La neve scendeva lentamente fuori dalla casa degli zii di Gian a Edimburgo, Alessia osservò dalla finestra dell'immenso salone il cortile in cui Gian assieme ai suoi fratelli e ai cugini stava giocando nella neve.
"Signorina Alessia, la signora vuole sapere se gradisce una tazza di cioccolata calda." esclamò Izzy la cameriera "Certo, poi potrebbe andare a dire a quello scemo del mio ragazzo di rientrare prima che si ammali?" Izzy aveva annuito, ma certo.
Mentre la domestica si allontanava Alessia pensò a come tutto era iniziato.
Il protocollo "Finti Fidanzati" entrava in vigore quando necessario e le cene di famiglia per entrambi erano un motivo più che valido. Inoltre Alessia aveva accettato con entisiasmo di andare in Scozia con l'amico per i due giorni prima di Capodanno, nonostante il freddo invernale.
Gli zii vivevano in una villa appena fuori Edimburgo, era una villa a tre piani che aveva numerose stanze per gli ospiti, la zia quarant'anni prima aveva conosciuto un tipo con un bel lavoro e poi una cosa tira l'altra o almeno questo era quello che le aveva spiegato Gian prima di prendere l'aereo.
Appena entrati furono assaliti dal resto dei parenti c'erano i suoi genitori, sua sorella Martina con il suo ragazzo, suo fratello Elia, lo zio, le tre cugine e i genitori dello zio.
Mentre Gian andava recuperare il resto dei bagagli Alessia aveva fatto conoscenza con il resto dell'albero genealogico di Gian.
C'erano i nonni paterni, Lord Tewkesbury senior con la consorte Margareth Hilton. La zia di Gian, era stata inviata trent'anni prima dalla sua azienda di consulenze finanziarie nella sede a Edimburgo, durante un lavoro aveva incontrato CdA della "Invicta Naval Company" Richard Tewkesbury, figlio di un vecchio visconte, tra i due era stato subito un colpo di fulmine dal matrimonio erano nate Joanna la maggiore, era tra le tre la più sofisticata con un atteggiamento snob che si scontrava con il suo, appena l'aveva vista l'aveva squadrata dalla testa ai piedi sia lei che Gian e soprattuto Lena il labrador partner di Gian, era accompagnata dal secondo marito, lavorava su un brand di cibo green vegano e Lucy cugina minore di 8 anni, mancava Victoria la sorella di mezzo.
Da come l'aveva descritta Gian era quella con un atteggiamento libertino e anticonformista, lavorava come giornalista nella sua scuola e suonava in una band.
Dopo uno spuntino veloce Gian si era offerto di andare a spalare il vialetto coperto di neve, Alessia era andata riprenderlo dopo che aveva iniziato a spalare anche quello dei vicini di casa "Si tratta di una gentilezza." "Si tratta di Violazione di Domicilio, dovresti saperlo visto il tuo lavoro." la reazione matura di Gian era stata afferrare un cumulo di neve e colpirla in faccia, questo aveva scatenato una guerra senza quartiere tra i due a cui si erano in breve uniti tutti i membri della casa tranne gli adulti.
Dopo aver sotterrato Gian sotto mezzo metro di neve avevano passato il pomeriggio a osservare i cimeli della famiglia ed a ascoltare le storie di Lord Tewkesbury senior, sui suoi antenati, gli occhi di Gian si erano illuminati quando nell'armeria aveva mostrato loro il fucile appartenuto ad un membro della famiglia che aveva combattuto a Waterloo, il loro ospite aveva anche insegnato loro anche come duellare con le spade.
Durante il duello erano stati interrotti dall'arrivo di Victoria, appena l'aveva vista Gian era corso ad abbracciarla, aveva i capelli biondi con una ciocca rossa, occhi azzurri, lentiggini.
Indossava un maglione lungo nero, leggins e in testa un basco del medesimo colore "Oh, cugino, che piacere rivederti. Lei è la famosa Alessia?" Aveva domandato fissandola "Si." aveva commentato Gian presentandola "Ale, ti presento mia cugina." poi aveva sfidato la cugina a costruire un pupazzo di neve ed era corso di nuovo fuori.
La cameriera tornò con un vassoio con sopra la cioccolata e tenendo per il cappuccio Gian "Lasciami, voglio giocare ancora nella neve." Alessia alzò gli occhi al cielo "Gian." Gian la fissò "Sei stata tu..." poi la guardò "Sappi che sono terribilmente arrabbiato." Alessia alzò gli occhi al cielo a volte era proprio un bambino "Allora dimmi, che cosa posso fare per farmi perdonare?" Gian le sorrise "La tua tazza di cioccolata calda." "Piuttosto la morte." esclamò risoluta Alessia, poi però il suo sguardo cadde sul camino del salotto "Izzy, si può accendere il camino?" la cameriera annuì "Ma certo, signorina." Alessia fissò Gian con il broncio "Hai sentito?" "Mi stai dicendo che posso accendere io il fuoco?" commentò con gli occhi che brillavano "Io ho freddo." replicò Alessia "Izzy, dove posso trovare la legnaia?" "Dov'è sempre signore." "Di Signore ce n'è uno e sta in cielo, io per te sono Gian." poi schizzò fuori dal salone.
