Once more, you open the door

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Come mettere al tappeto Gian? Esistevano diversi metodi, dal dargli una cosa contenente il latte fresco a proporgli di mangiare delle cime di rapa e per ultima cosa i film romantici.  Gian non è che li detestava, ne poteva vedere al massimo uno al mese. 

Eppure quella sera, rientrando a casa con Dario, Damian e Oscar, aveva udito una semplice melodia, che con se portava, lacrime, freddo, musica irlandese e l'odore dell'acqua di mare. 

Aveva trovato Giorgia, Ginevra, Giulia, Gaia, Giulia sul divano a fissare lo schermo con Leonardo DiCaprio e Kate Winslet sulla nave che avrebbe per sempre rivoluzionato le tecniche di navigazione, il "Titanic" e non erano potuti fuggire, eccoli quindi seduti sul divano a fissare anche loro quel romantico film. 
In quanto semi-talassofobico la scena d'immersione per Gian fu abbastanza una tortura, che poi, Gian il bagno al mare lo faceva, gli piaceva esplorare in acqua, ma non gli piaceva andare a nuotare in acque dove non toccava o per lo meno, dove non riusciva a vedere il terreno sotto di se. 

Il Film andò avanti e Gian intanto pensò a quando era andato a Belfast a visitare il museo del Titanic e aveva comprato anche il cappellino con al visiera con la scritta RMS TItanic, o di quando era invece andato a visitare la mostra temporanea a Torino sempre del Titanic, dopotutto, era stata una vera e propria tragedia e un naufragio molto particolare, che l'aveva interessato particolarmente. 

Osservò con particolare distacco il primo incontro tra Jack e Rose,  quando lui la ferma dal gettarsi in acqua e poi le salva di nuovo la vita afferrandola per la mano. 
Giulia cambiò posizione e lo fissò "Ti sta piacendo il film?" Gian la fissò "Devo anche rispondere?" mormorò fissando con interesse i pop Corn "Oh, andiamo, è un bel film romantico." Gian la fissò "Io non guardo i film romantici." A quelle parole Giorgia sorrise "E Kissing booth 1 e 2? Love Actually? Dear John? I passi dell'Amore?" Gian si volse di scatto "Come dici?" Ginevra sorrise "Gian, non vuoi darlo a vedere, ma hai un cuoricino sensibile e vuoi bene a tante persone." Gian le fissò "Non è vero." commentò "Invece è così." esclamarono le ragazze in coro, Gian le fissò "Ho detto che non è vero." poi posò la ciotola di pop corn ed uscì dalla stanza.

Giulia uscì dal salotto e andò a cercare Gian, lo trovò seduto di fronte alla sua uniforme a lucidare gli anfibi "O entri o chiudi la porta, mi da fastidio saperti alle mie spalle." Giulia alzò gli occhi al cielo, Gian era davvero insopportabile a volte "Tutto ok?" esclamò sedendosi sul suo letto "Fai pure, come se fosse il tuo letto." esclamò Gian chiudendo le zip della giacca "Ho gli anfibi lerci e voglio evitare un rapporto disciplinare per l'uniforme disordinata." mormorò afferrando una spazzola. 

Giulia sapeva bene che Gian le avrebbe detto cosa lo stava irritando, solo che ci avrebbe messo del tempo, come sempre "Ogni volta che mi apro a qualcuno ne rimango danneggiato, ci hai fatto caso?" le chiese con la stessa nonchalance di quando guardava le previsioni meteo, aveva questa capacità qui Gian, affettivo quanto una pietra. 

 "Cosa ti turba Gian?" "I film romantici." Giulia gli sorrise "Gian, è solo un film." "Appunto, proprio perché è un film mi da fastidio, in quella storia d'amore va tutto più o meno bene. Perché c'è l'amore, quello vero." Giulia alzò gli occhi al cielo "Abbiamo affrontato anche a gruppo questi argomenti." Gian la fissò "Lo so, ero tuo animatore." poi la fissò "Due perfetti sconsociuti si conoscono, lei ricca, lui un giramondo squatrinato e nasce subito l'amore, una cosa che accade solo nei film." mormorò "Nella vita di tutti i giorni, non accade mai. " rispose appendnedo la giacca "Ogni giorno ognuno di noi affronta una valanga di schifo, combatte una battaglia immane per poi tornare a casa, ma dov'è casa?" Poi la fulminò con lo sguardo "Non mi dire che casa è dove c'è la persona che amiamo o "Dove c'è barilla c'è casa." Giulia alzò gli occhi al cielo "La seconda è più da te che da me." poi lo guardò "Gian, l'amore è una cosa che esiste, pensa a cosa dice l'inizio di "Love Actually."." Esclamò digitando sul telefono:"Ogni volta che sono depresso per come vanno le cose al mondo, penso all'area degli arrivi dell'aeroporto di Heathrow. È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità, ma io non sono d'accordo. Per me l'amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c'è: padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici. Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so, nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta, erano tutti messaggi d'amore. Io ho la strana sensazione che, se lo cerchi l'amore, davvero è dappertutto." lesse tutto d'un fiato "Gian, non puoi predire il futuro, ma casa, è dove tu ti senti bene, e ora te lo chiedo, tu, stai bene?" Gian sorrise, gli faceva quella domanda quasi ogni giorno, da quanto ormai? Sei anni? Era quasi diventato un rito. 

A volte rispondeva in maniera elusiva, altre volte rispondeva in maniera chiara, altre volte tramite metafore, ma non le diceva mai che stava bene, perché era la verità.  Diceva che stava meglio. 

Parole vere dopotutto, ma che nascondevano anche come realmente stava, ma lo faceva per un motivo, non voleva usare gli altri come ""valvola di sfogo"  erano suoi amici, con impegni, problemi e con una vita propria, con le proprie battaglie e "Gian, hai rotto il cazzo." Escalmò Giulia strappandolo dai suoi pensieri "Come dici?" "Puo capitare che ognitanto qualcuno non possa risponderti, però ci sarà sempre per te, anche se in quel momento non potrà perché sta facendo delle cose sue, ma non significa che sarai solo." poi lo fissò "E quando dicamo che sei una persona buona è perché è vero, dai tutto te stesso per gli altri, sei uno di quelli che si sdraierebbe sul filo spinato per far passare gli altri." "Io il filo lo taglierei." rispose Gian "E saresti il primo a superarlo per raggingere chi ha bisogno. Solo che hai un problema." "Quale dei tanti?" "Non pensi a te stesso, devi essere un po' più egoista nella vita Gian altrimenti sarai un pezzo di carne sanguinante che continua a camminare, ti devi fermare, riprenderti e poi ripartire. E non mi stancherò mai di dirtelo." poi gli sorrise " È vero che qualcuno nn puo esserci sempre, tipo io qualche settimana fa, però non ti ho abbandonato, mi sono presa del tempo per me e poi ti ho aiutato." Gian le sorrise "Te ne sono grato." Giulia lo fissò "Te lo devo." Gian scosse il capo "Non mi devi nulla. Non mi stancherò mai di dirtelo." Gli occhi di Giulia ebbero un lampo "Gian. Lo sai." Gian sospirò, lo sapeva. "Come mai ha tirato fuori la divisa?" Gian le sorrise "Durante le vacanze andrò in servizio." Giulia sorrise "Bene, il tuo obiettivo è essere egoista in queste vacanze, vai in servizio, esci con gli amici, cucina, ma fallo solo per te. Ok?" Gian le sorrise "Va bene." in quel momento "My heart Will go on" si fece udire e poi Oscar esclamò "La nave sta per affondare." Gian sorrise "Oh, finalmente, la parte più interessante." esclamò, poi le sorrise "Allora, vogliamo andare?" Giulia annuì "Andiamo Honey bun." Gian la fissò "Come mi hai chiamato?"  "Honey Bun, sembri tanto duro, ma sotto quella corazza di dura si scopre che sei un essre dolce e gentile." Gian la fissò "Sei sulla strada buona per ritrovarti sul pianerottolo di casa." commentò fissandola negli occhi "Okay, Honey bun." Gian strinse le labbra poi le sorrise "Va bene." poi la fissò "Vorrà dire che troverò un tuo soprannome." Giulia lo fissò "Mi devo preoccupare?" Gian le sorrise "Mi conosci, risponditi da sola." commentò tornando in salotto. Giulia alzò gli occhi al cielo "Si, decisamente mi devo preoccupare." mormorò spegnendo la luce in camera. 



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