Il ragazzo fece un respiro profondo, non percorreva quella via da ormai 4 mesi, l'ultima volta che l'aveva fatto gli si era mozzato il fiato, il cuore aveva accellerato il battito e le sue gambe si erano bloccate, un attacco di panico in piena regola.
Si fermò a guardare i portici che lo sovrastavano, era un pomeriggio di maggio, il cinema lo stava aspettando per vedere Top Gun 2, film che aveva atteso ma che il Covid aveva bloccato.
Appena c'era stata la possibilità aveva chiamato la sua migliore amica chiedendole di andare a vedere quel film, anche in quel caso l'avrebbero visto assieme ma per due motivi diversi, lui per vedere gli Boeing F/A-18E Super Hornet,nello elemento naturale, ovvero imbarcati su di una superportaerei nucleare , lei invece per vedere Tom Cruise.
Tuttavia per raggiungere il cinema sarebbero dovuti passare di fronte al posto che per lungo tempo l'aveva fatto star male.
Dopo la prima volta che l'aveva lasciato sconvolto aveva immediatamente scritto a lei, la persona che quotidianamente lo sopportava, si erano fatti una promessa dopo quella volta, lui avrebbe riattraversato quei portici solo con lei, solo nel momento in cui la sua migliore amica sarebbe stata al suo fianco.
"Allora, vogliamo restare qui o ci muoviamo?" domandò una voce "Gian, ci sono io stavolta." lui la guardò, indossava una giacca nonostante fossero a fine maggio e il sole cocente di quel pomeriggio illuminava la piazza, jeans e scarpe bianche, lui invece era vestito totalmente di nero dal cappello sulla sua testa agli anfibi lucidi ai suoi piedi, l'unica nota di colore era la cintura marrone alla sua vita.
Le sorrise annuendo "Andiamo."
Un brivido lo percorse quando lo vide da lontano, notò il dehor con i tavolini bianchi e le panchine, notò che sotto i portici erano invece cambiati i tavolini, in quel momento dalle porte a vetri apparve una figura e lui si fermò, era il direttore, quello che gli aveva fatto da guida ma che spesso e volentieri non gli aveva spiegato nulla, lo rinobbe anche se era distante.
"Non lo guardare, riprendi a camminare, non ti fermare." disse la voce dell'amica intervenendo come una lama d'acqua nei suoi pensieri "Devi andare avanti passo dopo passo." poi si mise alla sua destra, era leggermente più alta di lui nonostante fosse di un anno più piccola.
Appena il semaforo verde glielo permise riprese a camminare, decise di non guardare le mattonelle del marciapiede ma di tenere alto lo sguardo "Non posso lasciare che la mia paura mi fermi per sempre." si disse "Cammina, lei è con te e lo sarà sempre." si ripetè nella testa.
Superarono la prima vetrina con il bancone in vista e gli sgabelli bianchi, superarono la seconda parete con l'Hamburger stilizzato e superarono la terza parete che permetteva l'accesso al locale, per tre mesi aveva suonato a quel campanello sacrificando i suoi week end, le sue ore di sonno, i suoi affetti, quando usciva da quella porta puzzando di grasso e di fritto aveva sempre scritto a lei, alla ragazza per dirle che stava bene e lei rispondeva subito.
Arrivarono al Cinema e prima di entrare all'Interno lui si volse e guardò l'insegna rossa con la M gialla "Allora, ti muovi? Dai che voglio prendere i Pop corn." disse la ragazza già all'interno dell'edificio, lui annuì e si mise in fila con lei in attesa, "Grazie per prima." mormorò da sotto la mascherina." la ragazza alzò un sopracciglio "Ma va mica ho fatto niente, sei tu che hai superato la cosa." il ragazzo alzò le spalle "Mi sei stata vicino."
Era una frase semplice ma sapeva che valeva più di ogni altra cosa per loro due, in un mondo in cui l'individualismo fa da conduttore quelle semplici parole valevano come un abbraccio o anche altro, ma in quanto poco empatici nessuno dei due avrebbe mai cercato un contatto fisico a meno che non fosse per motivi di sopravvivenza o dell'uno o dell'altra. "Beh questa è una cosa naturale, dopotutto sono la tua migliore amica per un motivo." si vantò lei sorridendo con gli occhi "Ti piacciono le mie battute?" chiese lui con ironia "Stiamo vivendo un bel momento, non roviniamolo." rispose la ragazza, lui annuì sorridendo "Comunque possiamo spuntare una casellina dalla nostra lista." commentò simulando con le mani una lista "Sono d'accordo, cosa ci resta da fare?" chiese lei "Meditare assieme, stare assieme di fronte a un falò mangiando Marshmallow e poi quando finalmente vorrai sentirti mentre suoni il violino." lei annuì "Quel giorno verrà prima o poi." disse lei "Lo so, ma quel giorno non è ne oggi ne domani, verrà quando meno ce lo aspetteremo." Lui annuì, la loro strada l'avrebbero fatta assieme, continuando giorno per giorno, fianco a fianco.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...