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[Harry's pov]

Non rispose. Non disse una parola. Non ero nemmeno sicuro che si fosse fermata, ma avevo troppa paura per fermarmi e controllare. Speravo soltanto che fosse ancora al mio fianco. A cosa stava pensando? Probabilmente che fossi uno di quei ragazzi con dei genitori snob, che non erano mai a casa e quindi mi avevano affidato completamente ad un insegnante privato. Probabilmente che io fossi come una macchina che doveva solo studiare, studiare, studiare. Probabilmente che fossi totalmente stupido per aver mollato Harvard. Probabilmente che fossi una di quelle persone che dava per scontate tutte le possibilità che i genitori le offrivano.

Realizzai che avrei dovuto tenere la bocca chiusa. Ma la sua domanda su quei film che non avevo visto mi aveva spinto oltre. Come se non avessi visto pubblicità, visto i giocattoli, sentito gli altri parlare di tutte quelle cose che io mi stavo perdendo- ma non era colpa mia, se non sapevo niente su quell' argomento, apparentemente comune. Conoscenza generale, che io non avevo. Per colpa sua. Perché lui voleva che io imparassi i valori tradizionali invece di perdere tempo davanti a degli 'stupidi e infantili film che non avevano niente a che fare con la realtà'.

"Harry?"

Lei era ancora lì. Il mio cuore crebbe speranzoso, ma sapevo che quello era il peggior sentimento che potessi sentire al momento- perché se avessi scoperto che stava preparando una scusa per lasciare questo ragazzo disturbato, di fianco a lei, ne sarei rimasto devastato. Trovavo sempre un modo per allontanare le persone quando provavo ad aprirmi con loro. Ecco perché non avevo mai parlato a Jenny o a Zayn o a Louis come avevo appena fatto. Perché conoscevo le conseguenze. Le persone odiavano sentire storie con un finale triste- specialmente se erano da depressione, dall'inizio alla fine.

Continuammo a camminare sul marciapiede, con il parco da un lato e la strada trafficata dall'altro. Gli alti edifici dall'altra parte della strada torreggiavano nel buio della notte mostrando solo le finestre illuminate dalle luci della città.

"Beh mi dispiace dirlo ma," oh merda. Oh no. Oh ti prego Dio no. Volevo scomparire nell'oscurità. Diventare un tutt'uno con il marciapiede, purché non dovessi sentire le sue prossime parole. Mi avrebbe detto che avrebbe dovuto 'andare da un'altra parte'. Sarebbe la sua ultima volta nella mia vita. Sei un cazzo di idiota, Harry.

"Ti devo costringere a venire con me a vedere almeno un film della Disney e un film di James Bond. Mi dispiace, ma devi- che ti piaccia o no. E farò i pop corn e tu li mangerai. E li guarderemo tutti fino alla fine, perfino quei cavolo di titoli di coda. Scusa in anticipo, ma questo è un mio dovere da essere umano. E non voglio essere una cattiva persona, quindi ti devi adattare." Aveva mantenuto gli occhi fissi sul marciapiede, mentre continuavamo a camminare, ma dicendo l'ultima frase, aveva guardato la mia espressione sorpresa e aveva provato in tutti i modi a trattenere un sorriso. Ma non poté- si illuminò e mi sorrise, ricordandomi un po' come mi sentivo dentro.

Non sapevo né cosa dire né cosa fare, quindi annuii e sorrisi. Sorrisi come non avevo mai sorriso. Cominciò ad avere un dibattito interno su quale film farmi vedere per primo, mentre io continuavo a sorridere, provando ad assicurarmi che il mio cuore non esplodesse. Volevo baciarla. Volevo circondarla con le mie braccia e stringerla forte contro il mio petto e disegnare le sue parole con le mie labbra. Volevo riempire diari interi con le parole che provavano a descriverla, ma non potevano.

[Amber's pov]

Stavo ridendo- non potevo fare altro. E lui stava ridendo con me, mentre entravamo nel parco, quasi giunti alla nostra destinazione. Stavamo camminando entrambi con le mani nelle tasche, ma comunque molto vicini. Entrambi con le guance arrossate e respiri caldi.

"Dove mi stai portando? Voglio dire, prima mi costringi contro la mia volontà a vedere non uno- ma due film- e ora mi rapisci?" la sua voce bassa si udiva nella notte, piena di felicità, mentre stava scherzando. Si era offerto di prendere il mio bicchiere vuoto e camminando all'indietro, mi chiese la domanda. Lo guardai girarsi e buttare i due bicchieri, prima di rigirarsi e sorridermi.

"Ti sto portando in un posto di cui probabilmente hai sentito parlare- magari lo hai anche visto se sei già stato a Chicago come turista." Sapevo che era qui da un paio di mesi- quindi ero quasi sicura che non avesse visto quello che stavo per mostrargli- almeno non di notte.

"Sì, sono venuto qui a visitare mia zia regolarmente- prima di trasferirmi definitivamente." Strizzò gli occhi, "Credo di sapere dove mi stai portando."

