Ognuno muore solo.
Questo Gian l'aveva ormai capito, specialmente se improvvisamente perdi due persone contemporaneamente e ti rendi conto che la frase che una volta Cecilia è terribilmente reale "Tutti possiamo essere sostituiti." ed è così, ci sarà sempre qualcun altro pronto a sostituirti, questo lo devi capire.
Magari lasci una traccia, ma niente di più.
Era caduto, talmente in basso da non vedere la luce, nonostante i tentativi dei suoi amici, Gian era caduto, era caduto grazie a delle parole che sperava di non sentire mai dall'unica persona che l'aveva tirato su.
Aveva infranto la sua fiducia parlandole dei suoi sentimenti, aveva agito con meschinità, per paura di perderla e si era fregato da solo.
Per questo motivo quella notte i suoi incubi erano venuti a trovarlo stavolta liberi di distruggere tutto, i suoi demoni avevano sfondato le sue difese e le sue gabbie mentali.
Si era svegliato e l'impulso irrefrenabile di colpire con forza e rabbia il muro della sua camera l'aveva quasi sopraffatto, come puoi gestire due emotional damage contemporaneamente se sei solo? Non si può.
Aveva passato la notte a ripetersi che stava bene, mentre si sentiva come una scialuppa in una tempesta, si sentiva sommergere dalle emozioni che avendolo trovato senza corazza avevano colpito forte, veramente forte.
Era caduto boccheggiando a terra, stavolta nessuno l'avrebbe aiutato, era nuotato fino uno scoglio ed era rimasto li, esposto al freddo, alle raffiche di vento, alla pioggia.
Era solo.
"Sei solo un numero 19." esclamò una voce, di fronte a lui apparve una figura fatta d'acqua, aveva la forma di Alice (la sua prima cotta) "Non posso stare con te, sei troppo basso" questa era Giorgia, "Mi dispiace, non provo la stessa cosa." queste erano tutte le sue cotte.
19 il suo numero, numero che, secondo Internet era un numero fortunato, questo spiegava come mai trovava sempre qualcosa
Aveva cercato di non piangere, non urlare chiudendosi a riccio in mezzo a quei pensieri.
Aveva pensato a una ragione per combattere, ne aveva trovate di futili, stupide, vaghe e intangibili.
Poi però aveva pensato a Merida (Giulia nella realtà) la sua pupilla, a Giorgia la sua animata (Che prendeva il nome di Giulia nei Random) a tutte le persone che in un modo o nell'altro aveva aiutato ad affrontare i loro demoni, anche e sopratutto Alessandra (che nei random prendeva il nome di Alessia e che era grazie a lei se Random era nato).
Si ricordò cosa gli aveva detto Atena prima di sparire "Non deludermi..." e anche "Ogni giorno scriviamo una pagina della nostra vita, quindi metti un punto a questa pagina e girala, domani è un altro giorno." sorrise mentre colpiva i demoni con la penna, sarebbero diventati random, imprigionati in una gabbia di parole alla vista di tutti. Incapaci di fargli ancora male.
Si era reso conto che si, era caduto, si, era stato ferito e si avrebbe avuto bisogno di aiuto e sopratutto di tempo, ma non sarebbe stato solo, nonostante tutto lei sarebbe stata li, pronta a penderlo al volo assieme agli altri.
In quel momento finalmente la luce del sole lo illuminò "Alzati Gian." disse una voce "Un nuovo giorno ha inizio." e Gian spalancò gli occhi "Sono pronto."
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...