[Amber's pov]
Ero riuscita a sentire Louis, mormorare un 'oh cazzo', prima che la porta venisse aperta e una voce familiare raggiungesse le mie orecchie.
"Non capisco perché cazzo lei la faccia guidare a te e non a me! Oh andiamo io guido molto, molto meglio di te, coglione!" Quelle furono le prime parole di Jenny quando entrammo nello stesso bar, dove avevo sentito i Little Nothings per la prima volta, una settimana e mezza fa. Con i suoi capelli color rosso fuoco e un dito puntato, raggiunse, più veloce di quanto fosse umanamente possibile, Louis, colpendolo al petto.
Alex e Ed non potevano smettere di ridere rumorosamente e Harry rideva sotto ai baffi, vicino a me. Potevo sentire le vibrazioni che provenivano dal suo corpo, dato che un suo braccio era attorno alle mie spalle. Louis dal canto suo aveva semplicemente sorriso alzando le mani come per dire 'hey, non è colpa mia'. "Beh ciao anche a te, Jenny!"
Jenny non era arrabbiata veramente quindi non ci volle molto prima che la sua espressione severa si trasformasse in un sorriso. "Sono ancora arrabbiata con te!" disse, nonostante il suo sorriso raccontasse dell'altro.
Louis era passato a prendere Harry e me nella macchina rossa di Perrie; qualcosa mi diceva che Jenny avesse provato a prenderla in prestito diverse volte, senza riuscirci.
"Guida come una lunatica," mi sussurrò Harry con voce rauca e divertita, ma apparentemente abbastanza forte da farsi sentire da Jenny, che reagì, girandosi e guardandolo sospettosamente, "Oh non farmi cominciare con il tuo fottutissimo culo da asolescente, Harry Styles! Prima sei tutto scontroso e poi, la prima volta che ti vedo, BAM sei tutto felice e ridi e irradi felicità cazzo. Come un unicorno che caga nutella e NON VA BENE UCCIDERE LE PERSONE IN QUEL MODO, CON LA VOSTRA FANTASTICHEZZA!"
Louis non poté trattenersi oltre e scoppiò a ridere con Ed e Alex, mentre Jenny sorrideva a noi due- potevo sentire il calore, salire alle mie guance, nonostante il mio nome non fosse mai stato nominato.
Nessuno di noi poteva smettere di ridere al suo scatto, anche se Harry aveva provato coraggiosamente a combattere. Facendo roteare gli occhi Jenny, "Sì, va bene. Voi due siete troppo per me- non ce la faccio. E comunque guido bene!"
"Ad ogni modo," Louis batté le mani con il più grande sorriso della storia, facendo sì che Jenny spostasse l'attenzione su di lui, "Oh no no- non mi dici 'ad ogni modo', tu piccolo insolente...stupido punk, Tomlinson! E poi questa; Zayn mi ha detto che hai fatto un nuovo tatuaggio ieri? Eh? Perché non sono stata la prima a saperlo? Mi sento poco apprezzata. E single."
Invece di provare a dire qualcosa a Jenny, Louis la prese per un bracciò e la avvolse in un abbraccio, "Smettila! Gesù. Sam ci sbatte fuori se non la smetti di gridare, mia piccola rossiccia. Cavolo." Rise dolcemente e le diede un bacio sulla guancia, mentre lei continuò a fare l'offesa tra le sue braccia.
"Okay, meglio per te che mi faccia vedere il tatuaggio, così non perdo le staffe perché mi hai appena chiamato quella parola con la R," Jenny guardò il ragazzo alto con gli occhi socchiusi. Non potevo smettere di sorridere. Era così tenera. Con la sua personalità esplosiva e la sua vivace prospettiva sulle cose. Non avrebbe accettato merda da nessuno- ed ero più che sicura che avrebbe colto ogni occasione per scherzare con i ragazzi, non importava quanto famosa sarebbe diventata la loro band, o quanti tatuaggi da tipi tosti si sarebbero fatti.
Mentre Louis si alzava la manica per farle vedere la sua nuova creazione tatuata, Harry si voltò per guardarmi, "è un po' pazza, ma va bene così. Sai, mi dispiace che debba fare le prove- puoi sederti e ascoltare con Jenny- va bene? Mi sento orribile. Credo che la figlia di Sam sia qui, se voi ragazze volete qualcosa di caldo da bere, può diventare un po' freddo qui dentro. Ma non dovremmo metterci tanto- abbiamo un concerto sabato e dobbiamo ripassare un po' di canzoni- e poi volevo far sentire ai ragazzi delle nuove canzoni che ho scritto, ma quello può aspettare."

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the journal - h.s. [Italian]
Fanfiction"Ti rendi conto che un diario è una cosa molto personale, vero?" la sua voce era roca, bassa e minacciosa. Mi fece indietreggiare, presa dal panico, mentre lui continuava, "quindi la mia domanda è, perché cazzo stai leggendo il mio?"