Gli sorrisi colpevole, mentre lui continuava a camminare all'indietro, osservandomi. Come se non potesse fare a meno di studiare ogni mio lineamento, in ogni momento. Ma non mi importava, perché così potevo guardarlo anche io, i suoi capelli che si muovevano nel vento, le sue fossette e gli occhi verdi. Non potevo spostare gli occhi dai suoi lineamenti da modello, che diventavano sempre più belli dopo ogni frase che mi diceva. Con la coda dell'occhio potevo vedere che eravamo quasi arrivati- se solo potessi farlo voltare in tempo...

Diversi turisti erano radunati, provando a sistemare le loro macchine fotografiche, per evitare che i flash rovinassero le loro foto.

Risi debolmente, "Allora, dove pensi che ti stia portando?"

"Beh, è detto il passaggio per le nuvole- e l'unico altro passaggio di cui ho sentito parlare come passaggio per il paradiso- o le nuvole- è Pearly Gates, dove San Pietro fa da guardiano e ti lascia entrare. Ma non sono sicuro che Anish Kapoor possa essere definito un santo, o se Pearly Gates sia costato 23 milioni di dollari per essere costruito, come il passaggio dietro di me," oh merda. Troppa sorpresa per essere una sorpresa. Mi chiesi per quanto tempo avesse saputo che lo avrei portato lì- a Cloud Gate.

"Hai certamente fatto le tue ricerche come un vero cittadino di Chicago!" scossi la testa, ammaliata dalla sua conoscenza- Pearly Gates? Doveva essere qualcosa dalla bibbia. Però avevo sentito parlare di San Pietro. Cavolo, ero persino sorpresa che sapesse che il nome dell'artista, che aveva costruito Cloud Gate, fosse Anish Kapoor! Non molti lo sapevano- io lo sapevo soltanto perché ero ossessivamente affascinata dalla scultura di specchio a forma di fagiolo.

"Allora ho ragione?" la sua voce era piena di sicurezza e gioia- ma non perché voleva vantarsi. Perché aggiungere delle osservazioni accademiche, che rendevano la conversazione più interessante, lo rendeva felice. Faceva diventare tutto unico- visto sotto una luce diversa. Non avevo mai pensato alla scultura in quel modo- il passaggio per il paradiso. E se quello rendesse l'artista un santo? Era sia un'affermazione critica che di sfida. Creava delle domande. Proprio come doveva fare l'arte- e non si era neppure girato a vedere l'opera!

"Voltati e giudica tu." Gli sorrisi, un po' più sicura. Volevo sentire cosa ne avrebbe pensato una volta vista. E io volevo dirgli cosa pensassi io, cosa mi ero sempre chiesta, venendo lì.

Ammiccò prima di afferrare la mia mano e tirarmi con se, mentre si voltava per ammirare una delle viste più belle di Chicago. Ero assolutamente sicura che vederla questa volta, con lui che mi teneva per mano, avrebbe reso tutto ancora più speciale e affascinante.





No dai, anche io voglio un Harry... si può essere così teneri?

Indovinate cosa c'è di nuovo? piove...

Vi rendete conto di quante siete fantastiche? perchè credetemi, lo siete! <3<3<3 Vi avevo perfino chiesto delle barzellette e voi mi avete dato delle barzellette... <3 :* Ora, io sono un'idiota, quindi rido anche per le cavolate più cavolate e tra quelle che mi avete mandato ce ne sono state diverse che possono essere considerate cavolate perchè sono di quelle semplici, di quelle che conoscono tutti, però ogni volta che te le dicono ti metti a ridere... a meno che non te le ripetano fino allo strazio... in quel caso ti verrebbe solo voglia di picchiare qualcuno. Quindi sappiate che mi avete fatto ridere. Quella che mi ha fatto più ridere di tutte è:... rullo di tamburi please...

- 'Papà ti piace la frutta secca?' 'Perchè?' 'Oh niente, perchè sta andando a fuoco il giardino'- ti giuro mi hai fatto pisciare dal ridere ahahhaha oddio, grazie mille per avermi fatto sputare l'acqua... ahahahha. No sul serio, grazie!

Volevo anche ringraziare un'altra di voi che praticamente mi ha scritto un monologo con tipo: La mamma è quella che... Davvero, grazie per la dedizione... quanto tempo ci hai messo a scrivere quella cosa lì? Dal cellulare mi sembrava infinito il commento! Anche le tue (tu sai chi sei, sai sono troppo pigra per andare a vedere ;)) mi hanno fatto ridere! Ma nulla batte il giardino che va a fuoco! Ora, immaginatevi uno che va a parlare dal padre che è comodamente seduto sulla poltrona a leggere il giornale e dietro di lui si vede il giardino che va a fuoco! ahahahahahhaha okay, basta per oggi!

Alla prossima chicassss <3 A lato una foto di Cloud Gate a Chicago :)

the journal - h.s. [Italian]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora