_"Buttati, tanto che vuoi che succeda?" _
Si era buttato o meglio ci aveva provato a lanciarsi da quel trampolino su cui stava da 5 anni e bhe, Gian sapeva bene cosa succedeva, ne era sempre stato certo, dopotutto il diciannove è un numero primo, un numero dispari che se diviso non da due metà equilibrate.
Sorrise fissando lo schermo "Va bene così." scrisse, mentre si mordeva il labbro inferiore cercando di resistere, fino a quando non sentì il sapore metallico sulla lingua, si era tagliato morendosi il labbro.
"Domina il dolore, chiudi la mente, domina il cuore." si disse respirando lentamente mentre "In the end." rieccheggiava nella sua mente.
"Non ti ho addestrato così mi pare." esclamò una voce facendo sparire la canzone, aprì gli occhi di scatto ritrovandosi nel buio.
Il buio lo circondava, come sempre quando la doveva incontrare "Hai forse scordato i miei insegnamenti?" domandò la sua voce, sorrise in attesa stringendo le dita attorno alla sua arma "Ti ho insegnato come dominare i sensi, come controllare la mente ingorare e andare avanti, la logica prima delle emozioni." Esclamò mentre una folata di vento gli sferzava il fianco "Dimmi, come mai stavolta mi hai chiamata?" Gian aprì gli occhi "Mostrati, o mia mentore." esclamò mentre la pioggia iniziava a cadere lentamente dal cielo, poi alla luce di un fulmine se la ritrovò di fronte, una donna dai capelli biondi, occhi glauchi.
Cadde su un ginocchio "Mia signora." lo fissò a lungo e Gian sostenne lo sguardo "Alzati." comandò "La mentre è l'arma migliore, ti ho addestrato a saper rispondere colpo su colpo a ogni parola, sai come imprigionare una persona con un discorso, come incantarla e come distruggerla, la tua lingua e affilata come una spada." Gian le sorrise "La mente è forte, ma chi dice che il mio cuore non lo sia?" La mentore sorrise "Le tue ferite, i tuoi pianti trattenuti e i tuoi pugni sulla colonna." Gian chinò il capo "Forse ho avuto delle difficoltà negli ultimi tempi, le emozioni ti confondo, ti sconvolgono, non riesci ad analizzare nulla e la tua immaginazione vaga." "Lo so, ma il segreto è uno, devi trovare il tuo centro." Esclamò indicandogli il suo cuore.
"Ma come faccio a trovarlo?" domandò Gian "Ti ho dato un arma non è vero?" domandò mentre camminavano nel buio "Si." poi alzò la mano destra mostrando una penna "Ti ricordi cosa ti dissi quando te la diedi?" "Non puoi ficcarla in un occhi a qualcuno." la mentore lo fissò accigliata "L'altra cosa, ma tu mi ascolti mai?" Gian alzò gli occhi al cielo "Questa penna è un simbolo, il tuo futuro, dopotutto, a te piace scrivere e raccontare." La mentore annuì "Ma la penna è un simbolo, tu stesso sei una penna, ovunque vai lasci un segno in senso fisico o metaforico. Ogni giorno tracci una nuova pagina della tua vita." poi gli aveva appoggiato la mano sulla spalla.
"Ma come faccio a dominare le mie emozioni specialmente dopo questo colpo? Dopo 5 anni e so che la amerò sempre, ma voglio solo il suo bene. E come posso aiutare le mie animate se non sono emotivo, ma se uso le emozioni per sostenerne una poi capitano disastri con gli altri animatori? Come mai so gestire qualsiasi emergenza e affrontare le peggio tempeste senza paura ma vado nel panico se una persona piange?" La mentore sorrise "Perché sei umano Gian. Ti ho insegnato a dominare la paura e trasformarla in coraggio, sai come non aver paura di parlare di fronte a una platea e come far valere le tue idee, però so quando hai paura nonostante le apparenze. Hai paura quando si tratta di emozioni perché credi di non meritarti le cose belle ma ti sbagli." poi schioccò le dita facendo sparire l'oscurità "Magari un giorno sarai il guerriero perfetto, ma per ora devi ancora lavorare sulle tue capacità, tuttavia potrai continuare a seguire il mio cammino e sono certa che un giorno sarai degno di tale titolo." Gian le sorrise "E potremo essere amici?" La mentore sorrise "Vedremo cos'accadrà." Gian "Si può essere strana un amicizia tra un mortale e una dea sopratutto se quella Dea è Atena." la mentore annuì "Ricordati, qualsiasi cosa farai, troverai il mio sostegno, solo una cosa, non dimenticarti che cosa vuoi diventare, trova il tuo centro e proteggilo sempre. E sopratutto ricordati che non ha senso continuare a vivere in una illusione se alla fine non è vera." Gian la fissò "E perché sto piangendo? Perché mi sento a pezzi?" Atena sorrise tristemente "Perché non è una cosa bella, ma le cose giuste non sono sempre belle." poi gli porse una mano "Gian, lei starà comunque al tuo fianco, come me, Giulia, Giorgia, Gaia, i tuoi migliori amici e tutti quelli su cui la tua penna ha lasciato un segno." escalmò tergendogli le lacrime mentre Gian singhiozzava stretto a lei "Andrà tutto bene Gian."
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Random - L'ordinario in mini racconti
Storie breviNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...