"Hai una benda?" gli chiese Cecilia fissandolo con un occhio socchiuso a causa del sole, le ricordava sempre un gatto e ne aveva avuto la conferma di questa sua impressione quando aveva colpito senza motivo apparente il bicchiere in cui aveva bevuto durante il pranzo.
Si erano rivisti dopo le vacanze di Natale, lui aveva fatto per la 6a e forse ultima volta l'esame di Diritto Internazionale mentre lei era a studiare in Biblioteca.
Avevano pranzato assieme e durante il pranzo Gian le aveva raccontato alcuni divertenti aneddoti riguarndati le sue amicizie ottenendo a volte delle occhiate esasperate o delle piccole risate eppure non aveva ancora ottenuto una risata vera e genuina. Era un suo obiettivo doveva sentirla ridere almeno una volta, aveva provato facendo battute stupide, aveva provato a farle il solletico o meglio, aveva detto che le avrebbe fatto il solletico ma l'occhiata assassina che gli aveva lanciato lo aveva fatto desistere.
Avevano parlato di tante cose, dopotutto se l'ultima volta che vi siete visti è stato a dicembre hai parecchio di cui parlare.
Discussero su come si dovesse aprire un quadro di cioccolata della "Ritter", Gian l'aveva aperto a modo suo ovvero con grazia e potenza, spezzando a metà l'involucro questo aveva provocato la reazione sorpresa dell'amica, che aveva suscitato in lui una risata e poi aprendo di nuovo gli occhi l'aveva vista sconvolta fissarlo con gli occhi spalancati "Gian...Respira." era vero, andava in apnea quando rideva, ma vederla così preoccupata lo fece nuovamente scoppiare a ridere come quando a volte faceva il verso dei maiale mentre rideva e questo faceva ridere il suo migliore amico creando una sorta di circolo vizioso.
Gian si era calmato mordendosi l'interno della guancia. Dopotutto, tutto sparisce con il dolore.
Parlarono di tante cose mentre camminavano per l'università, le parlò della sua pupilla che ora gestitva il giornale scolastico, le parlò della sua animata che lo faceva preoccupare sempre, le parlò della ragazza che lui riteneva la più importante della sua vita. Si divertì a saltellare sulle piastrelle come quando da bambino sul marciapiede si diceva "Se tocco il bordo della mattonella muoio." ma ogni volta che toccava un bordo poi diceva "Tanto ho ancora 3 vite."
Parlarono di sentimenti, quelli latenti uscirono fuori, parlarono di esami e mentre Gian diede delle indicazioni probabilmente sbagliate ad una studentessa su come arrivare ad un'aula del settore G, Cecilia le disse di andare a chiedere in "Main Hall" le indicazioni, dopo che la ragazza se ne era andata Cecilia gli aveva mostrato un punto in cui si era fatta male e il senso di Croce Rossa in Gian scattò, qualcuno che non era lui si era fatto male.
Guardò la mano che lei gli porgeva e le chiese come si fosse fatta male, toccò in alcuni punti dell'area colpita e poi le sorrise "Metterei una pomata e poi farei una bendatura semplice." aveva concluso con un sorriso.
"Come si fa?" gli aveva chiesto Cecilia "Ma scusami, non ti hanno mai insegnato come fare una fasciatura?" le aveva chiesto "No." Gian aveva annuito "Okay, allora poi ti mando un video in cui ti spiego come si fa. Hai una benda?" Cecilia aveva scosso il capo "No, devo andarla a comprare." "Te ne do una io." Aveva risposto posando il suo zaino e tirando fuori il suo kit di primo soccorso alla ricerca di una benda ancora chiusa e sterile, ne aveva solo due "Credevo di averne di più." pensò mentre guardava all'interno poi però sorrise trovando una piccola pastiglia bianca "Ecco a te la tua benda." le disse porgendole sia la pastiglia bianca che una benda, Cecilia lo fissò come se avesse perso il senno "Cos'è?" "Una benda/garza in compressa, basta un po' d'acqua ed avrai una benda/garza da usare." commentò mettendo via il kit medico, sentì improvvisamente silenzio dietro di lui poi un leggero sospiro, si volse preoccupato e vide Cecilia immobile, poi dalla sua bocca "Ceci?" domandò preoccupato, l'amica esplose in una enorme risata, se Gian avesse avuto gli occhi non a mandorla sarebbero stati spalancati, ma il massimo che fece fu sollevare le sopracciglia sorpreso "Ceci..." "Sono: PASTIGLIE DI BENDA!!!" esclamò Cecilia continuando a ridere fino a quando la sua risata non si spense dietro la sua mano, Gian la fissò "Perché hai smesso? Hai una risata molto carina." "E tu ci sei riuscito." commentò Cecilia "A fare cosa?" "A farmi ridere." Rispose Cecilia, Gian annuì sorpreso "Non credevo ti ricordassi della mia promessa." "Tu te ne eri dimenticato?" Gian alzò le spalle "Io mi sono arreso, è diverso, una volta avrei potuto vincere ma più aspetti, più ti logori e più ti fai del male e probabilmente attendere mi ha fatto male." poi le sorrise "Devo andare adesso. Il prossimo esame lo do Lunedì 30 e poi ne do uno 8 Febbraio." Cecilia aveva annuito stringendo la Pastiglia di benda "A preso Gian." Gian le aveva sorriso "A presto Neko."
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...