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[Amber’s pov]

Avevo completamente perso la cognizione di spazio e tempo. La realtà sembrava solo un ricordo lontano e man mano che passavano i secondi, diventava sempre più sfocata. Quei sussurri dal passato e quelle raccomandazioni non erano più udibili, mentre lui baciava via ogni preoccupazione. Ogni singola preoccupazione, fino a che non potevo più ricordare una singola ragione per essermi sentita stressata.

Sarebbe stato strano dire che lui fosse il mio piccolo spazio di nirvana? Che la sua presenza e il suo tocco davano a quella pazzia che era la vita un senso? Era possibile incontrare qualcuno che ti potesse completare in quel modo? Con gentilezza mosse le sue mani lungo i miei fianchi fino a che le sue braccia non furono attorno ai miei fianchi. Le sue dita appoggiate alla mia schiena, mentre le sue labbra cercavano una soluzione a quel desiderio che stava bruciando pericolosamente.

I suoi capelli erano soffici sotto alle mie dita. Il suo petto si alzava e si abbassava contro al mio- il suo cuore così vicino al mio trepidante. Potevo sentire come le sue dita cercavano vogliose l’orlo della felpa che stavo indossando. Troppo preso dal baciare il mio collo, apparentemente lo stavo distraendo molto, non riusciva a concentrarsi sulla sua missione. Sorrisi divertita contro al suo collo quando un lamento scappò dalle sue labbra, causato dal fatto che non riuscisse a trovare quel cavolo di orlo della felpa, che ricadeva lunga sul mio corpo. Io continuavo a lasciare piccoli baci sulla sua pelle di fronte alla sua frustrazione, quasi disperazione.

Non sapevo cosa dire e le mie guance erano rosse- proprio come le sue. Sorrisi. Lui mi guardò con quegli occhi vogliosi, che sembravano più verdi di sempre. E realizzai come quello- quello che avevo davanti a me, nel suo stato di felicità e pace, quello- quello era ciò che mi ricordava lo scrittore del diario.

Ogni centimetro, ogni segno di quella facciata era completamente ed inevitabilmente scomparso. Non ce ne era nemmeno l’ombra- e quello che era nascosto dietro era semplicemente bellissimo.

Prima che le sue labbra si schiusero, rovinando il suo sorriso meraviglioso, per dire qualcosa di intelligente e divertente- mi rialzai sulle punte e ancora una volta connettei le mie labbra con le sue. Le mie mani si mossero sulla sua mandibola. Lo avvicinai ancora di più a me, non capace di smettere- come potevo? Come potevo sentirmi soddisfatta di qualcosa di così angelico e da togliere il fiato? Non importava quanto era bello il tramonto- tu avresti voluto vederlo ancora e ancora. Non importava quanto erano belle le stelle, tu avresti voluto esplorare quella bellezza scintillante di nuovo. Non importava quanto vicino stavi ad un anima bellissima, non importava per quanto lo baciavi o quanto ti importava- non ne avevi mai abbastanza.

Si era arreso nel trovare l’orlo della mia felpa, magari troppo preso dal fatto che lo stessi baciando ancora, impazientemente? Troppo preso. La stanza stava girando eppure il tempo si era fermato ancora. il suo profumo era ovunque, riempiendo i miei sensi. Il suo calore corporeo mi irradiava dalla sua maglietta, come se fosse il mio sole personale, che mi dava vita.

“Eeeewwwww!”

Non riuscivo a capire lo strano suono che sembrava provenire da un universo completamente diverso, lontano e lontano, richiedendo attenzione.

“Ew. Ew. Eeeww.”

Mi lamentai quando Harry ruppe il bacio. I miei occhi si aprirono per vedere la pelle arrossata delle sue guance e i suoi splendenti occhi verdi, guardare qualcosa in diagonale, dietro di me.

Mi girai per seguire il suo sguardo, mentre la mancanza di contatto tra le nostre labbra, era riuscita a schiarirmi la mente. Ancora con un braccio attorno alla sua spalla- e il suo attorno a me- mi voltai, mentre l’altra mano volò a coprire il sorriso che comparve sul mio viso, quando vidi Daisy.

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora