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[Amber’s pov]

Sembrava così distante, come se fosse perso nei suoi pensieri, “Harry, ci sei?” ripetei e i suoi occhi si mossero velocemente su di me, dopo essere rimasti sull’ anello d’argento al suo dito; probabilmente non aveva sentito una parola di quello che gli avevo chiesto. O provato a chiedergli.

“Cosa? Scusa ero-“ la sua voce roca mi fece preoccupare. Mentre il ronzio del motore del pullman si spargeva per il posto, io presi la sua mano.

“Stavo solo chiedendo se hai detto ad Aria che sarei venuta anch’io- lo sa?” l’aveva chiamata quando io ero rientrata nella doccia, quindi non avevo sentito.

“Oh ehm no- no mi sono dimenticato di dire il tuo nome. Ho semplicemente detto ‘noi’. È così strano che lei non lo sappia ancora, non ci ho pensato- scusa,” mormorò, guardando le nostre mani intrecciate. Eravamo seduti nel retro del pullman, molto vicini; Harry aveva un braccio attorno alle mie spalle e io ero appoggiata a lui. Profumava ed era così caldo. Avrei potuto stare lì in quel noiosissimo pullman per sempre, finché lui sarebbe rimasto con me- se non fosse per il fatto che stessi morendo di fame.

Il cielo fuori stava diventando sempre più scuro, nonostante fossero appena le cinque.

“Va bene- mi chiedo come reagirà. Probabilmente non avrà mai pensato a questa… combinazione prima d’ora,” gli sorrisi, ma ancora una volta i suoi occhi mi dissero quanto fosse perso nei suoi pensieri- così tanto che le mie parole non lo raggiunsero nemmeno.

“Hmm-mm,” mormorò in risposta, tirandomi più vicina a sé, nel frattempo io stavo osservando un uomo e una donna che stavano salendo sul pullman- entrambi con due grandi cappotti neri e sciarpe. Rimasi in silenzio, mentre le porte si richiusero e il bus ripartì. Continuai a pensare ai soldi che il padre di Harry non voleva dargli. Doveva essere collegato a quell’evento di cui Harry mi aveva parlato.

“Ti capita di sentirti prigioniera del tuo piccolo mondo, a volte?” sussurrò Harry, nascondendo il volto nel mio collo. Il suo bracciò mi attirò a sé in modo così naturale che mi piacque molto; posò un dolce bacio sul mio collo.

“A volte sì- prima di lasciare l’università mi sentivo in quel modo,” i miei occhi si muovevano nel pullman, mentre Harry mi faceva arrossire con quei lievi baci appena sotto alla mia mandibola. Eravamo così accoccolati l’uno all’altra e con i nostri giacconi enormi, che nessuno degli altri passeggieri si poteva accorgere dei piccoli scambi d’amore che stava posando sulla mia pelle sensibile.

“È stata quella la ragione per cui hai mollato?” mi chiese tra i baci, mentre io mi stabilizzavo, posando una mano sul suo ginocchio; ero seduta, tra lui e il lato del pullman, provando a formare una frase di senso compiuto. La sua mano trovò la mia sul suo ginocchio e la tenne al suo posto. Dio, mi faceva girare la testa.

“In parte sì,” riuscii a dire. Da un lato non volevo che si fermasse- ma dall’altro mi sentivo così esposta in quel pullman con degli sconosciuti. Magari erano tutti girati nella direzione opposta, dato che noi eravamo in fondo, ma- ma. Oh Dio, cosa stava facendo con la lingua? Il mio respiro si fermò in gola e ansimai, dimenticando tutto intorno a me- c’era solo lui e la sua cavolo di lingua.

[Harry’s pov]

Sorrisi trionfante contro alla sua pelle, sentendo quel sospiro lasciarle le labbra. Era così bello scoprire i posti sul suo corpo, in cui lei era particolarmente sensibile. Era come esplorare un’isola con un tesoro nascosto per la prima volta e trovare quei posti era come trovare un rubino perduto in una giungla selvaggia.

Nascosto dal suo collo, posai le mie labbra socchiuse sullo stesso posto, di nuovo ed espirai lievemente, cosicché il mio respiro caldo raggiungesse quel punto estremamente sensibile. Potevo sentire la sua mano chiudersi sul mio ginocchio e mi segnai mentalmente la mia nuova scoperta con un sorriso.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora