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Gian si alzò tranquillo quel mattino, la sera prima era andato ad una festa per la sua festa di compleanno, se avesse potuto avrebbe invitato anche una sua animata e la sua pupilla ma sapeva bene che voci sarebbero corse e voleva proteggere la prima mentre la seconda aveva allenamento di nuoto e per questo non sarebbe venuta. 

Erano venuti i tre dell'apocalisse, poi Giulia, Zorba e altre due amiche. Era stata una bella serata, una frase l'aveva fatto riflettere, l'aveva sentita mentre era con Zorba in coda per pagare la sua birra. L'aveva detta un altro cliente ad un suo amico "La festa di compleanno la voglio festeggiare con i miei amici con una semplice cena al ristorante e poi in famiglia." Gian era d'accordo, non era uno da grandi cose, amava le cose semplici ma ben strutturate, perché puoi creare le grandi feste con palloncini, brindisi, abiti eleganti, luci, musica e sentirti vuoto dentro. E fare una festa in un ristorante molto semplice, con i tuoi migliori amici che fanno un neurone in tre, la tua collega di Croce Rossa che nonostante tutto sarà sempre con te sul campo, la tua amica che anche se è lontana ci sarà sempre, una festa in cui si ride fino alle lacrime raccontando la barzelletta dei "mamuthones" sardi e quella dei tre pulcini, e si continua di fronte a una birra con Zorba che si lamenta per il caldo e Giulia infagottata nella sua felpa mentre gli altri tre discutono i limiti della legittima difesa all'ombra del Palazzo di Giustizia di Torino. 

Il mattino dopo aveva ricevuto gli auguri da tutti i suoi compagni d'animazione, i suoi amici, i parenti, aveva provato un leggero fastidio quando avevano scritto il suo nome completo con due M ed attaccato ma c'era passato sopra. 

Aveva anche ricevuto un messaggio da lei, dopo un mese di silenzio radio, un mese in cui aveva deciso di cambiare per poter ritornare a sorridere, era stata lei a cercare un primo, mille dubbi gli erano apparsi in testa, come reagire? 

La prima opzione era quella che tutti i suoi amici caldeggiavano "bloccata, segnalata e poi spammata" ma Gian non era fatto così, non era un bambino delle medie che ferma i problemi e li lascia lì. 

Aveva passato un mese a creare un nuovo Gian, era un nuovo inizio, a volte cadeva ancora, nessuno aveva detto che sarebbe stato un percorso facile ma aveva trovato persone che lo sostenevano comunque, perché aveva fatto del bene a tante persone e adesso lo aiutavano, poi sorrise, aveva creato un castello di carte con lei, ma adesso era finita, decise di rispondere come quando parlava con un colletto bianco, dopotutto lei aveva voluto interrompere i rapporti e lui sapeva come reagire. 

Per un istante pensò di togliersi tutti i sassolini nella scarpa che aveva ma poi scosse il capo, il Gian di una volta l'avrebbe fatto ma ora era cambiato, le disse del suo nuovo metodo, sapendo che avrebbe capito cosa intendeva dirle, interruppe i contatti con una semplice frase e visualizzando gli ultimi messaggi. 

In quello stesso momento gli arrivò un messaggio dalla sua pupilla, Ginevra, sorrise leggendo il messaggio che gli aveva mandato era davvero scritto con il cuore. Poi pensò a tutte le serate che aveva passato a piangere, a vivere con incubi e paranoie, pensò a tutte le serate che aveva vissuto stando seduto di fronte al divano a fissare la televisione cercando un senso a quello che stava facendo, era ancora storto dentro, non poteva dire che stava bene, i suoi amici lo sapevano, Zorba era stata chiara "Prima apri un dialogo con te stesso e poi riprendi a guardare le ragazze." Shi aveva sorriso abbracciandola prima di salutarla, era una ragazza speciale, come tutte le altre persone che conosceva, faceva domande capaci di mostrargli una via che magari non aveva contemplato prima, si guardò allo specchi e sorrise mentre un messaggio di Giulia appariva sul telefono "Stai bene?" Gian sorrise prima di rispondere in maniera sincera "Sto meglio." 

Random - L'ordinario in mini raccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora