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[Harry’s pov]

Sembrava sorpresa quanto me. Ma non fu fino a quando le sue mani, coperte dalle maniche troppo lunghe, volarono a coprire la sua bocca in un tentativo di rimangiarsi le parole, che mi accorsi di come stesse indossando la mia felpa.

Di solito ero bravo a trovare le parole da dire- o da scrivere. Ma vederla in quel familiare pezzo di stoffa.  Vedere come le raggiungesse le cosce  e come il collo della felpa fosse decisamente troppo grande. Vedere come le sue mani fossero completamente nascoste, come potessi vedere la sua figura sotto al materiale grigio e che il suo corpo fosse tenuto al caldo dalla mia felpa- mi rese senza parole.  Un pezzo di apparente stoffa a caso su qualcun altro. Solo che non era a caso per me e mi riempì di calore che mi fece battere il cuore più forte. Quel sentimento tirò gli angoli della mia bocca fino a formare un sorriso.

Quando non dissi niente- potei vedere come il suo nervosismo aumentasse, visto che la guardavo ammaliato e continuavo a sorridere- occasionalmente una risata mi scappò dalle labbra. I suoi occhi, che erano della perfetta unione tra blu e verde, divennero ancora più timidi, ma continuava a sorridere.

Mi costrinsi a distogliere lo sguardo o avrebbe pensato che fossi inquietante- ma il sorriso che non potevo combattere, rimase al suo posto.

“Quindi tu sei il nipote di Aria? Perché non lo sapevo?” potevo sentire la felicità sotto la superficie del suo tono e dai suoi occhi brillanti, anche dal lieve colore sulle sue guance.

La sua voce mi riportò alla realtà e tornai a guardarle- era ancora bella e rilassata, come prima.

“Hmm-mm, pensavo lo sapessi. Pensavo che Jenny te lo avesse detto?” dovevo seriamente calmarmi, per evitare di attraversare il piccolo ingresso e obbedire al comando del mio cuore, che mi gridava di baciarla. Deglutii e presi un respiro profondo, guardando i suoi lineamenti diventare confusi.

In tutto quel tempo, lei non aveva idea di cosa stava accadendo dentro di me. Invece potevo vedere come tenesse le braccia ben incrociate al petto, non tanto da sembrare chiusa in sé stessa e a disagio. La sua faccia era aperta e positiva- mi chiesi se magari sentisse lo stesso. Come se dovesse tenere le braccia incrociate per non attraversare l’ingresso e…

Dovevo seriamente darmi una calmata o avrei fatto un disastro.

Come poteva quella essere la terza volta che la vedevo? Sembrava come se non ci fosse nessun altro al mondo di cui potessi fidarmi con i miei pensieri- oltre a lei.

Pensò alla mia domanda, “No, Jenny non me l’ha detto. Ma ha senso- senza offesa ma Marc e io ci stavamo chiedendo beh… come aveva fatto ad avere il lavoro. Voglio dire, lei è fantastica- ma ehm. Beh sembrava che lei non fosse il tipo da… sai. Può essere un po’…” i suoi occhi si muovevano in continuazione, dal mio viso, al pavimento, alle sue braccia.

“È un po’ imbranata sì- so cosa vuoi dire. È anche il motivo per cui ha avuto 6 lavori differenti- credo- solo quest’ anno. Quindi capisco cosa vuoi dire,” ero sorpreso di come la mia voce fosse calma e controllata, quando il mio corpo stava fremendo per toccarla ancora.

Amber annuì alla mia risposta, “Sì okay. Sì, proprio quello.” Trattenne il respiro, mantenendo lo sguardo fisso su di me, fino a che le sue labbra non si aprirono ancora, “Ehm e ciao Harry.”

Rise e sembrò rilassarsi, lasciando le sue mani cadere accanto ai suoi fianchi, con un sorriso su quelle bellissime labbra.

“Ciao Amber,” roteò gli occhi di fronte al nostro imbarazzo e provò a combattere un sorriso, facendomi ridere, “allora, cosa ci fai in casa di mia zia?” mi azzardai ad avvicinarmi, togliendo le mani dalle tasche ed uscendo dalla mia giacca.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora