aveva valutato l'idea di cancellare il messaggio, poi però aveva scosso il capo "Assolutamente no, non si cancella niente." la suoneria del suo telefono l'aveva richiamato dai suoi pensieri e sorpreso aveva letto la risposta "Certo.".

Erano usciti quattro volte da allora e quel giorno si era deciso, aveva fissato troppo a lungo il trampolino e la piscina sotto di esso, era giunto il momento di buttarsi. 

Così l'aveva guardata e le aveva detto "Tu mi piaci, fin dai tempi della colonia, questo semestre con te è stato molto bello." Giulia l'aveva fissato poi gli aveva sorriso però in maniera triste " Sono anche convinta che un rapporto come quello che ho con te sia una roba rara e preziosa. Tengo veramente tanto al nostro rapporto e non voglio rovinarlo, spero che questo non intacchi in nessun modo la nostra relazione creando imbarazzo ma allo stesso tempo peró non mi sento di svoltarla in un altro senso per ora." Gian le aveva sorriso "Tranquilla, va bene così. Ci sentiamo domani."

Il telefono s'illuminò richiamandolo al mondo "Hey, sono atterrata." disse Alessia "Ottimo, bentornata in Italia." "Tu come stai?" Gian rimase un momento in silenzio poi sorrise "Ho una nuova amica." commentò sperando che Alessia capisse "Ah, mi dispiace." "Anche a me." rispose Gian "Stai bene?" "Starò bene." replicò fissando il paesaggio fuori da casa sua "Senti, appena torno a casa mi racconti tutto." "E se non volessi?" "Gian, sono appena tornata a Torino, non iniziare che ho poca pazienza." aveva risposto Alessia "Io sono qui." Gian le sorrise "Lo so, sei  l'unica che ci sarà sempre. Ti aspetto a casa." chiuse la chiamata e fissò il paesaggio notturno della città "Ignora e vai avanti." si disse come un mantra "Puoi solo fare questo." poi sorrise "Alexa, metti Be Alright di Dean Lewis." "Okay, riproduco Be Alright di Dean Lewis e altri brani simili da Amazon Music."  Gian sorrise "Ho trovato il mio titolo." commentò sedendosi di nuovo al Pc iniziando a scrivere. 

Random - L'ordinario in mini raccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora