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“Allora, visto che mi devi 69 centesimi, credo che sia appropriato se tu mi dicessi almeno il tuo cognome, Amber…?”

“Moore- Amber Moore.” Gli sorrisi, quando cominciammo a camminare per la strada, diretti verso il parco. Non potevo ancora crederci che non si fosse accorto che ogni ragazza avesse sospirato, dopo averlo visto. Per una persona che notava così tanti piccoli dettagli nel mondo- era sorprendentemente cieco nei confronti del mondo attorno a lui.

“Moore- come l’attrice?” chiede confuso, ma allo stesso tempo incuriosito. Ecco un’altra cosa su Harry Styles. Sembrava interessarsi alle cose più insolite e noiose- ma le faceva sembrare come se fossero gli oggetti più interessanti che avesse mai visto. Ecco come mi sentivo. Non capivo il perché- ma mi faceva sentire come un’attrice di un film d’amore, che non poteva smettere di guardare. Mi faceva sentire speciale. Nel modo in cui aveva tenuto la porta aperta per me, tenuto il mio caffè mentre mi rimettevo la borsa. Nel modo in cui avevo sentito il suo sguardo sempre su di me.

“Sì, Julianne Moore veramente. Mia mamma pensava che Smith fosse troppo originale- e poi gli piaceva troppo questo film,” dissi roteando gli occhi, facendolo ridere. Bevvi un sorso del mio caffè sorridendo- non lo trovavo divertente, ma amavo sentirlo ridere. Anche se era la terribile decisione di mia madre la ragione del suo divertimento, era la vista più bella.

“Wow, deve essere una grande fan, allora! Io non ho visto tanti film - ma mi ricordo “Le Ore” con lei- Juliana Moore.” Calciò un bicchiere di cartone vuoto per la strada, prima di guardarmi con un sorriso, “è una fantastica attrice, quindi è una cosa bella!”

Raggiungemmo il bicchiere di cartone di nuovo e lui lo calciò ancora più lontano sulla strada, nella direzione di un cestino.

“Sì certo! Cosa intendi con ‘non ho visto tanti film’? Tipo, io non guardo tanti film, ma conosco i classici- dovrai pur aver visto i film della Disney, vero?” guardai come si portò il suo bicchiere alla sua bocca.

Cioccolata calda. Può diventare più carino di così?

“Voglio dire, tutti hanno visto Il Re Leone, Aladin, La Bella e La Bestia-“ mi sorrise, scuotendo la testa velocemente e colpendo nuovamente il bicchiere per terra. Avevamo raggiunto il cestino, così lui si piegò a raccogliere la sporcizia di qualcun altro. Buttandolo via, rispose alla mia domanda.

“No, mai visti.”

Sorrisi alla sua azione- stava mantenendo la città pulita, rispettando la sua professione di angelo.

“Seriamente? Non sai cosa ti perdi! E Grease? Titanic?” continuava a scuotere la testa, bevendo a sorsi la sua cioccolata calda, mentre camminavamo per la strada.

“Spiderman? James Bond! Tutti hanno almeno visto un film di James Bond!”

Scosse la testa ancora, come se fosse l’ultima cosa che vorrebbe vedere.

“Per quale motivo ha visto Le Ore, ma non James Bond?” mi ero dimenticata del tutto del mio caffè, guardandolo e aspettando una sua spiegazione.

“Ho letto La Signora Dalloway- e mio padre era d’accordo a lasciarmi vedere il film, invece di leggere Le Ore,” scrollò le spalle.

“Che altri film hai visto?” sembrava così strano, però se aveva passato la sua vita ad imparare il latino e chissà cos’altro, non avrà avuto molto altro tempo per guardare le ultimi produzioni di Hollywood.

“Il Signore delle Mosche, Il Favoloso Mondo di Amélie… non mi ricordo i titoli. Anche dei documentari. Molti.” Attraversammo la strada e raggiungemmo il parco.

“Quindi- hai visto tutti quei film per cosa… come forma di apprendimento?” non poteva esser stato lui a decidere di vedere quei film di sua iniziativa, vero?

“Sì, si può dire così…” scrollò le spalle ancora una volta.

“E Il Favoloso Mondo di Amélie ti ha insegnato che…?”

“A migliorare la mia pronuncia credo- quello era un bel film! Mi è piaciuto!” lo disse così casualmente come se fosse la cosa più naturale del mondo. Dovevo ammettere che era un normale film che ti facevano vedere a francese. Ma quale scuola ti insegnava il latino? Quale scuola ti insegnava a parlare come un avvocato? A scrivere musica? A leggere così tati classici? Nessuno mi aveva insegnato a fare ciò.

“Quindi- tu. Cosa fai… parli… parli anche francese?” mi fermai quando annuì. Cominciò a ridere mentre io lo fissavo senza parole. Ovviamente parlava anche francese. Ovviamente.

“Dove cavolo hai studiato! In un collegio?” era palese che fossi confusa- e più che sorpresa, anche se avrei dovuto immaginarlo. Come ha passato la sua infanzia, se non ha visto i film della Disney!

Mentre parlava, il suo tono diventò sempre più veloce, duro, freddo, “Sono stato istruito a casa da quando avevo quattro anni. Mio padre pensava che le scuole private fossero troppo leggere, lo pensa ancora- quindi aveva pagato un insegnante privato che veniva a casa nostra.” La sua voce bassa e lenta poteva essere udita perfettamente nell’aria, nonostante il rumore della macchine che passavano fosse forte. Si percepiva  dalle sue parole, che contenevano freddezza, tanto odio, che mi fece rabbrividire- non per il freddo. Questo argomento gli dava più fastidio di tutto. Il modo in cui aveva pronunciato la parola ‘padre’ mi aveva quasi fatto sussultare. Lentamente i pezzi del puzzle stavano andando al loro posto e io guardavo la figura che ne stava uscendo con tristezza.

Ancora una volta, aveva lo sguardo rivolto verso il pavimento, mentre camminavamo fianco a fianco. Ignaro abbastanza- abbastanza perso nei suoi ricordi, per non accorgersi che mi stavo avvicinando a lui. Avvicinando per cercare di confortarlo in qualche modo. Per toccare il suo braccio, abbracciarlo. Dirgli che mi dispiaceva- ma velocemente la mia mano mi ricadde sul fianco, un blocco in gola impedì le mie parole. Il mio cuore si era appesantito per il piccolo bambino dai capelli ricci e dagli occhi verdi e dall’inusuale conoscenza che vedevo. Il bambino che aveva perso sua madre e la sua infanzia.

Aww... :(

Per fare questa nota, sono dovuta andare a rileggermi tutti i 38 commenti che avete lasciato... 38! Siete fantastichissime! Davvero, non so cosa dire! Comunque rileggendo i commenti mi sono ricordata la faccenda dei 69 centesimi... bricconcelle che non siete altro! aahhahahahhahha siete letteralmente impazzite per quel caffè, che tra parentesi costava 1 dollaro e 69 centesimi ma vi siete distratte... ahahhaha ;)

Comunque, in cima all'Himalaya faceva un pò freddino e quando sono andata io il wifi era rotto, ma fortunatamente ho incontrato l'uomo delle nevi che mi ha ospitato nella sua baita e mi ha laciato usare il suo wifi.

Queste note stanno diventando davvero noiose............ e se vi raccontassi una barzelletta? No, non sono brava... e se foste voi a raccontarmi una barzelletta? Dai quella più bella la scrivo nella nota del prossimo capitolo! 

Adiòs amigaasssssss 

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora