Merenda

17 0 0
                                    

"Ricorda per sempre il 5 novembre. E la congiura contro lo stato. Ricorda e sta attento che quel tradimento mai e poi mai sia dimenticato." recitò Alice insieme  a Elisa "Ottima poesia, brave, ora mi sapete dire a che evento si sta facendo riferimento?" Domandò Gian guardando il libro d'inglese. Entrambe le bambine annuirono "Si parla della "Congiura delle Polveri, accaduta il 5 novembre 1605 fu un complotto progettato da un gruppo di cattolici inglesi a danno del re protestante Giacomo I d'Inghilterra, conclusosi con un fallimento." disse Elisa "Sai descrivermelo?"  "Il piano dei congiurati era quello di far esplodere la Camera dei lord e di uccidere così il re e il suo governo durante la cerimonia di apertura del Parlamento inglese, lo State Opening, che si sarebbe tenuta il 5 novembre 1605, prendendo quindi la strada alla monarchia assoluta, ma questa volta cattolica e sul modello di Francia, Austria o Spagna. La cospirazione prevedeva anche il rapimento dei suoi figli, qualora questi ultimi non fossero stati presenti alla cerimonia." rispose Alice "Ottimo, siete molto brave." le due bimbe sorrisero.

La madre le aveva di nuovo lasciate ai due amici ma era Gian che se ne stava occupando visto che Alessia aveva una presentazione da gestire e l'aveva "velatamente" minacciato  di morte se l'avessero disturbata, così aveva fatto con loro i compiti.  

Il gorgoglio di uno stomaco lo richiamò alla realtà "Gian, abbiamo fame." esclamò Elisa in attesa di una risposta, Gian le sorrise "Bhe, vediamo che cos'abbiamo nel frigo." Esclamò alzandosi dal divano e dirigendosi in cucina, aprì la dispensa e scrutò lo scomparto vuoto. "Non avevo comprato due giorni fa due pacchi di Gocciole?" pensò contemplando gli scaffali, una sola persona poteva dargli le risposte che cercava così dopo aver attentamente valutato la situazione bussò alla porta di Alessia.

La porta si aprì scricchiolando e la testa bionda di Alessia fece capolino "Quale parte della frase "Non voglio essere disturbata." non ti è chiara?" chiese  guardandolo male "Per caso hai preso tu le Gocciole?" Gli occhi di Alessia si assottigliarono "Mi hai interrotto per chiedermi se per caso io avvessi preso i due pacchi che avevi comprato due giorni fa?" sussurrò e scandendo bene le parole, Gian le sorrise "Si, bhe, se la metti così è una domanda stupida." "Io torno a lavorare." esclamò Alessia "Aspetta, che cosa do per merenda alle bambine?" domandò fissandola negli occhi, seguì un momento di silenzio poi Alessia disse la frase peggiore che Gian poteva aspettarsi "C'è della frutta." commentò chiudendo la porta.

"Bene bambine, che cosa volete mangiare?" "Salato." urlò Elisa "Dolce." Esclamò Alice, Gian tirò fuori due mele "Sorpresa abbiamo delle mele succose." disse porgendo loro i due frutti, le due bambine lo fissarono come se fosse diventato improvvisamente matto, poi fissarono le mele e in fine di nuovo lui "IO VOGLIO IL SALATO." urlò Elisa, mentre Alice scoppiò a piangere.

Gian in quel momento ringraziò mentalmente Alessia, poi però si rese conto l'amica l'avebbe comunque ucciso per il rumore quindi pensò rapidamente a come risolvere la situazione.

La prima opzione era continuare ad insistere con le mele, la seconda opzione alzare la voce, la terza convincerle di quanto potessero essere buone le mele, la quarta prenderle e portarle con lui al supermercato. Optò per quell'opzione "Che cosa ne dite se ci vestiamo ed andiamo a prendere gli ingredienti per fare delle trecce di pasta sfoglia e prosciutto crudo e dei biscotti alle mele?" immediatamente le bambine smisero di urlare e corsero a prendere le giacche.

Appena entrati nel supermercato Gian prese il carello e poi guardò le bambine "Dobbiamo prendere poche cose, ci metteremo poco." disse con un sorriso.

"Possiamo prenderlo?" chiese per l'ennesima volta Alice tirandolo per la giacca indicandogli una confezione maxi di Kinder Bueno "No, abbiamo appena preso una confezione di Kinder Cereale posala." poi guardò il carello "Chi di voi due ha messo le lattine di Coca cola?" esclamò indicando la bibita le gemelle s'indicarono a vicenda "Lei." risposero in coro." Gian alzò gli occhi al cielo "Troppe bevande zuccherate non vi fanno bene." commentò fissando lo scaffale con i succhi di frutta, poi prese un tetrapack di succo pera, il suo preferito. 