Poco dopo vide entrare Victoria "Hai seriamente dato il permesso a Gian di accendere il camino grande?" Alessia annuì "Certo." Poi le sorrise "So come accende i falò al campo, non farà tanti danni." in quel momento il suddetto ragazzo entrò con in mano una cesta con dentro ciocchi di legno di diversa dimensione e sistemandoli in una catasta di pianta quadrata canticchiando.
"Vi lascio soli, vado a prendere un muffin." esclamò uscendo dalla camera. "Mi piace il Natale è il motivo per cui le famiglie si riuniscono." Esclamò Gian sorridendo mentre metteva dei legnetti più piccoli al centro della castasta "In realtà anche i funerali riuniscono le famiglie." commentò Alessia sistemandosi meglio sul divano "Ale." commentò fissandola con la coda dell'occhio "Hai portato la pistola?" domandò mescolando la cioccolata "Ma è Natale." Alessia lo guardò negli occhi "Si trova nel tuo bagaglio?" Gian le sorrise "Ovvio.".
Commentò accendendo con un scatto del polso un fiammifero "HAHAHAH, siii brucia..." esclamò gettnado il legnetto nella castasa da cui s'alzò una fiamma "Gian...sei inquietante." esclamò Alessia "Scusami, è solo che quando guardo il fuoco penso a quelle scene di esplosioni dei film in cui le fiamme bruciano vecchie foto o simili." "Cosa intendi?" Esclamò Alessia, Gian le indicò un album di foto su una mensola "Immagino che mia zia ti abbia mostrato delle foto mie." Alessia annuì "Ci sono vecchie foto mie in cui sono molto più magro e ogni anno i miei genitori me lo fanno pesare. A volte vorrei bruciare tutte le vecchie foto mie, in mondo da non vedermi." esclamò sedendosi sul tappeto "Quando sono di fronte al fuoco penso a com'ero felice quand'ero agli scout, fissavo il fuoco, giocavo e ridevo, fissavo dall'altra parte del cerchio la ragazza che mi piaceva ed ero felice. Quand'ero piccolo era tutto più semplice." Poi le sorrise "Ti sono grato per il fatto che tu sia qui con me." Alessia lo guardò "Gian, lo sai." "Ma non è scontato." "Sai, a volte mi mette tristezza pensarlo, ma le persone possono magari avere solo un determinato periodo nella nostra vita, all'inizio credevo ci fossero due sole categorie." disse guardando la tazza " C'è chi resta molto di più e chi meno." Gian restò fermo a fissare le fiamme "Poi un paio di anni fa ho conosciuto una persona ed ho capito che c'è una terza categoria, chi si ritrova, chi trova una persona che starà sempre al suo fianco a coprirle le spalle e che sa perfettamente che ci sarà sempre per lui." "Tipo noi due?" le chiese Gian senza voltarsi e contemplando il fuoco "Come noi due." "Sono io o c'è troppo zucchero?" le chiese Gian sorridendole con gli occhi lucidi "Evidentemente è colpa della cioccolata calda." "Stavo per dirlo." commentò Gian "Mi fai un po' di spazio sul divano?" Alessia annuì spostandosi leggermente, si erano appena seduto quando videro entrare Lucy la cugina più piccola con in mano un cuscino "Victoria mi vuole prendere a cuscinate." Gian le sorrise poi prese un cuscino dal divano "Secondo il Codice di Lord Pillow chiunque sia vittima di un attacco da parte di una persona armata di cuscino, può invocare in aiuto un'alleato più grande." Alessia sorrise "Vuoi veramente fare a cuscinate?" Gian le sorrise "Bhe, io almeno mi so divertire." Alessia posò la tazza "Gian...che cos'hai detto?" Gian guardò Lucy "Corri." la piccola lo fissò "Corri." Esclamò mentre Alessia afferrava un cuscino "Venite qui subito." urlò Alessia inseguendo i due fuori dal salotto.
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Random - L'ordinario in mini racconti
Short StoryNella monotonia della nostra routine siamo sempre di corsa, tendiamo a vedere le cose da una sola prospettiva, crediamo che esista un solo modo di vedere le cose. Ma siamo realmente sicuri che ciò che vediamo sia solo quello che i nostri occhi e la...