Stavamo per andarcene, stavo solo aspettando che lei uscisse dal bagno. Nel frattempo avevo recuperato il mio nuovo diario dalla tasca della mia giacca, insieme alla penna blu che utilizzavo di solito. Avevo centinaia e migliaia di cose che volevo scrivere- avevo già scritto ‘altalena della morte, Ecuador’, ‘rompere le abitudini può essere una cosa buona’, ‘il suo colore preferito è l’arancione’, ‘socchiude gli occhi quando pensa’, ‘chili della vita- Yukkie’.
“Cosa stai scrivendo?” alzai lo sguardo, sorpreso, al suono della sua voce. Un sorriso mi comparve sul volto, come succedeva usualmente alla vista di lei. Notai come si fosse sistemata i capelli un pochino, ma pochi minuti dopo sarebbero ritornati come prima. E si era anche sistemata il trucco. Non molto, ma abbastanza perché io lo notassi.
Sorrisi ancora di più.
“Sto scrivendo le perle di saggezza di Yukkie,” la guardai, assorbii ogni mossa.
“Qualcosa in particolare? Perché a parer mio tutto quello che ha detto stasera è stato molto saggio!” mi sorrise. Lasciai perdere la penna e il diario, girandomi sulla mia sedia così da mettermi di fronte a lei, mentre si avvicinava al mio lato del tavolo.
“Beh le sue parole riguardo a te e a come fossi una specie di chili? Non lo so, magari perché ti trovo perfettamente piccante e deliziosa, che quelle parole mi sono piaciute? Non era quello che intendeva?” risi, quando lei si avvicinò abbastanza da avvolgere le sue braccia attorno ai miei fianchi.
Mi concentrai su una di quelle ciocche ancora fuori posto, mettendole a posto, come facevo di solito. In qualche modo mi piaceva trovarle fuori posto- così potevo essere io ad aiutarla a metterle a porto. E probabilmente non mi sarei mai stancato.
“Il signor Yukkie è certamente una persona profonda eh?” scherzò con me. Ovviamente quello non era quello che voleva dire il signor Yukkie. Ma era una buona occasione per sfoderare delle battute riguardanti il chili.
“E tu sei anche attraente. Quindi, se quello era ciò che intendeva, mi preoccuperebbe un po’,” riuscii a vedere le sue guance arrossarsi. Come i suoi occhi guardarono in basso, come il suo sorriso crebbe alle mie inaspettate parole.
“Mi preoccuperei anche io, se intendeva quello,” disse con voce più bassa. Era così vicina che era quasi insopportabile dovermi ricordare dove fossimo in quel momento.
“Allora, come sta andando l’appuntamento? Sta andando bene?” era inaspettatamente bello avere le sue braccia attorno a me, mentre io ci disegnavo sopra delle linee immaginarie con le dita. Non potei far altro che aver paura della sua risposta. Avevo fatto la cosa giusta a portarla lì? Io mi ero divertito- ma lei? probabilmente non era il primo appuntamento che ogni ragazza sognava…
“È stato assolutamente fantastico- esotico, inaspettato, piccante, divertente. Il miglior primo appuntamento della storia!” la sua voce era così adorabile e genuina.
“Okay. Okay è… ehm è bello. Scommetto che è tutto merito del signor Yukkie, vero?” non riuscii a non sorridere alle sue parole. Dio avevo voglia di baciarla così tanto, mi avvicinai. I miei occhi si fermarono sulle sue labbra.
“Senza dubbio!” mi abbracciò, trovando un modo per non baciarmi. L’abbracciai. Cosa avevo fatto? Un po’ confuso, provai a concentrarmi su quanto calore emanasse e, quel suo profumo di lavanda che stava decisamente diventando il mio preferito. Cosa avevo fatto di male? Non voleva baciarmi? Oddio. Cosa avevo fatto! Stava aspettando l’occasione per andare via? Di certo aveva visto che volevo baciarla.
“Harry?” chiese contro la mia maglietta, la sua voce suonò attutita dalla stoffa.
“Hmm-mm?” il mio cuore batteva fortissimo. E con il suo orecchio contro al mio petto, probabilmente poteva sentirlo. Il segno di come stessi provando a gestire l’idea che lei non volesse essere con me. Cosa avrei fatto? Trattenni il respiro, sentendomi incredibilmente teso mentre aspettavo la risposta. Cazzo, cazzo, cazzo. Rovinavo sempre tutto! Mio padre aveva ragione! Io ero patetico io- lei interruppe il mio dare di matto con la sua piccola voce, mormorando la domanda di cui avevo tanto paura;
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the journal - h.s. [Italian]
Fanfic"Ti rendi conto che un diario è una cosa molto personale, vero?" la sua voce era roca, bassa e minacciosa. Mi fece indietreggiare, presa dal panico, mentre lui continuava, "quindi la mia domanda è, perché cazzo stai leggendo il mio?"