Recuperò le bambine che si divertivano a leggere ad alta voce i nomi delle etichette dei succhi di frutta e andò a prendere il prosciutto crudo. Erano dentro da ormai un'ora e mezza che vagava per il supermecato, aveva passato un quarto d'ora a togliere i giocattoli che si materializzavano nel carrello, poi aveva dovuto recuperare Elisa dal reparto libri mentre Alice non si voleva staccare da un NERF che aveva trovato nel reparto giocattoli.

Per farle stare calme alla fine aveva ceduto loro il controllo del carrello che era diventato l'oggetto di contesa tra le due sorelle e a farne le spese erano state le sue caviglie o i carrelli di altre persone.

Dopo aver preso altri prodotti che gli servivano a casa prese due vaschette di prosciutto, due rotoli di pasta sfoglia, una confezione di ricotta, un pacco di farina, quatto mele e due zucchine dal reparto ortofrutta si diresse verso la cassa:"Ci avevi promesso che ci avresti preso il nerf e il libro." esclamò Elisa, Gian sorrise loro "Piccole care..." "Gian, hai promesso." esclamò Alice con gli occhi che brillavano.

"Sono 75 euro e 56 centesimi." esclamò sorridendo la cassiera, Gian le porse la carta "Sono proprio due belle bambine." commentò mentre digitava il PIN sul bancomat "Lei è un uomo fortunato." Gian la fissò "Non sono mie, sono le figlie di un'amica." rispose riprendendo la carta "Oh, cielo, scusi." rispose la cassiera "Si figuri, non poteva saperlo." commento con un sorriso "Buona sera. Salutate bambine." Alice sorrise sventolando il nerf che teneva in mano.

Uscirono dal supermercato "Posso aprirlo?" chiese Alice per l'ennesima volta "Quando arriviamo a casa." rispose posando le borse nel bagagliaio "E perché Elisa può leggere il suo libro?" Gian alzò gli occhi al cielo "Adesso Elisa poserà il suo libro perché non si legge in macchina e non si tengono armi in auto." concluse.

"Finalmente, ho terminato la mia presentazione." esclamò soddisfatta Alessia scorrendo le diapositive sullo schermo del computer "C'è troppa calma." pensò poi alzandosi ed uscendo dalla sua stanza. Entrata nel salotto si trovò davanti Gian seduto sul divano con in mano "Eragon" "Hey, che cosa succede?" domandò stupefatta mentre vedeva Elisa e Alice che fissavano male Gian "Ha detto una parolaccia mentre tirava fuori le cose dal forno e lo abbiamo messo in castigo per un'ora intera." esclamò seria Alice puntando il nerf alla testa di Gian, Alessia trattenne una risata "Oh, ma certo, un'ora di punizione sul divano a leggere un libro fantasy." esclamò Gian le sorrise abbassando il libro "Bhe Ale, me la sono cercata, che ti posso dire..."  poi la guardò furbo "L'unico castigo peggiore è... no, non posso dirvelo ragazze." "Diccelo." esclamò Alice "E va bene, ma siate clementi... Vi prego, non fatemi mangiare la merenda bera la coca cola." immediatamente le due bimbe corsero verso la cucina "Merenda e Coca Cola." "No, vi prego, non la Coca cola nel frigo in alto." Alessia alzò gli occhi al cielo "Certo che sei proprio un mascalzone." un verso di sorpresa si fece udire "Anche Alessia ha detto una parolaccia, dev'essere messa in punizione." Esclamò Elisa con in mano un piatto "Wow, cos'avete preparato?" "Trecce di prosciutto crudo, ricotta e zucchine e biscotti mela e cioccolato." esclamarono con orgoglio le bambine poi si misero sul divano in mezzo a loro "Hai comprato un Nerf ad Alice?" "Ho comprato un libro a Elisa..." "Gian, hai comprato un'arma a una bambina..." "Come se fosse la cosa più strana che ho portato in questa casa e non è un arma." "In quanto tua coinquilina dico io cosa è strano e cosa no ok?" "Ma..." "Gian, stai iniziando a farmi arrabbiare sul serio." quella velata minaccia fece sorridere Gian che come sempre non badava alla sua incolumità "Sei carina quando ti arrabbi, be' a parte quando ti arrabbi con me." Prima che Alessia potesse agire o fare qualcosa di sbagliato Elisa li guardò "Possiamo guardare WALL•E?" Gian fissò Alessia "Solo se la mia coinquilina lo consente." le bambine fissarono Alessia che annuì, mangiando un biscotto.

"Che buoni..." esclamò, Gian la fissò piccato "Quindi so fare anche delle cose giuste." Alessia lo fissò "Sei un bambino a volte lo sai?" "In realtà sono un adulto." Alessia alzò gli occhi al cielo "Lasciami guardare  WALL•E in pace e forse avrai il mio perdono." Gian annuì mentre la sigla inziale del film riempiva il salotto. 



Random - L'ordinario in mini raccontiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora