PIOGGIA: Precipitazione atmosferica che raggiunge il suolo sotto forma di gocce liquide con diametro superiore a 0,2 mm ca., generata dalla coagulazione delle goccioline e dei cristalli di ghiaccio che costituiscono le nubi.
POZZANGHERA: Pozza d'acqua sporca o fangosa, d'origine piovana.
Le nuvole grigie riempivano il cielo, il ragazzo scese giù dall'Autobus, attese che il semaforo diventasse verde ed attraversò, di fronte a se vide il parco del Grattacielo, era immerso nel silenzio a causa della pioggia.
Sorrise mentre percorreva il viale vuoto, a lui la pioggia piaceva, mentre camminava gli venne in mente una cosa che gli aveva detto una sua amica al liceo: "La pioggia è libertà. Che senso ha vivere senza godersi la vita, senza apprezzare le piccole cose e, per esempio, la pioggia? La pioggia è libertà: libertà dai pensieri, libertà di sciogliersi, di stare in armonia con il mondo. Persino il trucco, che è come una maschera, si scioglie sotto la pioggia. E allora perché le persone invece non lo fanno? È triste."
Guardò la sua giacca e il suo zaino avvolto nella copertura antipioggia "Non esiste buono o cattivo tempo, esiste buono o cattivo equipaggiamento." gli aveva detto Merida un giorno e lui riguardo all'equipaggiamento ne sapeva abbastanza.
Guardò il cielo e una goccia gli colpì le lenti degli occhiali, tutti erano colpiti dalla pioggia: Presidenti, Ministri, Sindaci, vecchi, giovani, adulti e bambini ma con una differenza, i bambini quando pioveva si vestivano con mantelline colorate, ombrelli dai colori vivaci con fantasiosi disegni, saltano ridendo con gli stivaletti di gomma nelle pozzanghere, i grandi e gli adolescenti invece aprono gli ombrelli borbottando e insultando il meteo, perché si sa la pioggia lava via tutto, pulisce i marciapiedi e fa apparire come realmente sono le persone.
Il ragazzo camminò tranquillo nel viale fino a quando non vide di fronte a se quello che cercava, una pozzanghera causata da un tombino otturato, ripose con cura il telefono nella tasca della giacca, poi fece un respiro profondo, una breve rincorsa, un salto e poi l'impatto, l'acqua schizzò ovunque bagnandogli i pantaloni e lo zaino, un brivido lo percorse quando un po' d'acqua s'infilò negli anfibi, continuò a camminare nella pozzanghera divertendosi come se non avesse avuto 20 anni, come se fosse stato ancora agli scout quando la pioggia faceva avvenire una serie di avvenimenti, gara di canzoni urlate da una tenda all'altra, balli sotto la pioggia al ritmo delle chitarre, lotta nel fango o magari una dichiarazione d'amore (proprio come nei film). Lui non si era mai dichiarato sotto la pioggia, preferiva godersi il rumore della pioggia che cadeva, gli piaceva sentirla cadere su di lui.
L'odore dell'erba bagnata lo portò indietro nel tempo a quando, durante un concorso di teatro aveva deciso di sedersi in un piccolo anfiteatro che era davanti alle sale dove svolgevano i laboratori.
Ero al centro di quell'anfiteatro da cui poteva vedere la campagna toscana, davanti aveva una siepe che però in parte gli ostruiva la vista, come un muro verde. All'improvviso si ritrovò abbracciato da dietro, dalle braccia di lei, che silenziosamente l'aveva raggiunto.
Non si dissero nulla, tutto quello che lui le voleva dire l'aveva scritto nella lettere che le aveva consegnato, rimasero lì in silenzio, lui senti il suo profumo, il suo petto che si abbassava mentre respirava appoggiato alla sua schiena. Non gli disse niente perché in quell'abbraccio c'era tutto.
Riaprì gli occhi e riprese a camminare verso il grattacielo che si ergeva alto, in parte nascosto dalle nubi, sorrise fissandole e ricordandosi che cosa gli aveva detto "Quando piove il sole c'è comunque, solo che non lo vedi, io farò la stessa cosa, non sarò a scuola ma ci sarò comunque. Avrai le spalle sempre coperte ricordatelo." Sorrise, ne aveva fatta di strada da allora, ma in fondo in fondo era ancora quel ragazzino che saltava nelle pozzaghere, che cercava sempre di trovare un fatto positivo, che cercava di andare oltre le apparenze, quello stesso ragazzino a cui Lei un giorno aveva mostrato un piccolo segno giallo su una finestra e gli aveva detto "Quando sentirai la mia mancanza quando sarai triste vieni qui ed osserva questo segno giallo e pensa a me.".
Il ragazzo camminò tranquillo per il marciapiede poco prima di rientrare penso che forse le avrebbe dovuto scriverle, farsi dare un consiglio, in fondo era lei che gli aveva spiegato come combattere le maschere, lei gli aveva fatto capire quanto fosse bello essere felice anche una cosa semplice come la pioggia.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...