"Gian, dove diamine stai andando?" domandò Giulia cercando di fermare il collega "Devo andare in uni." rispose venendo interrotto da uno starnuto di Gian "AHHH, come faceva Alessia a tenerti fermo?" domandò mentre trascinava il coinquilino verso il suo letto "Lasciami, sto bene, riesco ad andare a lezione." commentò mentre si soffiava il naso, Giulia alzò gli occhi al cielo "Guarda che chiamo Cecilia." a quella minaccia Gian le sorrise "Per dirle cosa? Non sono un bambino." esclamò cercando di rialzarsi dal letto "Ascoltami decelebrato, sei leggermente raffreddato, hai due linee di febbre, stai a riposo oggi e domani fai tutto il resto." Gian scosse ancora il capo "Ma io ho lezione..." Giulia afferrò senza tante cerimonie un termometro e glielo mise sotto un ascella "37.5 esterna. Tu oggi non esci." esclamò Giulia "Stai a letto, beviti un buon The al bergamotto, poi ti fai una minestrina per pranzo e per cena ci facciamo le patate." Gian la fissò "Ora si che mi sento meglio." Boffonchiò Gian dal suo letto "Gian, non posso credere che quello che mangia le peggio cose quando siamo in servizio si lamenta di ciò che mangia se malato." rispose Giulia "HAHAHA, risata finta che nasconde dolore vero." rispose Gian mentre la fissava male "Gian, coraggio cazzo, hai solo 37.5." "Sei tu che mi hai obbligato a restare a casa." rispose Gian "Fatto di cui vado molto fiera." rispose mettendosi il mascara "Io esco, ho lezione, tu non fare cavolate, resta a casa a letto, riguardati." esclamò Giulia, udì un'imprezione da parte dell'amico mentre chiudeva la porta.
Appena Gian udì la porta richiudersi uscì dal letto e si guardò attorno, doveva fare qualcosa, aprì il portatile e iniziò a guardare i programmi delle lezioni.
Poi chiuse il portatile e andò in cucina "Dove ho messo il dado da brodo?" si chiese guardandosi in giro, finalmente trovò la confezione e alzò gli occhi al cielo, era finito.
"Ci metto massimo 10 minuti, il supermercato sta a mezzo isolato da qui, mi metto la giacca, lo scalda collo, il capello, mi metto la mascherina e sono a posto." si ripeteva mentre si vestiva, prese le chiavi e lo zaino aprì la porta e si trovò di fronte Cecilia.
"Beccato" esclamò fissandolo "Volevi uscire non è vero?" Gian la fissò "No...." gli occhi di Cecilia si ridussero a due fessure "E la giacca?" "Ho freddo..." Cecilia incroclò le braccia "Gian..." "Ho finito il dado da brodo..." mormorò cercando di giustificarsi "E tipo dirmelo?" Rispose entrando in casa "Ma non sapevo che saresti venuta." Cecilia alzò gli occhi al cielo "Immagino che convincerti a restare a letto sia una battaglia inutile." "Più o meno come cercare di abbattere un Nakajima Ki-43 Hayabusa con una pistola." Cecilia sorrise "Però un pilota c'è riuscito." Gian alzò le spalle "Già. Però io ho bisogno del dado da brodo." Cecilia annuì "Andiamo, dai." commentò aprendo la porta.
Una volta tornati a casa Gian si diresse verso la cucina "Gian, ora però tu stai a riposo." esclamò Cecilia "No." Rispose Gian incrociando le braccia "Gian, ti prego, non fare il bambino." rispose Cecilia, poi lo guardò "Guardati "Castle" e stai buono, la soluzione migliore per stare meglio è darti tempo." Gian alzò le braccia al cielo "Va bene, starò fermo qui, aspetterò." commentò accendendo la televisione "Prometti di non scappare?" chiese Cecilia "Lo prometto." "Va bene, allora ne approfitto e vado a studiare in cucina, tu non fare casini." Gian le sorrise "Va bene." poi però prese un bicchiere d'acqua e la fissò "Ceci..." l'amica lo fissò preoccupata "Respiro sott'acqua." esclamò mettendosi il bicchiere in testa "Stai bene. Viste le battute che fai." commentò Cecilia "Ora vedi di stare buono o ti farò scoprire un lato di me che ancora non conosci." Gian le sorrise "Da quando sei un cubo?" Cecilia lo guardò malissimo "Gian..." e Gian capì subito che se avesse continuato la febbre a 37.5 sarebbe stato l'ultimo dei suoi problemi.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...