[Harry's pov]
Un sorriso si formò sulle mie labbra alla sua risposta veloce, mentre uscivo dal pullman, leggendo il suo messaggio. Avrei avuto l'opportunità di leggere i suoi pensieri? Me lo avrebbe lasciato fare? Stava cominciando a fidarsi di me? Il mio cuore si stava scaldando nonostante la temperatura all'esterno fosse bassa. Il vento muoveva velocemente i miei capelli e potevo già sentire le mie guance pizzicare. Anche le labbra mi facevano male quando ridevo per colpa di quel dannatissimo freddo come se fosse un inverno siberiano. Ma non potevo smettere di sorridere e di sentirmi felice.
Pazzia. Ecco cos'era.
La strada era buia e solo i lampioni illuminavano i cristalli nel pavimento. Era una bellezza sovrumana- irraggiungibile. E sapevo per esperienza che provare a raccogliere i bellissimi cristalli era impossibile. Quante volte da piccolo c'ero rimasto male, quando quella bellezza si scioglieva nel calore delle mie mani?
Ma in quel momento ne stavo solo apprezzando la bellezza- come avevo fatto sin da piccolo. Ero ammaliato e non potei fermarmi dal compararli a lei, nonostante lei non sarebbe scomparsa nel mio tocco. Dall'altro lato, però, le sue guance si arrossavano, i suoi occhi, quegli occhi verdi-azzurri diventavano vivi se solo lasciavo le mie dita correre sulla sua pelle così soffice. Era fantastico vedere la reazione che un semplice tocco poteva ottenere da lei.
Aumentai il passo tenendo stretto tra le mani il mio telefono, che era diventato la chiave per i suoi pensieri.
Mentre altri correvano per le strade, nascondendosi nelle loro sciarpe e vestiti caldi- solo occasionalmente guardando attentamente la strada davanti a loro, io camminavo con quello stupido sorriso stampato in volto. Fuori all'aperto, con le guance arrossate e i capelli impossibili da controllare e ogni mio pensiero concentrato su di lei.
Cosa aveva scritto nel diario? Nel mio diario?
[Amber's pov]
Con gli occhi posati sul fondo della mia tazza di caffe, chiedendomi quando sarebbe arrivato Harry, stavo seduta ad ascoltare la musica del negozio. La macchina del caffè che ogni tanto faceva rumore, le lievi parole di tre persone dall'altra parte del locale. Il mio collega che metteva via dei bicchieri, ogni tanto.
E poi il suono che stavo aspettando si udì: la porta aprirsi. Con un oceano di aria fredda nel cafè e verso di me- seduta lì nella mia maglietta a righe e nei miei jeans. La mia testa si alzò velocemente. L'ultima volta che la porta si era aperta, ero sicura che fosse lui- ma invece era soltanto una donna stressata che era venuta a prendere qualcosa da portar via.
Con quella nuova speranza nel mio cuore, trattenni il respiro e lasciai che il mio sguardo si spostasse verso la porta.
E proprio come avevo immaginato, i suoi capelli erano disordinati dal vento, le sue guance erano rosse, i suoi occhi verdi si muovevano nella piccola stanza. Anche il suo collo e la mano che aveva usato per aprire la porta erano arrossati dal freddo. Il mio cuore di fermò per un secondo, mentre lui era lì in piedi, cercandomi nella stanza.
Quando i suoi occhi si fermarono finalmente su di me, dopo la frenetica ricerca nel negozio- le sue labbra rosee si schiusero per mostrare la perfetta fila di denti bianchi, in un sorriso. Caldo, come il colore delle sue guance, che dimostravano quanto il suo sangue si stesse muovendo nel suo sistema.
Per mia sorpresa, stava indossando una sciarpa, quel giorno, anche se non era stretta bene- era stata messa casualmente attorno al suo collo. Quando cominciò a camminare verso di me, se la tolse, come un modello in passerella.
Tornai lentamente in vita, stranamente ammaliata dalla sua improvvisa apparizione e dalla sua bellezza. Sembrava così vivo, con quelle guance ancora rosse e quel grande sorriso. Occhi perfettamente verdi.

STAI LEGGENDO
the journal - h.s. [Italian]
Fanfiction"Ti rendi conto che un diario è una cosa molto personale, vero?" la sua voce era roca, bassa e minacciosa. Mi fece indietreggiare, presa dal panico, mentre lui continuava, "quindi la mia domanda è, perché cazzo stai leggendo il mio?"