Animatore

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Mancavano 30 minuti all'esame d'inglese, Gian si sistemò di fronte allo schermo del PC e attesa che il professore si collegasse, detestava i momenti pre esame, non per il fiato sospeso che lo divertiva, erano i pensieri quelli che lo assillavano.

Collegò le cuffie e fece partire un video su youtube, guardò un ultima volta gli appunti "Ormai devi saltare Gian, non puoi crearti un paracadute quando sei già in volo." mormorò, il suo sguardo cadde sullo sfondo del PC, era la fote di lui con i ragazzi del gruppo parrocchiale.

Aprì la cartella e guardò le foto sorridendo.

La musica nelle sue cuffie cambiò mettendo "Tu sei la Forza" di Eman, gliel'aveva fatto sentire ad un ritiro quando, privo d'idee per la preghiera finale aveva improvvisato. Alessia capiva subito quando improvvisava perché camminava in maniera rigida per la stanza e spesso i suoi ragazzi lo trovavano divertente. Era diventato loro animatore un anno prima della Cresima, quand'era in quarta liceo.

Erano molto esuberanti durante i periodi di gioco ma altre volte erano come motori disel,  durante una "Risonanza" Gian e gli altri animatori dovevano aspettare anche 20 minuti in attesa che qualcuno parlasse ed esprimesse la propria opinione. Sorrise, erano come dei disel.

Di solito per invogliarli cercava di incrociare gli sguardi con i ragazzi e appena ci riusciva lanciava occhiate che significavano solo una cosa "PARLA"

Non ne erano rimasti molti dopo la cresima da oltre 20 ragazzi erano rimasti forse 8 ragazzi di cui alcuni latitanti a causa del calcio, lo studio, teatro o magari anche solo per decisione dei genitori.
Gli dispiaceva ma era una cosa comune che i ragazzi una volta ricevuto il sacramento della "Confermazione" se ne andassero, restava solo chi voleva diventare animatore o chi magari ci teneva particolarmente.

Li guardò uno a uno notando come fossero cambiati lungo il tempo, ma per lui erano i ragazzini capaci di farlo agitare, capaci di sorprenderlo quando facevano discorsi senza senso alle 3 di notte. Aveva visto molti di loro aprirsi dopo molto, aveva visto nascere legami forti li aveva visti ridere e piangere assieme. 

Gian come animato era quello che da fuori sembra serio e tranquillo ma era sempre il primo a fare cose pericolose, appena arrivato in un posto la prima cosa che faceva era esplorarlo assieme ai suoi amici, erano sempre accompagnati da Martina, la loro animatrice che  era come una sorella maggiore, di fronte agli altri animatori cercava di essere seria sopratutto quando gli altri animatori elencavano le attività che potevano essere fatte e quali no, eppure quando li beccava in una delle zone proibite preferiva accompagnarli conscia del fatto che li avrebbe potuti fermare mille volte e loro ci avrebbero riporvato lo stesso.

Il quartetto era composto da Dario, Damiano, Oscar e ovviamente lui, erano inseparabili non c'era bosco troppo impervio o casa troppo mal ridotta da non essere esplorata, Oscar e Dario di solito creavano i piani, Damian forniva supporto seguendo tutti e Gian era quello che s'inventava le scuse e portava con se il proprio zaino.

Agivano spesso durante le sieste ma venivano sempre beccati da Martina che dopo qualche rimprovero a mezza voce li accompagnava.

"In realtà, io vi accompagnavo perché le cose che facevate voi le volevo fare anch'io ma essendo un'animatrice non potevo quindi voi eravate la mia copertura." aveva confessato un giorno durante una colazione post messa con gli altri animatori facendoli scoppiare a ridere.

Tutti e quattro erano diventati animatori e ognuno con il proprio stile, Gian seguiva le impronte di Martina, da fuori cercava di essere severo ma in realtà se beccava degli animati fare qualcosa di sbagliato preferiva seguirli e magari dopo sgridarli con qualche frase fatta che in realtà erano solo parole al vento. 

Per loro avrebbe fatto di tutto come quando aveva portato loro del cibo del Mc Donald quando ci lavorava o quando gli aveva comprato i marshmellow. 

Erano i suoi animati, li accompagnava a casa dopo incontro insistendo perché si fermassero a semafori rossi, attraversassero sulle strisce, li ascoltava le sere al campo quando parlavano di argomenti che di religioso avevano proprio poco (i maschi) o dei gossip su tutta la parrocchia (le ragazze) ma anche problemi e timori legati alla scuola, le relazioni, consigli o magari li lasciava parlare limitandosi ad ascoltarli dandogli la possibilità di esprimersi senza filtri.

Lentamente il suo telefono era diventato il telefono del gruppo, quando salivano sull'Autobus collegava le casse e poi lasciava il suo telefono a Vittoria, con solo due regole: Mai aprire Whatsapp e non mettere musiche "troppo" volgari.  

Non l'avrebbe mai ammesso di fronte a loro, ma in fondo voleva bene a ognuno di loro.

Il suono di Webex che si apriva gli fecero chiudere tutte le schermate in eccesso, l'esame stava per cominciare. 


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