"Mi hai visto entrare e uscire da quella porta
E quelle scale le ho fatte tremila volte
Ma un giorno senza saperlo le ho fatte l'ultima volta"
Era un pomeriggio come tanti, il giovane stava rientrando dopo un pomeriggio passato in compagnia di un'amica che aveva bisogno di due cose, un gelato e qualcuno che l'ascoltasse.
Camminò tranquillo per la via, fino a quando non giuse di fronte a un palazzo, li si fermò e lesse l'insegna "LICEO STATALE DOMENICO BERTI." sorrise pensando ai cinque anni che aveva passato li dentro, ai compagni conosciuti, le amicizie fatte, le mille attività che aveva fatto, il corso di Teatro, il Giornale Scolastico, i tornei di calcio, le Assemblee, le Giornate dello Studente.
Il suo sguardo fu catturato dalle scale grigie, quante volte le aveva calpestate uscendo e rientrando, sorrise ricordandosi quando gli operatori ATA non volevano che si usasse la rampa per studenti disabili dicendo di salire su dalle scale, rise ricordandosi di tutte quelle volte in cui a causa della piogga quelle scale si riempivano di segatura, sparsa dagli operatori per evitare che qualche studente scivolasse su di esse, quella stessa segatura che s'attaccava sotto le scarpe e veniva sparsa in tutta la scala, oltre porte a vetri vide, allineate tre macchinette con dentro snack, vicino a una macchinetta per i "caffé" e una per l'acqua , si ricordò della fila infinita che si creava all'ingresso appena la campanella suonava, della confusione dovuta agli studenti che uscivano dalla Palestra 1 (La palestra più ambita da tutti gli studenti) che salutavano amici di altre classi che si mettevano speranzosi in fila per prendere un "Kinder Bueno" o un caffé.
Si ricordò di tutte quelle volte in cui aveva mangiato nell'atrio assieme ai compagni di teatro, all'inizio delle attività perfetti sconosciuti, alla fine dell'anno fratelli.
Si ricordò della sua Sorellona, una ragazza che aveva conosciuto in terza liceo e lei era in quinta, si ricordò di quando la incontrava seduta sulle scale, sempre con addosso una felpa larga, una borsa azzurra a tracolla e in mano una sigaretta, era e rimaneva una figura importante per la sua vita, gli aveva insegnato che non sempre tutto dovesse essere perfetto.
Osservo i gradini, quante volte per la fretta ne aveva saltati uno o due, l'ultima volta che l'aveva fatto era stato nel Febbraio del 2020, lui era appena rientrato dal "Treno della Memoria" e quel giorno si era tenuta la prima "Giornata dello Studente" in cui aveva tenuto il laboratorio del Giornale Scolastico, uscendo da scuola aveva salutato i suoi compagni con un semplice "Ci vediamo dopo le vacanze di Carnevale."
Non sapeva ancora che quelle scale le avrebbe salite solo da maturando.
Il Covid arrivò, lentamente il mondo si chiuse, le scuole furono le prime ad essere chiuse, le Vacanze di Carnevale, prima si allungarono e tutti pensarono fosse solo una cosa temporanea, ma ben presto parole come "Lockdown", "Positivo", "Contagi", "Coprifuoco", "Mascherine" divennero parole di uso comune.
Dopo un'iniziale momento di euforia dovuta alla classica poca voglia di fare che accomuna tutti gli studenti, si era trovato a seguire lezioni a distanza, con i professori collegati a distanza, che spiegavano argomenti o interrogavano cercando di dare comunque un piccolo senso a quella nuova situazione cercando di prepararli al meglio per la Maturità.
Era tutto diverso e nuovo, quante volte durante la lezione si era scritto con i propri compagni commentando la lezione o i professori, quanti meme aveva creato durante le lezioni, quante foto imbarazzanti avevano riempito la memoria del suo telefono.
I mesi erano passati lentamente e anche la Maturità era arrivata, quel mitico esame tanto temuto e atteso, quanta fatica per arrivarci però.
Quando era uscita la tabella aveva letto che passava il 20 giugno 2020, quel mattino avrebbe fatto da testimone a un suo compagno (L'altro maschio della classe, erano solo 2 su 27) e poi sarebbe passato lui, quando aveva salito le scale aveva fatto un respiro profondo, salendo lentamente quei 7 gradini che lo separavano dalla commissione d'esame.
Una volta finito il suo colloquio le aveva scese quasi volando, una volta oltrepassata la linea gialla e nera della gradinata si era voltato verso la sua testimone e le aveva detto "Ora sono ufficialmente un semplice ragazzo e non sono più uno studente."
Ora quel ragazzo, uscito con 75 dall'esame era di fronte a quel liceo, ripensò a quando era entrato con la divisa della Croce Rossa per salutare i suoi professori, quando era passato a consegnare delle cose alla nuova Caporedattrice del Giornale scolastico, ma in quei due episodi lui le aveva salite non più da studente del liceo, ma come studente universitario.
Si mise una gomma alla menta in bocca estrasse il telefono dalla tasca, scattò una foto alle scale e se ne andò verso casa.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...