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[Amber's pov]

Stava piovendo, era giovedì, e non stavo bene. Le gocce pesanti, che cadevano dal cielo grigio, sbattevano contro la finestra, cercando riparo dalla tempesta, proprio come me. Sentii freddo, quando ricordai l'ultimo bacio che mi diede Harry, prima di lasciarmi andare con Jenny al lavoro.

Presi un'altra maglietta, non prestando attenzione a quale fosse, e l'infilai nella borsa, mentre il rumore della pioggia combatteva contro quello dei miei pensieri. Harry mi aveva stretto tra le sue braccia con un sospiro, "Ci vediamo lunedì," mi aveva sussurrato all'orecchio, con un tono più che casuale. Come se la sua anima fosse esausta.

"Lunedì," avevo ripetuto con un sorriso, prima di allungarmi per un'ultima volta e rubare un altro bacio alle sue labbra.

Ma ora, non riuscivo a concentrarmi sul preparare le mie cose, senza preoccuparmi; cosa c'era da preoccuparsi? Harry avrebbe passato il tempo ad esercitarsi con Louis, Ed e Alex. Magari era l'ansia per come il padre di Harry avrebbe reagito una volta scoperto che il figlio non si sarebbe presentato- lasciando sottointeso il fatto che Harry non sarebbe più stato una sua marionetta. Potevo solo immaginarmi la reazione di suo padre.

Scossi la testa per la mia stupidità. Harry era al sicuro e lo avrei rivisto il lunedì successivo. Erano solo tre giorni e mezzo. Ma il tempo non è lo stesso quando sei innamorata; i secondi sarebbero sembrati un'eternità e le ore sarebbero sembrati un battito di felicità.

Quando sollevai un paio di jeans dalla sedia, qualcosa cadde per terra; qualcosa di bianco. I miei occhi finirono sul rettangolo che aveva scritto elegantemente le parole 'Amber Moore'. Ancora una volta il mio cuore finì in gola, quando sollevai la lettera dal pavimento, il più attentamente possibile; quasi come se ci fosse dentro una bomba. Non mi ero dimenticata di quella lettera, che avevo trovato sullo zerbino qualche giorno prima. Non riuscivo a capire come Peter- o chiunque l'avesse consegnata- era entrato nel mio edificio, ma mentalmente avevo provato a nascondere l'oggetto. Dimenticando la busta, che sapevo contenere bugie che avrebbero finito per farmi del male.

"Sei pronta per del tempo estremo tra ragazze?" chiese Jenny sbucando dalla porta del mio appartamento, facendomi stringere la lettera al petto, mentre i miei occhi si erano spostati velocemente su di lei.

"Ho pensato di darti una mano a preparare le tue cose- non penso che a Perrie piaccia l'idea di usare tutto il gas, solo per tenere la macchina calda. In più piove dentro," il suono della pioggia fece eco al sorriso nella sua voce. Entrò nell'appartamento e si guardò attorno prima di dire, "bel posto. Capisco perché Harry preferisce passare il tempo qui. Non per lamentarmi."

Un sorriso si formò sulle mie labbra, mentre mi infilavo la busta in tasca, "Immagino che neanche Louis si lamenti tanto eh?" mi sorrise e mi tirò un cuscino, prima di farmi continuare, "Ma grazie per il complimento, già piaci al mio appartamento. Sono quasi pronta, mi sono persa nei miei pensieri."

"Che genere di pensieri?" chiese Jenny, prendendo in mano la scultura d'oro che mia madre mi aveva dato una volta; non ero sicura ma doveva essere una dea indiana.

"Principalmente preoccupazione-"

"Per Harry?" chiese lei, guardandomi. Non potei evitare di sorridere per come lei mi conoscesse, "Sì. Ultimamente è sempre per lui."

"Beh, Louis mi ha appena scritto per dirmi che stavano tutti bene e che avevano intenzione di vedere un film stasera- 'Sharknado' o qualche altra cazzata da ragazzi," roteò gli occhi con un sorriso, ridendo al titolo 'Sharknado', mentre io chiusi la borsa, dopo aver finito di prepararla. Provai a non pensare a come Harry, quasi non avesse trovato il tempo per rispondere al mio messaggio. Non mi aveva risposto, se non tre ore dopo, alle cinque, con un 'Spero ti diverta anche tu, amore."

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora